N. 01 ottobre 2003
 

             Cui prodest?
S. Patrignano ovvero il disagio giovanile e la dispersione scolastica
Il secondo rapporto sulla valutazione della scuola
Tagli e autonomia
A proposito di integrazione scolastica
Come si stabilizza il precariato
Stato giuridico e dintorni
Esame di Stato e commissioni interne
Scuole private e "condono" culturale
Iniziative
 
             Cui prodest?

In questi giorni si è parlato molto del secondo rapporto dell'Invalsi sulla scuola. Quotidiani e telegiornali hanno scritto e detto dell'ignoranza dei nostri studenti in grammatica e in geometria.
Ma se i dati dicono la verità, perché il ministro Moratti non pensa a una riforma complessiva del sistema scolastico che preveda più scuola per tutti, con un obbligo di istruzione almeno fino a 16 anni; che preveda più ore di italiano, di matematica e di scienze; magari il tempo pieno, il tempo prolungato e gli istituti comprensivi (tanto per essere sicuri che tutti apprendano di più e meglio, in un tempo più disteso e in continuità di metodi e pratiche didattiche)? Perché non stabilisce che il limite massimo di studenti per classe sia di 24 e non fa sì che alle scuole siano assegnati gli insegnanti di sostegno necessari? Perché non pensa di ridare all'esame di Stato serietà e credibilità? Perché il ministro e il governo non considerano gli investimenti in istruzione un fatto prioritario per lo sviluppo del Paese?
Se i rapporti sulla qualità delle scuole italiane servissero a orientare coerentemente le politiche governative, potremmo allora convintamene dichiararne l'utilità e il generale interesse. Ma così, a chi giovano?

 
             S. Patrignano ovvero il disagio giovanile e la dispersione scolastica

Il 3 e 4 ottobre il ministro Moratti incontrerà i ministri europei dell'Istruzione e delle politiche giovanili (oltre 40 ministri) a Rimini, presso la Comunità di S. Patrignano, per affrontare il tema del "disagio giovanile e della dispersione scolastica".
Che cosa significa questa scelta?
Perché ricondurre il problema del "disagio giovanile e della dispersione scolastica" solo nell'ambito della tossicodipendenza e, in particolar modo, alla Comunità di S. Patrignano?
Il ministro lo spieghi agli insegnanti, a quelli che ogni giorno hanno a che fare con il disagio e l'insuccesso scolastico, lavorando in classi superaffollate, con ragazzi che dovrebbero avere il sostegno ma che il sostegno non hanno.
Lo spieghi ai "maestri di strada" perché ha scelto, fra le mille pubbliche sedi possibili, proprio la Comunità di S. Patrignano.
Il sospetto che le risposte al disagio giovanile possano essere analoghe a quelle del ministro Castelli (inasprimento delle pene per i reati minorili) o recentemente del vicepresidente Fini (mano di ferro e carcere per i tossicodipendenti!), fa sì che la scelta di incontrarsi a S. Patrignano induca ancor di più contrarietà.

 
             Il secondo rapporto sulla valutazione della scuola

E' stato presentato nei giorni scorsi il secondo Rapporto dell'Invalsi sulla valutazione del sistema di istruzione (2002-2003).
Il progetto pilota (che ha valutato circa 18.000 studenti di quarta elementare, prima media, prima e terza superiore), è stato realizzato da un gruppo di lavoro presieduto dal professor Elias. Il Rapporto segnala i gravi problemi dei nostri studenti, soprattutto della scuola media e della superiore, nei confronti della lingua italiana (in particolare nell'uso della grammatica) e della geometria.
E' stata - in sede di presentazione - sottolineata la grave situazione degli studenti degli Istituti tecnici e professionali, mentre risulta decisamente migliore quella degli studenti dei Licei Classici (!).
Il ministro Moratti ha poi spiegato che gli obiettivi del progetto pilota sono tre: quello di dare alle famiglie uno strumento in più per fare scelte consapevoli (probabilmente per mandare consapevolmente i propri figli nel secondo canale); quello di aiutare le scuole a rafforzare la loro autonomia (e intanto vengono tagliate le risorse); quello di orientare l'amministrazione scolastica verso le scuole con maggiori difficoltà (eppure furono tolti di mezzo i nuclei di supporto alle scuole autonome).
Attendiamo ora il terzo Rapporto.

 
             Tagli e autonomia

Molti dirigenti scolastici stanno denunciando il taglio, avvenuto in soli tre anni, di circa il 40% dei fondi destinati all'autonomia.
Per l'anno scolastico in corso lo stanziamento dei finanziamenti per l'autonomia è di 225 milioni di euro (direttiva n° 48 dell'8 maggio 2003), cioè 700 mila in meno dell'anno scorso e 25 milioni in meno rispetto al 2001. Sul totale solo una piccola parte andrà direttamente alle scuole.
Una parte consistente andrà invece a finanziare la campagna pubblicitaria per la riforma scolastica e il suo difficile avvio.

 
             A proposito di integrazione scolastica

Mentre il ministro dell'Istruzione dichiara che va tutto bene per l'integrazione scolastica, i genitori dei ragazzi con handicap denunciano i tagli alle ore di sostegno, le inadempienze istituzionali e altre difficoltà di tutti i tipi.
Per questo motivo i genitori si sono accordati per inviare lo stesso modello di lettera ai dirigenti scolastici per sapere se i loro figli hanno garantite tutte le condizioni previste per l'integrazione: e cioè se le ore di sostegno richieste sono state assegnate alla scuola; se la classe frequentata dai loro ragazzi rispetta i limiti numerici massimi di alunni; se sono presenti nella scuola i collaboratori per l'assistenza igienica.
E varie altre questioni.
Vedremo ora che cosa risponderanno i dirigenti.

 
             Come si stabilizza il precariato

E' stato di recente approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sui precari.
Il testo - che tenta di trovare una soluzione al problema del precariato- riscrive la tabella di valutazione dei titoli da allegare alle graduatorie permanenti e stabilisce le regole per il conseguimento dell'abilitazione dei docenti in possesso del titolo di specializzazione per il sostegno. Le polemiche però sono già numerose.
Negative sono infatti le reazioni dei sindacati (per le mancate immissioni in ruolo e per l'aumento dei precari ), negative le reazioni degli stessi precari (che attendevano risposte risolutive), negative le reazioni dei precari del sostegno (che non sanno come, da ora in poi, sarà valutato il servizio da loro prestato), negative le reazioni dei docenti specializzati nelle Siss (che vedono a loro volta lesi i loro diritti e disattese le loro aspettative), negative le reazioni di quanti non si rassegnano all'idea che sia finito il tempo della certezza del diritto e del rispetto delle regole.
Che ci sia un'arte particolare nel saper scontentare tutti, ma proprio tutti?


 
             Stato giuridico e dintorni

A fine luglio sono stati presentati alla Camera dei Deputati due progetti di legge - sostanzialmente di analogo contenuto - sullo stato giuridico dei docenti di scuola: uno (n.4091) di Forza Italia, Udc, Lega, l'altro (n. 4095) di Alleanza Nazionale.
In entrambi sono definiti i principi fondamentali della funzione docente; sono previsti lo sviluppo di carriera (con l'introduzione del docente tirocinante, ordinario ed esperto), la retribuzione per merito e l'istituzione di un albo nazionale dei docenti.
In entrambi è riveduta e corretta sia la funzione dei dirigenti scolastici sia quella degli ispettori. Sono inoltre definiti i nuovi organismi tecnici rappresentativi (uno nazionale e uno regionale) e dettate le nuove disposizioni in materia di contrattazione sindacale (disposizioni che delimitano, anzi limitano, l'ambito della contrattazione). Entrambi i progetti prevedono l'istituzione di Rsu regionali. Quello di Alleanza Nazionale propone anche la soppressione delle Rsu di Istituto.
In entrambi viene, infine, definita l'area autonoma della docenza (ovvero la contrattazione separata per gli insegnanti).
Il progetto di legge di Forza Italia all'art. 5 introduce il riconoscimento della funzione dell'associazionismo professionale all'interno delle Istituzioni scolastiche, in merito alla didattica e alla formazione iniziale e permanente.
Al di là delle valutazioni nel merito delle singole proposte, tre domande:

  1. perché una legge dovrebbe limitare il campo d'azione e di iniziativa dell'associazionismo professionale, che si è sempre contraddistinto per la sua democratica, efficace e molteplice attività dentro e fuori le scuole?
  2. fino a che punto è legittimo l'intervento legislativo su una materia regolamentata dalla contrattazione?
  3. perché si parla di albo professionale, di standard della docenza, di codice deontologico senza far mai riferimento alla natura pubblica del reclutamento?


 
             Esame di Stato e commissioni interne

L'avevamo detto: l'esame di Stato con commissioni d'esame tutte interne avrebbe ridimensionato la prova finale nella scuola statale (a danno della serietà di tutto il percorso di studio) e avrebbe favorito il "malcostume" dei cosiddetti diplomifici.
Le disposizioni normative, infatti, combinate con la superficialità con cui vengono rilasciate le qualifiche di scuola paritaria alle scuole private che ne fanno richiesta, stanno producendo i primi effetti.
Scopriamo così che in molte scuole paritarie si verificano fatti strani che nessuno controlla: a un numero assai ridotto di allievi nelle classi della secondaria (anche due o tre alunni per classe) ne corrisponde un altro assai elevato, delle "abbreviazioni per merito" del corso degli studi.
Questo accade perché l'art. 2 (comma 1, lettera c) del Regolamento del nuovo esame di Stato (Dpr n. 323 del 23 luglio '98) prevede che gli alunni possono sostenere gli esami nelle scuole pareggiate, legalmente riconosciute, solo se le scuole hanno corsi completi di triennio (ciò spiega perché tante scuole paritarie hanno corsi di triennio con un numero così esiguo di ragazzi) e perché una norma del nostro ordinamento (decreto legislativo n.227 del 5 aprile 1945, art.1) prevede "l'abbreviazione per merito" del corso di studio. Tale norma, però, non ha mai trovato diffusa applicazione per l'oggettiva difficoltà: infatti la votazione di 8/10 in tutte le materie della penultima classe e, contestualmente, una approfondita preparazione per sostenere nello stesso anno scolastico l'esame di Stato, è impresa che solo pochi ragazzi, eccezionalmente bravi, in alcune eccezionali situazioni, riuscono a sostenere nelle scuole statali.

 
             Scuole private e "condono" culturale

Si sta attualmente (e non casualmente) verificando un vero e proprio boom dell'abbreviazione per merito (vedi nota precedente) nelle scuole paritarie, in particolare di alcune aree geografiche del Paese. I numeri parlano in modo eloquente.
Nell'anno scolastico 2001/02 in Campania, a fronte di 916 allievi di quinta classe presentati all'esame di Stato, 588 hanno fruito dell'abbreviazione per merito. In molte scuole colpisce la relazione che c'è tra il numero degli studenti "regolari" (che frequenta cioè l'ultima classe) e il numero di quelli che "abbreviano" il corso. In una classe di 16 allievi di un Istituto siciliano, quelli che abbreviano sono 14; in un altro caso, sempre in Sicilia, la parità è assoluta: 33 regolari e 33 "saltatori". La stessa parità si raggiunge in una scuola della Campania: 3 regolari e 3 saltatori. In un altro caso, questa volta nel Lazio, i regolari sono 7 e i saltatori 10! Inoltre, sempre per effetto delle norme vigenti e delle sue distorte applicazioni, ai regolari e ai saltatori si aggiungono numerosi privatisti: in una scuola di una provincia siciliana si trovano 9 regolari, 9 saltatori e 17 privatisti!
Una indagine accurata sul fenomeno potrebbe rivelarci che un numero non irrilevante di diplomi del sistema pubblico italiano viene rilasciato non in ragione delle competenze raggiunte dagli studenti, ma delle congrue rette pagate dalle famiglie ad alcuni Istituti "compiacenti".
Insomma, si sta istituendo una sorta di annuale "condono" culturale!

 
             Iniziative

Il 10 ottobre il Cidi e il Centro di Didattica museale organizzano a Roma un seminario di studi sul tema "Il museo effimero. Per una didattica delle mostre temporanee".

Il 17 e 18 ottobre il Cidi di Roma organizza un convegno su "Scuola elementare al bivio. Piani di studio, portfolio, tutor, tempo scuola".

 
             Rettifiche

In una nota del numero 0 si dice che alcuni parlamentari DS hanno presentato una Interrogazione al ministro Moratti sulla scomparsa dal sito del web del ministro della circolare n. 68/2003. Correggiamo: l'interrogazione non è stata presentata in quanto nel frattempo la circolare è ricomparsa sul sito del Ministero.




 


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