venerdì, 17 ottobre, 2003



D' Alema avverte l' Ulivo: la scuola non può sopportare una rivoluzione ogni 5 anni


L' obiettivo del dibattito di Italianieuropei evitare la sindrome del «dove eravamo rimasti»
Seminario sulla riforma Moratti
Di Vico Dario

ROMA - «Un centrosinistra che pensa di tornare al governo non può pensare di fare come la Moratti, usare il metodo del punto e a capo. La scuola non può sopportare una rivoluzione ogni cinque anni». Le parole sono di Massimo D' Alema, che nella sua veste di presidente della Fondazione Italianieuropei, ha condotto ieri a Roma un seminario sulla scuola, tenutosi rigorosamente a porte chiuse. Un seminario a cui hanno partecipato esponenti dei Ds, della Margherita, delle Acli e della Cgil ma anche Giuseppe Bertagna, il principale ispiratore delle riforma Moratti, Vittorio Campione, ex capo di gabinetto del ministro Luigi Berlinguer accanto ad esponenti della Confindustria (Claudio Gentili) e del mondo cattolico (Michele De Beni). L' intenzione prima con la quale si è mosso D' Alema nell' organizzare il seminario è stata innanzitutto quella di evitare che il centrosinistra in vista di una possibile revanche elettorale si faccia prendere dalla sindrome del «dove eravamo rimasti», che sia portato a cancellare con un tratto di penna l' esperienza di governo del centro-destra riprendendo le politiche di settore (scuola, economia, sicurezza, ecc.) dal punto dove si erano interrotte. Una sindrome che sembra piuttosto forte nei ranghi dell' Ulivo, specie tra quegli esponenti direttamente coinvolti dal ' 96 al 2001 nell' esperienza di governo. Il secondo obiettivo, sul terreno più specifico della scuola, è quello di aggregare - seppur a livello di soli esperti - tutte quelle componenti del mondo scolastico che sono rimaste frastornate dall' approvazione della riforma Moratti prima e dal suo mancato finanziamento dopo. Nel corso del seminario è stato, infatti, criticato il metodo improntato «all' ingegneria scolastica» con il quale si sarebbe mossa l' attuale ministro, sottovalutando completamente la raccolta del consenso. Come elemento di discontinuità rispetto alla precedente impostazione dell' Ulivo, D' Alema ha citato l' importanza della formazione professionale e di un rinnovato investimento per qualificarla. Subito dopo si è speso a favore dell' autonomia scolastica come «motore della politica di innovazione» e anche in questo caso ha sottolineato una discontinuità rispetto a una tradizionale visione centralistica. Sul terreno delle risorse e della parità il presidente di Italianieuropei non cancellerebbe l' apertura dei privati ma ha fatto capire di volerla ricondurre a standard comuni e a più rigorosi controlli di qualità. D' Alema, infine, ha ribadito fedeltà a due punti chiave della proposta della sinistra: valorizzazione della scuola per l' infanzia e formazione permanente. Intervenuto nel dibattito Gentili ha sollecitato la politica a riprendere il suo ruolo, dopo quelli che ha definito «15 anni di supplenza delle parti sociali». Campione, invece, ha sottolineato come ancora oggi il 95% delle risorse vada alle spese del personale. «Senza cambiare questo dato non si possono fare investimenti».

Dario Di Vico