a cura di Emma Colonna e Marina Boscaino
N. 34 del 26 gennaio 2007

Memoria e ricordo: dovrebbe essere un dovere di tutti noi; per non dimenticare, per vigilare. Nel ricordo di 6 milioni di morti, nella volontà intransigente che quell’orrore non ritorni mai più. Il 27 gennaio il nostro Paese ricorda la Shoah e la scuola sarà in prima fila. La scuola, il luogo della formazione dei futuri cittadini, deve assumersi il ruolo di attivo e principale luogo della memoria e del ricordo, che le spetta per sua stessa natura. Nella convinzione che, dopo il 27 gennaio, quotidianamente la vigilanza incessante del ricordo e della memoria deve rappresentare il monito permanente a ripudiare e impedire gli errori e l’orrore di quel passato.

 

            
Avanti tutta!

Cui prodest?

Istruzione secondaria superiore

I conti non tornano mai

Rigore scientifico e cacciavite spuntato: nota sui libri di testo

Intesa sul lavoro pubblico e sulla P.A.

Esami di maturità

Una nuova stagione di impegno democratico: lettera agli insegnanti sull’obbligo di istruzione

36° Convegno Nazionale del Cidi

Iniziative

 
             Avanti tutta!

Il Consiglio dei Ministri del 25 gennaio ha varato importantissime misure che modificano profondamente la natura della scuola superiore, dalla possibilità di fare donazioni, alla struttura del comparto tecnico professionale. Tutto ciò attraverso il decreto legge sulle liberalizzazioni, che contiene anche provvedimenti che riguardano poste, benzina, parrucchieri. Sottolineiamo che procedere su materie fondamentali attraverso un decreto legge sottrae definitivamente tali materie alla procedura democratica del dibattito parlamentare. Non parliamo, poi, del confronto con la scuola. A proposito di ascolto…

 
             Cui prodest?

Nel Consiglio dei Ministri di ieri si è stabilito che, avendo la Finanziaria previsto l’autonomia finanziaria delle scuole (scusate il bisticcio), è necessario applicare alle stesse il regime delle Fondazioni dal punto di vista fiscale e delle donazioni. Si dice anche che il Consiglio di Istituto di ogni scuola avrà la facoltà di nominare al proprio interno un comitato esecutivo per la gestione dei fondi, con la possibilità di prevedere la presenza di rappresentanti delle autonomie locali, del mondo delle imprese, del terzo settore; verrebbero esclusi da tale organo gli eventuali donatori. Inoltre viene stabilito che le donazioni alle scuole siano vincolate ai settori edilizia scolastica, innovazione tecnologica, ampliamento dell’offerta formativa. Ci chiediamo: cui prodest? A chi giova? Se un’impresa o un privato vogliono fare una donazione consistente a una scuola, è possibile che non chiedano nulla in cambio? Sappiamo bene quanto il mondo dell’impresa ci tenga a piegare la scuola alle proprie esigenze. E ancora: ipotizzando un disinteresse reale, non si verrebbero comunque a creare notevoli disparità sul territorio nazionale? A questo proposito, nel disegno di legge che accompagna il decreto si prevede l’istituzione di un fondo perequativo per le scuole che non abbiano ricevuto donazioni, ma basterà a difendere e tutelare le scuole delle zone deboli del nostro paese? È evidente che con questa proposta l’intero Consiglio dei Ministri pensa al sistema scolastico come ad un insieme in cui anche il privato abbia la sua parte. Non più solo lo Stato che finanzia le scuole private, ma pezzi di privato che finanziano la scuola pubblica. Si tratta di un terreno complesso e molto scivoloso, di una trasformazione radicale che cambia la natura stessa della scuola italiana. Prima di imboccare questa strada sarebbe bene da una parte averne la consapevolezza, dall’altra aprire un dibattito nel Paese.

 
             Istruzione secondaria superiore

Lo stesso Consiglio dei Ministri ha definito importanti linee di cambiamento del sistema dell’istruzione secondaria superiore. Viene abolita la precedente organizzazione prevista dalla legge 53 di otto licei, fra cui quello tecnologico ed economico; viene ripristinata l’istruzione tecnica e professionale; vengono istituiti Poli tecnico-professionali, che prevedono al proprio interno la presenza degli istituti tecnici e professionali, di strutture formative accreditate per il conseguimento di qualifiche (gli attuali percorsi triennali e diplomi professionali spendibili a livello nazionale ed europeo), degli attuali IFTS. Siamo stati da sempre sostenitori dell’importanza dell’istruzione tecnica e professionale quale elemento fondamentale della scuola italiana, tanto da aver – insieme ad altre associazioni professionali – promosso un appello per la salvaguardia e la valorizzazione di quel pezzo di istruzione superiore. Tuttavia vogliamo capire meglio se il sistema che si va configurando, in particolare quello del Polo tecnico-professionale, vada in questa direzione.

 
             I conti non tornano mai

Le previsioni sulla popolazione scolastica per il 2007-2008 lasciano alquanto sconcertati: a fronte di un taglio di circa 14.000 cattedre, come prescrive la Finanziaria, si prevedono circa 28.000 alunni in più. Il pericolo, anzi purtroppo la previsione, è che il tetto del numero degli alunni per classe aumenterà ancora. È evidente che in queste condizioni il malessere non potrà che aumentare, e sarà sempre più difficile lavorare bene. Con una politica di questo tipo, che guarda prima e soprattutto alle cifre, alla fine ci rimettono tutti.

 
             Rigore scientifico e cacciavite spuntato: nota sui libri di testo

Da più parti si parla con insistenza di una lettera informale, scritta dal ministro Fioroni a Federico Motta, presidente dell’Associazione Italiana Editori, in cui si chiederebbe di improntare i libri di testo al “rigore scientifico” e non alle Indicazioni Nazionali. Dizione criptica, che se da una parte nega definitivamente la prescrittività dei “programmi Moratti”, dall’altra liquida in poche parole un orientamento e una materia su cui occorrerebbero mesi di duro lavoro. Ma anche pregevole intenzione, che però – nelle modalità – lascia più che perplessi. Un modello di scuola “fai da te” non è ciò che serve alla scuola italiana. Forse il cacciavite è spuntato: come è possibile cambiare i libri di testo in mancanza di una commissione che lavori alla rielaborazione dei programmi? Ricordiamo infatti che nella nota alle scuole del 31 agosto il ministro Fioroni aveva annunciato che avrebbe rimesso mano alle Indicazioni Nazionali. Oggi - a distanza di quasi 5 mesi da quella promessa, a 7 mesi dall’inizio di un nuovo anno scolastico che dovrebbe vedere l’innalzamento dell’obbligo, ma, soprattutto, a distanza di 3 mesi dalla scelta dei libri di testo per il prossimo anno - le Indicazioni non sono ancora state toccate. In mancanza di una riscrittura delle Indicazioni, i libri di testo adottabili in maggio rischiano di essere quelli decisi - con il colpo di mano che molti ricorderanno, compreso l’accordo con le case editrici che uniformarono a tempo di record gran parte dei testi alle Indicazioni - dal ministro Moratti. Anche perché – lettera informale o no – le aule professori delle scuole sono già meta dei rappresentanti delle case editrici

 
             Intesa sul lavoro pubblico e sulla P.A.

Governo, sindacati confederali, categorie del Pubblico Impiego hanno firmato il Memorandum di Intesa sul lavoro pubblico e riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche, che delinea quelli che saranno i contenuti contrattuali e normativi del previsto intervento riformatore sul lavoro pubblico. Superamento del precariato e limitazione della flessibilità, provvedimenti contro le esternalizzazioni dei servizi, misurazione e valutazione della dirigenza sono tra i punti più significativi della proposta, insieme al riconoscimento delle particolari funzioni che caratterizzano scuola, università e ricerca, settori per i quali viene di conseguenza prevista l’istituzione di un apposito tavolo. Considerata tale premessa positiva, il Cidi auspica che in quella sede si possa individuare il luogo per cominciare a valorizzare concretamente la professione dell’insegnante, caratterizzata da una specificità di impegno e da una responsabilità di natura del tutto diversa da qualunque altro lavoro.

 
             Esami di maturità

E’ stato pubblicato il testo di legge (GU n.10 del 13 gennaio) che riforma la maturità, con il ritorno – dal corrente anno scolastico - delle commissioni miste, il superamento dello scrutinio finale per l’accesso all’esame, la previsione di una valutazione che premi gli studenti migliori, una diversa ripartizione dei punti per prove scritte e colloquio. Dal prossimo anno scolastico si potrà accedere all’esame solo dopo aver saldato tutti i debiti accumulati precedentemente. Selezionate anche le materie della II prova scritta, quella di indirizzo: latino al classico, matematica allo scientifico, lingua straniera al linguistico, figura disegnata all’artistico, pedagogia al liceo pedagogico, lingua straniera per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere.

 
             Una nuova stagione di impegno democratico: lettera agli insegnanti sull’obbligo di istruzione

Partecipazione, impegno, convinzione: sono stati questi i dati più rilevanti emersi dal seminario organizzato il 20 gennaio scorso dal Cidi sul tema L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria. Il successo dell’iniziativa, caratterizzata da una serie di interventi che hanno concretizzato l’attenzione, la competenza e la costanza con cui il Cidi lavora da anni sul tema dell’innalzamento dell’obbligo scolastico, ha rafforzato in noi la necessità di non rinunciare alla centralità di due temi sui quali continueremo a insistere e a intervenire: la riscrittura delle Indicazioni Nazionali; l’assolvimento dell’obbligo dentro la scuola, senza mediazioni e ambiguità.

 
             36° Convegno Nazionale del Cidi

Scommettere sulla scuola: è questo il titolo del 36° Convegno Nazionale del Cidi, che si svolgerà a Roma il 16 - 17 - 18 marzo 2007 e che, come è tradizione, vedrà presenti centinaia e centinaia di docenti e dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia. Quest’anno, dopo la relazione della presidente nazionale Sofia Toselli, è prevista la partecipazione al convegno – tra gli altri ospiti - di Alain Touraine, con un intervento dal titolo: Per una democrazia non formale scarica il pieghevole

 
             Iniziative

Potenza 8 febbraio Innalzamento dell'obbligo di istruzione a 16 anni

Bari 9 febbraio La forma docente

Napoli 9 febbraio Verso il 2010. Ipotesi di lavoro e di ricerca per ridurre la dispersione scolastica

Firenze 16 febbraio Obbligo di istruzione tra autonomia scolastica e curricolo verticale




 

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