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    mensile del centro di iniziativa democratica degli insegnanti

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      Apprendere in Europa: lavorare insieme per affrontare sfide comuni

      Versione italiana di Learning in Europe: working together to face common challenges, il documento scaturito dall’incontro di settembre tra i ministri dell’istruzione di vari Paesi europei.

      Il processo di integrazione europea ha fatto registrare negli ultimi anni uno straordinario avanzamento: l’Euro ne è l’esempio più evidente, ma il processo si è esteso a molti altri settori e il forte impulso verso l’allargamento dell’Unione è un chiaro segnale del suo successo e delle sue capacità di attrazione.

      La cooperazione europea nel frattempo è diventata una realtà sempre più tangibile per i cittadini europei anche in materia di istruzione, grazie a programmi come Socrates e Leonardo. Il successo del processo europeo tuttavia giustifica aspettative ancora maggiori da parte dei cittadini. Questo è particolarmente vero in epoca di crescente disoccupazione e in un momento in cui la sfida posta dalla globalizzazione dell’economia costituisce una minaccia al benessere comune.

      La recente adozione a Bologna da parte dei ministri di 29 Paesi della Dichiarazione sull’Istruzione Superiore in Europa rappresenta un passo importante per affrontare tali sfide e per consolidare la dimensione sociale, culturale, economica, intellettuale e tecnologica dell’Europa. Dobbiamo ora focalizzare la nostra attenzione anche sullo sviluppo dell’istruzione di base in modo tale da garantire ai nostri cittadini una base educativa trasparente e comparabile, al fine di prepararli per il XXI secolo e far sì che la mobilità per studio e per lavoro diventi una realtà.

      Il concetto dell’Europa della Conoscenza sta diventando sempre più frequentemente oggetto di discussione in diverse sedi internazionali, incluso il Consiglio Europeo. Tale premessa ci incoraggia ad un impegno costruttivo.

      Il bisogno di adattare i sistemi educativi alle sfide emergenti della globalizzazione dell’economia (alti tassi di disoccupazione, nuove esigenze del mercato del lavoro - e nuove competenze per soddisfare tali esigenze - evoluzione dei settori secondario e terziario) come pure le opportunità offerte dall’utilizzo di nuove tecnologie nell’insegnamento hanno spinto molti Paesi europei a impegnarsi in un processo di cambiamento e innovazione.

      Ci viene così offerta un’opportunità da non perdere per sviluppare terreno comune nel far fronte a problemi comuni, fondando l’evoluzione dei nostri sistemi educativi su principi che appaiano largamente condivisi ed avvertiti come nodali per poter sostenere le sfide del terzo millennio.

      Le innovazioni che introduciamo ora caratterizzeranno i nostri sistemi educativi per anni a venire: dobbiamo quindi intensificare la collaborazione per individuare, confrontando le nostre esperienze, le migliori modalità per raggiungere i più alti standard educativi.

      Nel definire il nostro approccio dobbiamo mirare a creare uno Spazio Europeo dell’Istruzione di Base e lavorare per la realizzazione di un quadro di riferimento trasparente e comparabile a beneficio dell’Europa, dei suoi cittadini, dei cuoi studenti, degli insegnanti e delle scuole.

      Vi è un vasto consenso sul fatto che gli obiettivi prioritari da perseguire per poter sostenere le sfide emergenti sono:

      • offrire una reale opportunità ad ogni studente di sviluppare al meglio le proprie potenziatà;
      • migliorare l’equità e l’efficacia dei sistemi educativi (con particolare attenzione al problema della transizione dalla scuola all’università e/o al mondo del lavoro).
      • migliorare gli standard di profitto e di competenza;
      • contribuire all’educazione dei cittadini europei (lo sviluppo di abilità individuali, in modo particolare abilità comunicative che includano, ma non siano limitate alla capacità di padroneggiare lingue straniere, il raggiungimento di buoni livelli di alfabetizzazione e abilità nella lettura, nella matematica, nelle scienze naturali, nell’uso del computer; la conoscenza del patrimonio culturale dell’Europa. Questi sono tutti requisiti fondamentali per l’educazione del cittadino europeo);
      • Promuovere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

      Allo stesso tempo le nostre scuole sono afflitte da numerosi problemi che possono ostacolare il raggiungimento dei nostri obiettivi:

      • la discriminazione scolastica (la difficoltà di integrazione di studenti provenienti da gruppi culturali e linguistici diversi; l’inadeguatezza delle politiche a favore di famiglie svantaggiate);
      • l’evoluzione del ruolo dell’insegnante (gli insegnanti hanno perso il monopolio della conoscenza, si trovano di fronte a problemi sociali assai complessi, si sforzano di ritrovare orientamento e motivazione);
      • la violenza nelle scuole (il deterioramento delle relazioni interpersonali, della disciplina scolastica, del rispetto per la dignità umana ed i diritti fondamentali).

      Per raggiungere gli scopi sopra elencati alla luce di questi fattori restrittivi alcune politiche sono generalmente considerate determinanti:

      • la piena valorizzazione delle potenzialità offerte dall’autonomia scolastica (il miglioramento della scuola è collegato a una maggiore autonomia che consenta anche iniziative di interazione fra istituti scolastici);
      • la promozione di procedure e criteri di valutazione trasparenti e comparabili (come strumento efficace e meno oneroso per migliorare la qualità dell’istruzione e verificare la corrispondenza tra le risorse investite e i risultati raggiunti a fronte degli obiettivi prefissati; come complemento necessario all’autonomia; come strumento per facilitare il dialogo, il confronto e la cooperazione fra i sistemi educativi);
      • la promozione degli standard professionali degli insegnanti (la professionalità è il presupposto dell’autonomia: gli insegnanti hanno bisogno di allargare le loro competenze alle nuove tecnologie; c’è bisogno per gli insegnanti di una formazione in servizio continua);
      • il sostegno alla mobilità fisica e virtuale degli insegnanti attraverso moduli comuni di formazione in servizio;
      • l’istituzione di un sistema di riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio all’estero (cfr. art. 149 del Trattato che istituisce la Comunità Europea).

      Riconosciamo l’importanza di queste politiche per raggiungere la nostra comune meta e ci impegnamo ad affrontare le sfide che ci attendono guardando all’obiettivo di creare uno Spazio Europeo dell’Istruzione di Base. Il documento allegato presenta esempi concreti di obiettivi e azioni che attribuiscono grande valore all’individuazione delle migliori soluzioni attraverso il confronto delle rispettive esperienze. Abbiamo intenzione di tenerci costantemente informati stabilendo modalità di consultazione per essere sicuri di lavorare in maniera coerente.

      Riguardo alle priorità, ci impegnamo a definire e ad attuare standard di conoscenze e competenze da conseguire al termine dell’istruzione primaria e di quella obbligatoria; a sviluppare sistemi per la valutazione della competenza degli studenti tali da permettere la leggibilità e la trasparenza delle certificazioni; a sviluppare in maniera coerente sistemi di valutazione del rendimento delle scuole; ad incentivare maggiormente progetti che coinvolgano scuole di due o più Paesi e progetti a contenuto europeo; a sviluppare, laddove è possibile, componenti dei programmi e dei testi scolastici che si basino e che evidenzino le nostre radici comuni e il nostro patrimonio culturale.

      La creazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione di Base dovrà verificarsi nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati Membri per i contenuti dell’insegnamento e l’organizzazione dei sistemi educativi e delle loro diversità linguistiche e culturali.

      Chiediamo che nell’Unione Europea si considerino con la dovuta attenzione misure per promuovere l’Europa della Conoscenza, fattore di fondamentale importanza per favorire lo sviluppo e l’occupazione, nonché per il rafforzamento dell’identità dell’Europa nel mondo.

      Cosideriamo questa iniziativa come una componente radicata nel processo di integrazione, in linea con le politiche dell’Unione Europea promosse dalla Commissione Europea. Allo stesso tempo guardiamo ad essa come ad un impulso per avviare un processo di ampio respiro e un più vasto coinvolgimento nella realizzazione dell’Europa della Conoscenza.

      Siamo infatti convinti che questa iniziativa avrà successo solo se si estenderà a tutta l’Europa. Rivolgiamo quindi un appello a tutti gli Stati membri dell’Unione e agli altri Paesi europei affinché si uniscano nell’interesse di tutti i cittadini europei nella comune impresa di creare uno Spazio Europeo (aperto di cooperazione approfondita nell’) dell’Istruzione di Base.

      Firmato: I ministri dell’istruzione di Austria, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Portogallo, Romania, Spagna.

      numero 1/2000