a cura di Emma Colonna e Marina Boscaino
N. 39 del 5 aprile 2007

Non ci sono soldi per la scuola. Non è una novità, semmai una conferma alla quale abbiamo stancamente fatto l’abitudine. E’ quanto è emerso qualche giorno fa dall’incontro dei sindacati scuola con il presidente del consiglio e il ministro Padoa Schioppa. Non ci sono soldi per rinnovare il nostro contratto (scaduto dal 2005!)  e per  rilanciare la scuola, già tanto penalizzata da una continua riduzione di fondi e di risorse. Quale futuro per la scuola che faccia dell’autonomia di ricerca e sperimentazione la propria dimensione quotidiana? Quale possibilità per la riqualificazione della professionalità dei docenti, umiliata da campagne di stampa irresponsabili e appiattita nella condizione di un’omogeneità lesiva della dignità professionale dei tantissimi docenti che – quotidianamente – profondono energie, competenze, entusiasmo a scuola e al servizio di una società che disinveste su di loro?  Eppure gli investimenti sul sapere sono al secondo posto nel programma in 12 punti che Prodi annunciò subito dopo la crisi di governo. Purtroppo non c’è molto da dire, se non ribadire ai sindacati le nostre richieste sulla presenza nel contratto di lavoro di modalità di valorizzazione della professionalità dei docenti. Anche per questo aderiamo convinti allo sciopero proclamato per il prossimo 16 aprile.


             Cultura scuola persona

Il Senato approva il decreto Bersani

I nodi vengono al pettine

Garanzie di civiltà

Da viale Trastevere

Buone nuove sul fronte dell’editoria

Iniziative


 
            
 
             Cultura scuola persona

E’ questo il titolo del documento “verso le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione” presentato il 3 aprile presso la sala convegni della Biblioteca Nazionale a Roma. Al seminario ha partecipato Edgar Morin, uno dei più autorevoli studiosi francesi, esperto di problemi educativi, molto conosciuto in Italia. Il documento, elaborato da una Commissione di studio presieduta dal prof. Mauro Ceruti, filosofo della scienza, preside della facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bergamo, rappresenta il testo di cornice per la riscrittura delle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo. Dopo le relazioni introduttive, affidate a Mauro Ceruti e a Edgar Morin, è intervenuto, fra gli altri, anche l’on. Luigi Berlinguer. I lavori sono stati conclusi dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Questi i nomi dei componenti la Commissione: Anna Maria Ajello, Andrea Canevaro, Gustavo Charmet Pietropolli, Gaetano Domenici, Franco Frabboni, Lucio Guasti, Silvana Loiero, Caterina Manco, Susanna Mantovani, Luigina Mortari, Carlo Petracca, Mario Riboldi, Marco Rossi Doria, Elena Ugolini. Il ministro ha assicurato che verranno presto avviate ampie consultazioni con la scuola e le associazioni professionali per accogliere esigenze e proposte degli insegnanti e produrre in tempi rapidi (si è parlato del 20 maggio) un documento che possa indirizzare l’attività scolastica del prossimo anno e consentire a una nuova commissione di esperti – di cui al momento non si sa nulla – di lavorare in tempi più distesi alle nuove Indicazioni nazionali. Chissà cosa pensa veramente la scuola di questo delicato passaggio dalla politica del “cacciavite” a quella del …“mattone”?

     
 
            
 
             Il Senato approva il decreto Bersani

Il 29 marzo – pochi giorni dopo la Camera – il Senato ha approvato, con voto di fiducia, la conversione in legge del decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Il testo, che non differisce da quello licenziato dalla Camera, a sua volta modificato rispetto all’originale, affronta i temi della scuola all’art.13. Importantissima è la ricollocazione all’interno del sistema statale dell’istruzione tecnico-professionale. Questo provvedimento restituisce centralità, dignità e certezza a una importante parte del sistema dell’istruzione secondaria. Inoltre, si prevede l’istituzione dei poli tecnico-professionali e l’estensione alle scuole del regime fiscale riguardante le fondazioni; sono previste ipotesi su orari e indirizzi della secondaria superiore e il rinvio di un altro anno della riforma della secondaria superiore prevista dalla legge Moratti.

            
 
             I nodi vengono al pettine

Il 21 marzo la giunta della Regione Lombardia (presidente Roberto Formigoni) ha presentato il progetto di legge regionale “Norme sul Sistema Educativo di Istruzione e Formazione della Regione Lombardia”, in base al Titolo V della Costituzione, ora all’esame del Consiglio Regionale. In barba all’innalzamento dell’obbligo di istruzione, il progetto di legge lombardo darebbe la possibilità ai ragazzi di iscriversi, dopo la terza media, anche ai percorsi triennali di formazione professionale. Esso prevede il potenziamento dei percorsi triennali regionali, un quarto anno di diploma e un quinto anno per sostenere l’esame per l’accesso all’università o all’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. Si apre il conflitto: il Ministro Fioroni accusa Formigoni di anticostituzionalità; Formigoni gli risponde che il Titolo V non è stato abrogato e perciò le Regioni hanno competenze esclusive in materia di istruzione e formazione professionale, nonché di amministrazione e organizzazione di tutto il sistema dell’istruzione! Anzi – rintuzza Formigoni - è il Ministro che ha invaso le competenze delle Regioni con l’attribuzione allo Stato dell’istruzione tecnica e professionale.
Ci sembra che siano state molto deboli le reazioni di tutto il centro sinistra, dei sindacati, della stessa Amministrazione centrale. Comunque vadano le cose questa legge è destinata ad accendere un conflitto costituzionale. E la scuola purtroppo ne farà le spese.

            
 
             Garanzie di civiltà

Dopo le numerose manifestazioni degli ultimi tempi contro i tagli agli organici previsti in Finanziaria e il conseguente ulteriore indebolimento del tempo pieno, il presidente del Consiglio Romano Prodi ha annunciato un disegno di legge intitolato Norme urgenti in materia di istruzione destinato a ripristinare la norma abrogata dalla Moratti sul tempo pieno. In attesa che il provvedimento percorra l’iter parlamentare, Prodi ha annunciato che per il prossimo anno ci saranno “mille docenti in più per il tempo pieno nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia”.

 
             Da viale Trastevere

Abbiamo appreso che Mario Dutto si è dimesso dal suo incarico. Non è una bella notizia, ci dispiace molto perché il Ministero perde un dirigente di grandi capacità e competenze. Inoltre, cosa ormai rara, una persona di grande civiltà.

 
             Buone nuove sul fronte dell’editoria

Posso usare i libri di mio fratello? E’ il titolo di una interessante iniziativa editoriale della casa editrice Zanichelli, che fa riflettere certamente sul significato delle politiche editoriali e sulla responsabilità che le case editrici hanno verso le politiche culturali della scuola italiana.

 
             Iniziative

Tolmezzo 20 aprile
Valutare nella scuola - Valutare la scuola

Torino 18 aprile
Il tempo della storia

Palermo 13 aprile
Fare scuola per la legalità e la cittadinanza

Tolmezzo 13 aprile
Diversità come valore?




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