La Regione Lazio e i libri di testo - comunicato stampa

Era dai tempi del fascismo, del Ministero della cultura popolare e dei libri di Stato che non si pensava a una censura preventiva sui libri di testo.
Il Consiglio regionale del Lazio ha deliberato  di istituire una commissione di esperti al fine di svolgere "un'attenta analisi dei testi scolastici, considerati storicamente faziosi sul piano storico e culturalmente pericolosi", e di "incentivare" (con danaro pubblico)  chi intenda elaborare nuovi libri di testo. Tutto ciò contrasta con un principio fondamentale di libertà espresso dalla Costituzione e dimostra, tra l'altro,  una palese ignoranza di che cosa sia oggi la scuola nel nostro Paese.

  1. La scuola pubblica non ha bisogno di controllori, perché al suo interno il pluralismo è garantito dalla presenza di soggetti di diversa fede, ideologia, credo politico.
  2. Gli organi  di governo della scuola garantiscono la partecipazione di tutte le componenti alle scelte riguardanti la didattica e la vita della scuola.
  3. I libri di testo non sono imposti da nessuno ma vengono scelti autonomamente dagli insegnanti, ai quali è garantita - nell'interesse di chi apprende - la libertà di insegnamento (art.33 Cost. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento). Alla scelta dei libri di testo concorrono anche i rappresentanti dei genitori e degli studenti, ed essa è successivamente confermata dal collegio dei docenti.
  4. La scuola non ha bisogno di nuovi "padroni": l'autonomia consegna a ogni scuola la responsabilità di scelta dei percorsi più adatti a realizzare, nel più ampio confronto culturale, i propri fini istituzionali.

La verità è che il provvedimento del Consiglio regionale tende  sostanzialmente a distrarre gli insegnanti e l'opinione pubblica dai problemi centrali della scuola, impegnata oggi in un  complesso processo di riforma che richiede partecipazione, impegno e il più ampio, libero e sereno confronto.
E, infine,  non è da sottovalutare il grave disorientamento che dal provvedimento in questione potrebbe derivare soprattutto ai giovani e alle famiglie.

Roma, 10 novembre 2000