La Regione Lazio e i libri
di testo - comunicato stampa
Era dai tempi del fascismo,
del Ministero della cultura popolare e dei libri di Stato che non si pensava
a una censura preventiva sui libri di testo.
Il Consiglio regionale del
Lazio ha deliberato di istituire una commissione di esperti al fine
di svolgere "un'attenta analisi dei testi scolastici, considerati storicamente
faziosi sul piano storico e culturalmente pericolosi", e di "incentivare"
(con danaro pubblico) chi intenda elaborare nuovi libri di testo.
Tutto ciò contrasta con un principio fondamentale di libertà
espresso dalla Costituzione e dimostra, tra l'altro, una palese ignoranza
di che cosa sia oggi la scuola nel nostro Paese.
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La scuola pubblica non ha bisogno
di controllori, perché al suo interno il pluralismo è garantito
dalla presenza di soggetti di diversa fede, ideologia, credo politico.
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Gli organi di governo
della scuola garantiscono la partecipazione di tutte le componenti alle
scelte riguardanti la didattica e la vita della scuola.
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I libri di testo non sono imposti
da nessuno ma vengono scelti autonomamente dagli insegnanti, ai quali è
garantita - nell'interesse di chi apprende - la libertà di insegnamento
(art.33 Cost. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento).
Alla scelta dei libri di testo concorrono anche i rappresentanti dei genitori
e degli studenti, ed essa è successivamente confermata dal collegio
dei docenti.
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La scuola non ha bisogno di
nuovi "padroni": l'autonomia consegna a ogni scuola la responsabilità
di scelta dei percorsi più adatti a realizzare, nel più ampio
confronto culturale, i propri fini istituzionali.
La verità è che
il provvedimento del Consiglio regionale tende sostanzialmente a
distrarre gli insegnanti e l'opinione pubblica dai problemi centrali della
scuola, impegnata oggi in un complesso processo di riforma che richiede
partecipazione, impegno e il più ampio, libero e sereno confronto.
E, infine, non è
da sottovalutare il grave disorientamento che dal provvedimento in questione
potrebbe derivare soprattutto ai giovani e alle famiglie.
Roma, 10 novembre 2000
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