16.07.2001

Le ragioni della scuola
Nei processi di riforma da protagonisti
(un documento comune delle associazioni professionali)

Rappresentanti dell'Aimc, del Cidi, della Fnism, del Mce, dell'Uciim, di Legambiente Scuola e Formazione, riuniti il 27 giugno 2001 nella sede di via Crescenzio 25, Roma, proseguendo nella prassi di reciproca consultazione e di cooperazione proficuamente avviata negli scorsi anni, hanno svolto un'ampia riflessione interassociativa sui problemi della scuola e della professionalità docente, per valorizzare, nella pluralità delle ispirazioni e delle esperienze che le contraddistinguono, comuni valori di riferimento, nel servizio ai colleghi e alle scuole e nel dialogo con i rappresentanti delle istituzioni a ogni livello.

Idee fondative della scuola e della funzione docente
Le associazioni suddette, che hanno iniziato la loro attività in tempi diversi nel corso del Novecento, condividono alcune idee fondative della scuola e della funzione docente, promuovendo, pur con diverse impostazioni culturali, il protagonismo dei docenti, nell'affermazione della scuola come luogo di promozione culturale e di cittadinanza per tutti. A queste idee intendono restar coerenti nel passaggio alla società del terzo millennio, che si caratterizza particolarmente per il valore delle conoscenze.
Queste idee di fondo appartengono alla tradizione della nostra scuola e sono state recentemente espresse con efficace sintesi da alcune affermazioni di recenti norme, che qui si ricordano:
- "La scuola è luogo di formazione e di educazione..è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni" (Dpr 24-6-1998, n.249, art.1).
- "L'autonomia delle Istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione, mirati allo sviluppo della persona umana…al fine di garantire loro (sono "i soggetti coinvolti") il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema d'istruzione…" (Dpr 8-3-1999, n.275, art.1).
- "Il sistema educativo di istruzione e di formazione è finalizzato alla crescita e alla valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno, nel quadro della cooperazione fra scuola e genitori, in coerenza con le disposizioni in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo"(L. 10-2-2000, n.30, art.1 ).
L'espressione "sistema educativo d'istruzione e di formazione" riconosce pari dignità alla scuola e alla formazione professionale. La Costituzione impegna la Repubblica a istituire scuole per tutti gli ordini e i gradi mentre affida alle Regioni, articolazioni fondamentali della Repubblica, la formazione professionale. Il riconoscimento anche a enti e privati del diritto di istituire scuole e di chiedere la parità, configura un ampio e complesso sistema educativo d'istruzione, formato da istituzioni statali e non statali, nell'ambito delle norme generali dell'istruzione, che assicurano la dimensione nazionale e le diverse autonomie del sistema d'istruzione.
Si ritiene che in questo caso la Costituzione, affermando il diritto dovere della Repubblica di istituire scuole, non abbia inteso il suo intervento come residuale nei confronti di quello, pur legittimo, di enti e privati, per i quali ha previsto l'emanazione di norme di parità. Il principio di sussidiarietà non appare perciò applicabile all'istruzione, dato il carattere nazionale del sistema, articolato nelle autonomie istituzionali e aperto all'integrazione europea.
L'autonomia organizzativa e didattica di cui attualmente godono le istituzioni scolastiche, costituisce una conquista storica, funzionale - come ben dice la legge - al successo formativo dei giovani, alla libertà di apprendimento e a quella d'insegnamento.
Non s'intende il successo formativo in termini riduttivi, quasi che la scuola potesse svincolarsi dall'impegno a concorrere, per la sua parte e con i suoi strumenti, a quel "pieno sviluppo della persona umana" cui si riferisce la Costituzione.
E le stesse libertà di apprendimento e d'insegnamento vanno lette in riferimento ai doveri precisati negli articoli 2, 3 e 4 della Costituzione.
La potestà che la legge riconosce alle singole scuole sul curricolo è una novità che va riconosciuta e attuata responsabilmente, in relazione alle finalità generali dell'ordinamento.
Già sulla base del Dpr 275 le scuole hanno cominciato a introdurre scelte di tipo curricolare e a costruire reti e intese con enti pubblici e privati, per la piena valorizzazione delle proprie potenzialità educative. Si è cominciata a diffondere l'idea dell'unitarietà della funzione docente, della non gerarchizzazione fra gli ordini e gradi di scuola e dell'opportunità di una continuità curricolare dai 3 ai 18 anni, attenta ai ritmi di sviluppo del soggetto in formazione. Su queste posizioni, pur sulla base di diverse sensibilità, frutto di passate esperienze, le associazioni professionali in questione si riconoscono.
L'autonomia professionale riconosciuta ai docenti non è rinuncia a qualunque criterio di valutazione: essa implica una presa di coscienza dei valori che sono in gioco, in termini di responsabilità sociale e professionale che l'essere insegnanti comporta, e l'elaborazione di criteri e di procedure atte a valorizzare le "buone pratiche" della funzione docente.

Le associazioni professionali
Valori e criteri di questa rilevanza e di questa delicatezza non ci paiono facilmente raggiungibili senza il contributo delle associazioni professionali: queste hanno di fronte a sé un vasto campo d'impegno, di cui dovranno tenere adeguato conto sia i rappresentanti del mondo politico e amministrativo, sia i colleghi operanti nei sindacati. Questioni delicate e complesse, che chiamano in causa aspetti etici, culturali e pedagogico-didattici della scuola e della docenza, vanno affrontate sulla base di una valorizzazione delle competenze maturate dalle associazioni professionali, ai fini di un'adeguata normazione e di una valida contrattazione sindacale.
L'associazionismo professionale in cui si riconoscono le associazioni citate intende partecipare con piena responsabilità alla ricerca etico-pedagogico-didattica e alla formazione dei docenti, nell'ambito di un sistema formativo che vede impegnati le Università, gli Irre, gli Istituti nazionali, l'Amministrazione ai diversi livelli della sua nuova articolazione.
Le associazioni citate non sono semplici agenzie di formazione, ma luoghi di crescita personale, di riflessione, di confronto e di maturazione di responsabili atteggiamenti e comportamenti pedagogici e sociali, alla luce di ideali riconosciuti e condivisi, messi alla prova nella partecipazione alla vita scolastica, attenta anche ai risvolti sindacali e politici della vita professionale.
L'autonomia di ricerca e sviluppo, prevista dall'art. 6 del Regolamento dell'autonomia, prefigura una prospettiva di protagonismo delle singole scuole e dei docenti nella progettazione curricolare e didattica e nella partecipazione alla gestione delle scuole, a cui l'associazionismo professionale intende portare un contributo attraverso l'offerta del proprio punto di vista e delle competenze maturate in virtù della propria originale esperienza associativa, espressione tipica dell'autonomia professionale.