a cura di Emma Colonna e Marina Boscaino
N. 29 del 10 novembre 2006
 


Care colleghe, cari colleghi,
il 4-5-6 dicembre si terranno nelle nostre scuole le elezioni delle rappresentanze sindacali. Un appuntamento democratico al quale ciascuno di noi deve partecipare con la consapevolezza di quanto il proprio voto e la propria scelta siano importanti in questa fase particolare della vita del nostro Paese e in particolare della scuola: l’anno ponte – come il ministro Fioroni ha voluto chiamare quest’anno scolastico, alludendo a un passaggio obbligatorio, formale ma soprattutto sostanziale, tra la gestione del centro destra e quella del centro sinistra – richiede da parte di tutti i lavoratori della scuola il sostegno che solo attraverso una partecipazione attiva può essere espresso nella maniera migliore. Le RSU hanno dimostrato in questi anni l’importanza di una presenza vigile sul luogo di lavoro. In molti casi, in moltissime scuole, il sindacato – attraverso le RSU - è intervenuto, ha consigliato, ha chiarito diritti e doveri, ha sciolto dubbi. Si pensi, ma è solo un esempio, alla figura del tutor, prevista dalla riforma Moratti ma non contrattualizzata. La contrattazione sul posto di lavoro rappresenta uno strumento irrinunciabile per garantire i diritti fondamentali ed imprescindibili di lavoratrici e lavoratori, per rendere certi i criteri di trasparenza nelle scelte e nell’assegnazione delle risorse, anche nelle scuole dove i dirigenti scolastici non hanno saputo orientare nella maniera migliore le attività e le risorse dell’istituto. Andare a votare significa dunque prendersi cura della scuola e garantire quelle condizioni in cui si può esercitare al meglio la propria professionalità, considerando il clima particolare che si respira in questo periodo e che allarma – insieme a quello che sarà l’esito definitivo della Finanziaria - chi vive nella scuola. Dall’inizio dell’estate, infatti, si registrano attacchi continui alla scuola pubblica e, in particolare, al ruolo dei docenti. L’impressione è che esista una precisa volontà – soprattutto da parte di un forte segmento di commentatori ed editorialisti, trasversale alla stampa nazionale che più conta – che stia perseguendo un progetto di delegittimazione della funzione dei docenti, evidentemente volto a perorare cause che – tutte – rappresenterebbero un clamoroso arretramento delle condizioni del sistema dell’istruzione italiano: la cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti da parte dei dirigenti scolastici – con relativa abolizione delle graduatorie – che aprirebbe il varco a criteri arbitrari e limitativi della libertà e laicità dell’insegnamento e il conseguente licenziamento, soluzione estrema a episodi di malcostume e malfunzionamento – che pure nella scuola sono presenti – ma rispetto ai quali esistono già strumenti adeguati, male adoperati o ignorati del tutto. Infine la privatizzazione. Per questi e per tanti altri motivi il Cidi auspica una partecipazione convinta e massiccia alle prossime elezioni, certi come siamo che anche questa volta gli insegnanti italiani sapranno dimostrare la propria maturità e il profondo spirito democratico che li caratterizza.


             Criminalità e dispersione scolastica

Esame di Stato

Legge finanziaria

Iniziative

 
            
 
             Criminalità e dispersione scolastica

L'aumento vertiginoso della criminalità a Napoli e l'appello accorato di tanti che si sono pronunciati a favore di un intervento dell'esercito - ma di un esercito di insegnanti - per far fronte all'emergenza e costruire una cultura della legalità hanno avuto come conseguenza immediata la pubblicazione di dati drammatici relativi alla dispersione nel capoluogo campano. Alle scuole superiori più del 43% degli studenti (19.091 ragazzi rispetto a quanti si iscrissero 5 anni fa) si perdono per strada. Un dato simile solo a quello di Palermo e Catania, più alto di circa il 10% della media nazionale. A Napoli la percentuale cresce ulteriormente quando si considerino gli istituti professionali, con indici di abbandono del 58%. Qualunque sia l'effettiva veridicità di tali dati - rilevati da "Tuttoscuola" e smentiti dal direttore scolastico regionale, Alberto Bottino - è certo che il problema della dispersione sarà uno dei nodi cruciali che il governo di centro sinistra si troverà ad affrontare.

 
             Esame di Stato


La Commissione Istruzione del Senato ha apportato alcune modifiche al disegno di legge sulla riforma dell'Esame di Stato, che è approdato in Aula. Ritorno alle commissioni miste, obbligo per gli studenti di aver saldato tutti i debiti formativi, questi due cambiamenti fondamentali previsti dal provvedimento. Niente da fare, invece, per il rilievo - avanzato anche dal Cidi in sede di audizione - relativo alla possibilità che gli studenti privatisti continuino a sostenere la maturità anche negli istituti superiori paritari.

 
             Legge finanziaria


La Commissione Bilancio della Camera ha deciso di rinviare direttamente all'esame dell'Aula il dibattito (iniziato martedì) e l'approvazione di numerosi emendamenti. La sorte degli eventuali emendamenti approvati sugli articoli relativi alla scuola - molti dei quali proposti dal Cidi - è quindi strettamente legata al fatto che il Governo ricorra o meno al voto di fiducia sulla manovra.

 
             Iniziative

Tolmezzo 16 novembre Il soggetto che apprende tra scuola e società
Brescia 23-24 novembre Il confine della scuola e la scuola dei confini
Gemona del Friuli 24 novembre Come funziona la politica del cacciavite?




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