COMUNICATO STAMPA SUL BLOCCO DEI CICLI
del Cidi di Potenza

La decisione presa dal Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti di ritirare il decreto attuativo del Riordino dei cicli di istruzione, al vaglio della Corte dei Conti per la relativa copertura finanziaria, è un primo grave atto concreto della maggioranza di governo che intende bloccare il processo riformatore messo in atto durante gli anni di governo del centrosinistra.
Il 1° Settembre 2001 nelle scuole elementari non partirà alcuna riforma: l'insegnamento della lingua straniera già dal primo anno della nuova scuola di base insieme all'informatica ed alla musica ed al potenziamento dell'area matematica e scientifica rimane sulla carta, così come l'adeguamento, per le maestre ed i maestri, di stipendio e di orario con gli insegnanti di scuola media; non vi sarà il nuovo percorso di laurea per gli insegnanti (3+2 di specializzazione), spariscono i fondi stanziati per l'aggiornamento dei docenti per la nuova scuola di base, saltano 500 nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale. Questo perché sono stati ritirati anche i decreti relativi al piano per la qualità della scuola dell'infanzia (D.m. 91 del 21.5.2001 trasmesso con lettera circolare 4110 del 21.5.2001 e rivolto sia alle scuole statali sia a quelle che hanno ottenuto il riconoscimento della parità in base alla L.62/2000), alla riduzione delle ore di lezione negli Istituti professionali (da 40 a 32 con l'intento di diminuire la forte selezione esistente in tali scuole). Inoltre, il Ministero ha diramato nei giorni scorsi un decreto per l'avvio dell'anno scolastico 2001/2002 che ha già suscitato polemiche ed in cui si prevede, tra le altre cose, l'equiparazione del punteggio tra docenti delle scuole pubbliche e private in ordine alle supplenze.
A questi provvedimenti vanno aggiunte le uscite del Ministro Bossi sull'istituzione di esami di maturità regionali: stiamo, quindi, assistendo alla continua delegittimazione della scuola della Repubblica, della scuola secondo Costituzione.
Saranno certamente pesanti le conseguenze di tali azioni: cosa accadrà nelle scuole che sulla base dei decreti già inviati avevano previsto nuovi assetti? Cosa accadrà nei 3.300 Istituti comprensivi di scuola dell'infanzia, elementare e media che, costituiti nel 1994 per effetto della Legge 97, operano ormai da anni e vedono così vanificato e senza continuità un lavoro che, pur se avviato tra mille dubbi e perplessità, ha iniziato a dare risposte significative in ordine all'elevamento del livello formativo di ragazze e ragazzi?
Il caos, l'incertezza e il disimpegno saranno le prime risposte che potranno contribuire ad acuire uno stato di malessere e di disagio tra tutti quei docenti che, pur tra mille difficoltà, svolgono il loro lavoro con passione e dedizione e che avevano visto in un progetto di riforma complessiva del sistema di istruzione la possibilità concreta di garantire al più alto numero di studentesse e studenti percorsi formativi adeguati alle richieste della società e del mondo del lavoro, di garantire, dunque, la scuola di tutti tenendo fermo il principio della democrazia dell'istruzione e dell'inclusione.

L'Ufficio di Segreteria del CIDI di Potenza