30° Convegno nazionale Cidi
i resoconti di giovedi 21 marzo


 
Appunti di alcune tesi per le scuole
di società sostanzialmente democratiche

di Tullio De Mauro

1) La scuola opera e se ne intende pienamente l'opera solo guardandola nel suo rapporto di dare e avere reciproco con tutta la cultura, e non soltanto la cultura intellettuale, scientifico-letteraria, ma la cultura complessiva, antropologica, di una popolazione.

2) Se si considera la scuola nell'orizzonte della cultura, appare più chiaro che i problemi di istruzione e formazione di un particolare Paese si vedono e si pongono e devono risolversi fuori di un'ottica solo sincronica e/o solo nazionale. Si vedono, si pongono e si risolvono là dove si collocano: in rapporto a una più o meno lunga tradizione storico-culturale e nel mutuo scambio con altre culture.

3) Istruzione e formazione hanno un costo. Hanno anche una redditività economica perfino se ci si restringe al solo Pil e al solo reddito individuale. La redditività emerge tanto più se, accettando le critiche alla restrizione, si guarda (come parecchi economisti suggeriscono: in Italia Sylos-Labini) alle capacità produttive individuali e collettive e alle capacità di scelte autonome, individuali e sociali.

4) Scuola e formazione restituiscono il loro costo fornendo, quando le forniscono, quelle "idee" che "sono a capo della produzione" (Cattaneo) e dunque impegnandosi nella vitalizzazione di tutta la cultura di una popolazione, garantendone il coerente rapporto con una tradizione identitaria e con l'accesso a nuovi saperi e antichi e nuovi life skills.

5) Allo sviluppo di scuola e formazione come luoghi di potenziamento della cultura individuale e collettiva, portano anche (a) l'esigenza della flessibilità delle produzioni e dei lavori retribuiti e (b) l'esigenza di fare fronte alle conseguenze della fragilità dei sistemi complessi.

6) Allo stesso luogo riconduce anche l'esigenza di non lasciare crescere, ma di fronteggiare e, se possibile, azzerare le divaricazioni che l'attuale modo di sviluppo crea sia all'interno di ciascuna area culturale e nazionale, sia tra aree diverse.

7) Da 4-6 deriva, forse prima indipendentemente da ogni scelta ideologica, la necessità di rafforzare scuole e luoghi della formazione rendendole operanti non solo verso le fasce giovani, ma verso tutte intere le popolazioni attraverso il longlife learning.

8) Se la scelta è quella di una organizzazione democratica non solo formale (diritto di voto), ma sostanziale (pari opportunità nell'accesso alle risorse economiche e culturali), la necessità di 7 non è più la conseguenza che una destra saggiamente conservatrice, non fascisteggiante, deve subire con rassegnazione per sopravvivere, ma è, dovrebbe essere, l'obiettivo centrale di un progetto politico democratico, che nel raggiungimento di quell'obiettivo trova la misura della sua efficacia.

9) Coloro che guidano i processi d'apprendimento e formazione, gli insegnanti, devono rendersi consapevoli di non essere impiegati degli Stati o, peggio, dipendenti di imprese private, ma pubblici professionisti dello sviluppo delle capacità culturali e produttive, individuali e collettive: devono formarsi e trasformarsi in funzione di ciò e avere un soldo (la parola salario essendo sdegnata da taluni) pari alla loro decisiva funzione.

10) Forse anche a chi protegge (fascisticamente o no) differenze e alti redditi, ai conservatori e alle destre, e certamente ben più a chi intenda lavorare per una democrazia sostanziale, toccano il compito e l'obbligo di progettare e costruire quanto occorre per realizzare gli obiettivi 8 e 9 non solo nel Nord del mondo e nelle aree di più consistente Pil, ma in tutto il mondo, per tutte e tutti, no lesser than one. Riuscire a esprimere gruppi dirigenti in grado di rispettare e, prima ancora, di intendere questo compito e obbligo, è una questione di sopravvivenza che tocca tutte e tutti, no lesser than one. Ovvero, per chi trovi più chiaro il titolo originale cinese del film di Zhang Yimou, Yi ge dou bu neng shao.