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    mensile del centro di iniziativa democratica degli insegnanti

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      Minima scholaria 30 - di Tullio De Mauro
      Dialogo tra un Editore e un suo Autore

      Editore - Ciao, come stai?

      Autore - Così. Torno da Napoli e mi preparo a partire per Lovanio e subito dopo a esami e lezioni. Ma, e tu, come stai?

      E. - Non mi sono ancora rimesso dalla fatica della Fiera di Francoforte. Ma, soprattutto, sono frastornato da quel che succede.

      A. - Dici di Craxi, Andreotti?

      E. - Sì, e della voglia diffusa di mettere un punto ai tentativi della magistratura di fare pulizia, la voglia di assolvere tutti e autoassolversi e ricominciare tranquilli a rubare e... Dobbiamo fare qualcosa. Ho un’idea. Riuniamo un gruppo di persone fuori della mischia, non politici, non magistrati, e cerchiamo insieme che si può fare per diventare un Paese normale, con un tasso normale di corruzione: un tasso che non comprometta la decenza e l’efficienza dei servizi, dello Stato. Che ne dici?

      A. - Perché lo chiedi proprio a me?

      E. - Beh, credo che per cominciare tu sia la persona giusta. Perché, vedi, tu sono tanti anni che insisti sulla priorità della scuola, dell’istruzione, sulla priorità economica, sociale e politica della crescita dei livelli d’istruzione. E io sono convinto che al fondo di tutto ciò di cui soffriamo, dal tabaccaio che non si sogna nemmeno di darti lo scontrino fiscale, come avviene in ogni altro Paese, e nessuno glielo chiede, fino al giubilo per l’assoluzione di Andreotti, al fondo ci sia quella deficienza di scuola su cui tu insisti, tu e non altri.

      A. - Mmm... Vorrei riflettere. Non sono sicuro di alcune cose. Intanto, l’assoluzione. Quasi nessuna fonte informativa ha reso noto quel comma secondo dell’articolo con cui Andreotti è stato assolto. Nel nuovo codice l’assoluzione per insufficienza di prove non c’è più. Se si è assolti, si è assolti. Oppure si è condannati. Ma c’è assoluzione e assoluzione. C’è quella del comma primo, dovuta perché il fatto non c’è o la persona imputata gli è estranea. E c’è quella del comma secondo: non ci sono prove non contraddittorie, non insicure che il fatto ci sia e la persona imputata c’entri. È il comma di Andreotti. C’è poco da cantare vittoria per l’assoluzione, come hanno fatto molti, per esempio Ottaviano Del Turco, ma c’è anche poco da piangere. È vero però che le fonti informative con poche eccezioni (come "la Repubblica") hanno trattato da scemi i loro ascoltatori e lettori non sottolineando la differenza e spiegandola. Ed è vero che molti hanno reagito come Del Turco, con un sospiro di sollievo, vedendo nella sentenza la fine del repulisti. Molti, certo. Tutti? Non sono sicuro. Ma la questione che tu poni è un’altra.

      E. - La scuola.

      A. - Certo, la scuola. Ho l’impressione che siamo avviluppati da un serpentaccio che si morde la coda. Non riusciamo a rialzare i livelli di cultura collettivi senza far funzionare sì la scuola, ma senza - anche - aggredire lo zoccolo duro della bassa scolarità adulta, che inevitabilmente si riflette in deficit formativo delle giovani leve che vengono da questo immenso strato di non o poco scolarizzati. Ci sono venti milioni di giovani più che quattordicenni e di adulti senza licenza media dell’obbligo, più del 40% della popolazione. E una fetta consistente del 32% di persone con la sola media dell’obbligo è a rischio di analfabetismo di ritorno. In queste condizioni è naturale che due terzi della popolazione non leggano mai un libro. Per scalfire questa massa che, ripeto, non può non gravare sullo stesso rendimento della scuola per i ragazzi, ci vorrebbero un piano nazionale di lungo respiro, un impegno comune di tutte le parti politiche e uno spostamento non indifferente di risorse verso l’istruzione. Del resto, questa è una necessità anche per ridare vigore alla scuola ordinaria e alla ricerca. Per andare in questa direzione sarebbe necessaria una maggioranza capace di governare senza ansie per un certo numero di anni e un’opposizione che non giochi su questo punto a creare ostacoli. Una direzione del genere dovrebbe far parte dei valori condivisi. Questo mi pare un sogno nella presente situazione politico-elettorale: un Parlamento che avverta la priorità dell’istruzione, sposti risorse, crei e faccia realizzare un piano a dir poco decennale di riscatto nazionale delle condizioni di bassa scolarità che pesano negativamente sulla nostra economia e sulla nostra vita civile.

      E. - Ogni gruppetto può ricattare tutti su tutto.

      A. - Sì, non solo. La frantumazione delle liste e sottoliste mi pare che sia all’origine di un’altra difficoltà più radicale: selezionare dalla società civile un personale politico adeguato in ogni settore politico. I conservatori sono insoddisfatti dei loro politici, ma li votano per paura della sinistra. E chi vota a sinistra, anche, ho l’impressione che lo faccia in larga misura solo votando contro. Tutto ciò favorisce la formazione di una classe politica che ha difficoltà a concepire ogni impegno di lungo periodo obbedendo a un interesse generale. La scuola potrebbe risanare questa situazione, ma in questa chi si cura che la scuola funzioni?

      numero 11-12/'99