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    mensile del centro di iniziativa democratica degli insegnanti

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      Le iniziative dell’Unione Europea nel settore educativo - di Doriano Dragoni

      Sommario: Dalle prime iniziative all’attuale programma Socrates, si rafforza sulla formazione - pur nel rispetto delle diversità dei sistemi scolastici - il processo di integrazione europea.

      Il Trattato di Roma (in vigore dal 1.1.1958) non prendeva in considerazione il settore educativo. Nell’art.3 affermava semplicemente che gli Stati membri avrebbero dovuto garantire un’educazione e una formazione professionale di qualità. Solo con il Trattato di Maastricht (in vigore dal 1.11.1993) vengono introdotti riferimenti significativi nel settore educazione e formazione professionale. Il Trattato di Amsterdam, entrato in vigore il 1 maggio 1999, ha conferito piena dignità agli articoli 149 (educazione) e 150 (formazione professionale) e previsto per gli interventi legislativi nei rispettivi settori la procedura di codecisione.

      Tuttavia, l’intervento dell’Unione è soggetto alla stretta applicazione del principio di sussidiarietà ed è esclusa dagli obiettivi degli artt. 149, 150 ogni procedura di armonizzazione dei provvedimenti legislativi e normativi. Gli Stati membri conservano la piena autonomia quanto alle scelte didattiche, ai corsi di insegnamento, ai titoli di studio.

      Nel periodo precedente l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, tuttavia, la Comunità aveva iniziato una timida opera di cooperazione europea nel settore educativo e della formazione professionale. Negli anni '70 e '80 diverse risoluzioni approvate dal Consiglio dei ministri avevano per obiettivo di creare programmi e iniziative tra le quali, per memoria storica, possono essere ricordate:

      • Comett, un programma di cooperazione tra università e industrie con particolare riferimento al settore tecnologico;
      • Erasmus, uno strumento per favorire la mobilità degli studenti universitari;
      • Petra, un programma di formazione professionale per i giovani e di inserimento nella vita attiva;
      • Lingua, un programma per favorire l’insegnamento delle lingue straniere nella comunità;
      • Eurotecnet, un programma volto a favorire l’innovazione nella formazione professionale derivante dagli scambi tecnologici nella comunità.

      Molti di questi programmi sono stati poi raggruppati nelle strutture di Socrates e Leonardo da Vinci.

      Insegnare e apprendere verso la società cognitiva

      La consapevolezza del ruolo fondamentale che l’istruzione e la formazione svolgono sia per fornire risposte immediate ai bisogni attuali sia per preparare l’avvenire, è esplicitata nel libro bianco della Commissione europea "Insegnare e apprendere verso la società cognitiva", pubblicato nel 1996. Già allora la disoccupazione era considerata il problema centrale in Europa, soprattutto tra i giovani e l’investimento in risorse immateriali è indicato nel libro bianco come fattore decisivo per accrescere la competitività; la capacità di apprendere e di imparare a imparare come elementi determinanti di promozione sociale, di sviluppo personale, di parità di opportunità, di vettori d’inclusione. Il processo di mondializzazione e l’introduzione di nuove tecnologie nei processi produttivi creano occasioni di lavoro ma generano anche incertezze e rischi di esclusione. In particolare in una società nella quale la produzione di beni immateriali (raccolta e organizzazione delle informazioni) richiede una notevole capacità di adattamento e un’elevata istruzione di base per reagire rapidamente alle richieste di nuove competenze. La Commissione europea, nel presentare il libro bianco, ha voluto adottare un approccio coerente e tener conto delle considerazioni sopra esposte per presentare i tre programmi specifici nel settore educativo (Socrates II), di formazione professionale (il nuovo Leonardo) e per i giovani (il nuovo programma Gioventù che abbina il programma Gioventù per l’Europa e il Servizio Volontario Europeo).

      Il nuovo programma Socrates

      Il nuovo programma Socrates, che è stato formalmente approvato dal Parlamento europeo il 14 dicembre 1999, tiene conto dei risultati raggiunti dalla prima fase del programma (1995-1999) e lo migliora in alcune sue parti. Il successo di Socrates I è stato indiscutibile e lo dimostrano le seguenti cifre relative al periodo 1995-1997:

      • 496.000 studenti dell’istruzione superiore hanno potuto seguire un periodo di studio in un Paese diverso da quello di origine
      • 60.000 professori e assistenti hanno effettuato missioni di insegnamento integrato all’estero;
      • 110.000 giovani hanno partecipato a scambi linguistici;
      • 30.000 persone hanno preso parte a corsi di formazione continua per insegnanti;
      • 1.500 università hanno potuto promuovere attività di dimensione europea;
      • 2.800 partenariati sono stati costituiti tra 9.000 scuole.

      La seconda fase del programma Socrates dovrebbe migliorarne l’accessibilità, snellirne le procedure amministrative, talvolta troppo macchinose, ed essere dotato di un bilancio più importante. Quest’ultimo punto è stato ottenuto dopo un faticoso negoziato con il Consiglio dei ministri: il nuovo programma educativo avrà un bilancio di un miliardo e 850 milioni di Euro per un periodo di sette anni, dal 2000 al 2006. Gli obiettivi del programma sono stati semplificati ai seguenti:

      • rafforzare la dimensione europea dell’educazione a tutti i livelli;
      • promuovere la cooperazione nel settore dell’educazione;
      • contribuire alla eliminazione di eventuali ostacoli a questa cooperazione;
      • incoraggiare le innovazioni.

      Le azioni proposte sono:

      • insegnamento scolastico (Comenius);
      • insegnamento superiore (Erasmus);
      • educazione degli adulti e altri percorsi educativi (Grundtvig);
      • insegnamento e apprendimento delle lingue (Lingua);
      • insegnamento aperto e a distanza, tecnologie dell’informazione e dell’educazione (Minerva);
      • osservazioni e innovazioni;
      • azioni congiunte;
      • misure di accompagnamento.

      Osservazioni finali

      La questione della formazione e dell’istruzione è entrata ormai a pieno diritto nel dibattito politico e nelle strategie di sviluppo in Europa. Nonostante i limiti imposti dai Trattati, come spesso succede nelle vicende della costruzione europea, la realtà delle cose e delle volontà si è spinta più oltre. In particolare i programmi comunitari e la mobilità di studenti, docenti e operatori del settore hanno determinato una considerevole "spinta dal basso" verso un riavvicinamento delle esperienze europee nel campo dell’educazione. Il dialogo instaurato tra i governi europei e tra i protagonisti dell’educazione nei vari Paesi comincia a diventare una realtà consolidata. Gli obiettivi dei processi di riforma nei vari Paesi si stanno muovendo nella stessa direzione, nonostante le forti differenze ancora esistenti. Questo processo di convergenza di obiettivi si esplicita nei seguenti punti che sono comuni a quasi tutti i Paesi europei:

      • il tentativo di incremento della "produttività" dei sistemi scolastici;
      • la responsabilizzazione dei protagonisti del mondo educativo tramite processi di decentramento e di maggiore autonomia;
      • un migliore intreccio tra scuola e lavoro e tra istruzione e professionalità;
      • il tentativo di stabilire sistemi di valutazione apprezzabili;
      • la qualificazione e la formazione continua degli insegnanti.

      Molti e complessi problemi restano aperti per arrivare a una area educativa europea omogenea dove la mobilità di insegnanti, studenti e operatori del sistema non debba ancora sottostare alle forche caudine dei regolamenti e dei sistemi educativi nazionali. Basti ricordare la complessa vicenda del riconoscimento dei titoli di studio e dei percorsi scolastici che continua a essere un elemento importante di freno e di impedimento alla realizzazione di uno spazio europeo dell’educazione.

      numero 1/2000