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    mensile del centro di iniziativa democratica degli insegnanti

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      Scuola dell’infanzia: occasione da non perdere - di Mara Pacini
      Sommario: Avviata dal ministero della Pubblica Istruzione una consultazione sulle linee di sviluppo della scuola dell’infanzia.

      Vogliamo crederci: il ministero della Pubblica Istruzione ha dato il via, ufficialmente testimoniato dalla Conferenza Nazionale sulla scuola dell’infanzia (tenutasi a Firenze il 4 maggio 1999), alla Consultazione indirizzata a docenti e dirigenti di tutte le scuole dell’infanzia statali, allargata a "genitori, associazioni professionali e alla comunità sociale". È un segnale innanzi tutto di riconoscimento e, poi, di volontà di conoscere di più e meglio la realtà delle varie istituzioni disseminate sul territorio nazionale. La circolare è un concentrato di spunti per una riflessione e discussione che punterà l’attenzione su autonomia, curricolo, saperi, professionalità, valutazione e formazione.

      Dopo una premessa generale, che sottolinea motivazioni e bisogni che hanno portato a questa scelta ministeriale, il documento presenta cinque aree tematiche che vengono suggerite per l’articolazione del dibattito, corredate da una serie di domande che sottolineano la problematicità degli argomenti.

      Una Commissione provveditoriale raccoglierà in una sintesi le schede che perverranno da scuole e associazioni, inviandole al ministero entro il 20 luglio p.v.

      Siamo certi che tutti i docenti vorranno cogliere questa opportunità di espressione, non solo di disagi ma, soprattutto, di progettualità che nelle variegatissime situazioni locali traduce in operatività una infinita serie di idee ed esperimenti.

      Se vogliamo però (e crediamo che ve ne sia bisogno) una migliore regolamentazione dell’organizzazione scolastica a grandi e piccoli livelli, dobbiamo aiutare ad individuare standard qualitativi di riferimento per tutti, compito decisivo dell’Amministrazione centrale.

      I contenuti della circolare

      Nella circolare in questione si denotano rafforzamenti di argomenti già noti e da tempo fulcro di dibattito in ambiente pedagogico, ma vi sono spunti relativamente nuovi legati ai concetti di flessibilità e organizzazione, e risalta, ancora, il nodo della valutazione.

      Quando, nella prima area tematica si sottolinea la parola chiave identità (istituzionale e pedagogica) si suscita immediatamente la riflessione sulla peculiarità che, nel nostro sistema, caratterizza questo ordine di scuola: l’attenzione al curricolo implicito (e qui un contributo da parte anche degli operatori del nido sarebbe di notevole aiuto). A questa area tematica si aggancia direttamente, a nostro avviso, quella sull’organizzazione (dei tempi, degli spazi, dei raggruppamenti dei bambini) e, quindi, sul concetto di flessibilità, da declinare con intenzionalità attente ai bisogni dei bambini e alle esigenze degli adulti professionisti del settore.

      Per quanto riguarda i "saperi", poi, si potrebbe avviare un vero e proprio percorso di ricerca, interrogandoci su quel che è prioritario per avviare un apprendimento per "campi di esperienza" legati a vari sistemi simbolico-culturali ed a specifici ambiti disciplinari.

      Questa consultazione ci offre l’opportunità di fare il punto sull’applicazione (o meno) degli Orientamenti del 1991, su quanto questi abbiano effettivamente ed efficacemente varcato tutte le soglie delle nostre scuole per l’infanzia e in che modo siano stati interpretati e attuati.

      Siamo certi che siano stati attivati molteplici modelli, dei quali la sperimentazione Ascanio ha dato un certo polso e che la promessa Alice permetterà di incentivare.

      Per ciò che riguarda la valutazione, dovremmo definitivamente scegliere di non ricorrere a schemi strutturati, che irrigidiscono e spersonalizzano il comportamento e le risposte dei bambini.

      Il problema non sta nel valutare le risposte ma, piuttosto, nel considerare e vagliare bene le proposte e le domande che gli adulti pongono alle bambine e ai bambini: autovalutazione quindi, in qualità di docenti, con l’ausilio di partiture già sperimentate, magari, e condivisibili, con il dovuto adattamento alle varie situazioni e condizioni. Di qui l’aggancio al tema della professionalità: distribuzione di compiti, di ruoli, di turni; responsabilità condivise, ma anche profilate con maggior attenzione, anche ai dettagli; coinvolgimento del personale non docente nell’osservazione di regole adottate per il miglior funzionamento delle scuole; mediazione rivolta anche al coinvolgimento di esperti autentici di settori specifici del mondo dell’arte, della ricerca scientifica, dell’informazione, della multimedialità; ripresa di un contatto diretto con l’extrascuola, realizzato con uscite, esplorazioni, osservazioni e raccolta di testimonianze, documentazioni, protocolli, fonti per la rielaborazione in ambiente scuola.

      IDENTITA'
      ISTITUZIONALE
      PEDAGOGICA
        ORGANIZZAZIONE
      FLESSIBILITA'
      PROGETTUALITA'
      APERTURA DEI CURRICOLI
      ACCOGLIENZA
      DIVERSITA'
      FLESSIBILITA'
      GIOCO E RICERCA
      CONTINUITA'
      COOPERAZIONE
      SCUOLA DELL'INFANZIA
      BAMBINE/I
      SPAZI
      TEMPI
      MATERIALI
      ADULTI
      INTENZIONALITA'
      RETE DI SCAMBIO
      INTEGRAZIONE
      INTER-AZIONE
      ORGANIZZAZIONE
      SCANSIONE
      CONNOTAZIONE
      MEDIAZIONE
      ORIENTAMENTI
      CURRICOLI
      SAPERI
        FATTORI
      DI
      QUALITA'
      CONTESTO
      VALUTAZIONE
      VERTICALITA'
      INTERCULTURALITA'
      CONDIVISIONE
      RESPONSABILITA'
      PROFESSIONALITA'
      COMPETENZE
      FORMAZIONE
      QUALIFICAZIONE
      COMPLESSITA'
      AGGIORNAMENTO
      DOCUMENTAZIONE
      AUTOVALUTAZIONE
      RIFLESSIONE

      Ci auguriamo che, nonostante gli slittamenti dei tempi indicati e sempre disattesi, prima di tutto dai mittenti, questa consultazione si allarghi a macchia d’olio, verso un effettivo ed efficace ripensamento di tutti gli addetti ai lavori; che ne corrisponda un’adeguata diffusione e divulgazione (datata 12.04.1999, a fine aprile - data prevista per la diffusione capillare della Cm - moltissimi insegnanti non ne avevano ancora preso visione); che i suggerimenti e le opinioni dei più emergano dal comune senso di insoddisfazione e di impotenza che, sommesso e sommerso, cova tra coloro che molto, comunque e ovunque, si danno da fare.

      Il nodo della collegialità

      Un nodo cruciale continua ad essere quello della collegialità, del riuscire a lavorare insieme. Talvolta succede che non si ha chiaro che cosa fare insieme e trasferire quel che si fa in concetti diventa ancora più difficile, richiede uno sforzo di coniugazione tra teoria e pratica, una rielaborazione attenta e profonda della didattica e delle impostazioni di fondo. Forse dovremmo chiederci più spesso perché facciamo alcune scelte e non altre, come abbiamo deciso di dare priorità ad alcuni aspetti e con quali motivazioni, quali sono i ruoli che ci siamo assegnati e in virtù di che cosa e, soprattutto, dovremmo capire come ci vedono i bambini, che cosa rappresentiamo per loro, che funzione svolgiamo ai loro e ai nostri occhi.

      Chissà se i dati che sortiranno dalla consultazione raccoglieranno anche l’interesse e la curiosità dei non addetti ai lavori: pensiamo a qualche bell’articolo su quotidiani a tiratura nazionale o a qualche approfondito servizio televisivo. Noi ci daremo da fare.

      "A cinque... ma non da cinque"

      In Parlamento si sta discutendo sull’anticipazione dell’obbligo a cinque anni: vorremmo davvero che si cominciasse "A cinque...ma non da cinque" (come recita il titolo del Convegno nazionale tenutosi a Bologna il 14 e 15 maggio): la scuola dell’infanzia si snoda su un triennio di indiscutibile funzionalità ed efficacia; saranno le istituzioni a dover garantire una proposta formativa adeguata alle esigenze di tutti, perseguendo il primo obiettivo indicato nella stessa circolare: "la generalizzazione di questa scuola sull’intero territorio nazionale", senza prescindere "dalla qualità da definire attraverso l’individuazione delle condizioni e degli standard".

      Buon lavoro, quindi, a tutti coloro che vorranno credere, come noi, in una svolta, in un rinnovamento, in un’operazione di "autocoscienza" per il miglioramento e la ridefinizione di un sistema formativo di base che "cominci da tre".