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 a cura di Emma Colonna N.56 del 9 marzo 2008
Il ministro Fioroni ha detto all’incontro degli Scolopi di Roma, lo scorso 29 febbraio, che “chiunque vinca [le elezioni] deve completare la realizzazione della parità , che facendo leva sul principio di sussidiarietà valorizzi quello che c’è di buono, da qualunque parte arrivi, all’interno di un quadro di riferimento comune, garantendo alle famiglie la possibilità di essere aiutate nel proprio compito educativo a prescindere dalla propria condizione economica”.
Che cosa vuol dire signor ministro? Noi siamo insegnanti e come tali siamo abituati a dare significato e senso alle parole. Preoccupa perciò che non si tenga conto del fatto che una legge dello Stato - la 62 del 10 marzo 2000 - sulla parità scolastica scriva parole chiare e definitive, segnando una precisa distinzione tra scuole statali, scuole paritarie private e degli enti locali. Senza per altro aprire – in ottemperanza al dettato costituzionale (art.33) - ai finanziamenti diretti o indiretti alle private.
Perché allora ricominciare inutili battaglie ideologiche? Diamo tregua alla scuola, non facciamola oggetto di scambio politico. Qualcuno ha provato a mettere le mani sulla legge 194, si è sollevata una indignata reazione. Veltroni al riguardo ha detto parole chiare: “quella legge non si tocca”.
Il mondo della scuola aspetta ora parole chiare sulla legge 62.
Istituti tecnici e professionali

La scienza è cultura

La finanziaria e i tagli delle cattedre

I risultati del lavoro di due anni

La campagna elettorale è partita

Le proposte dei partiti

Iniziative

  Istituti tecnici e professionali
  In un convegno svoltosi a Roma lo scorso 4 marzo dal titolo “Persona, tecnologie e professionalità. Gli Istituti Tecnici e Professionali come scuole dell’innovazione”, sono stati presentati i documenti relativi alla riorganizzazione degli istituti tecnici e professionali di cui all’art. 13 della legge 40/07. Elaborato, a conclusione dei suoi lavori, dalla Commissione di esperti istituita lo scorso dicembre dal ministro Fioroni, il documento finale propone un taglio drastico e radicale degli indirizzi, che dovrebbero passare dagli attuali 348 a 19 (10 tecnici e 9 professionali). L’orario medio settimanale proposto è di 32 ore obbligatorie, alle quali le scuole possono aggiungere ulteriori ore nell’ambito dell’autonomia, a partire dal 20% nel biennio e in aumento progressivo nel triennio. Nel suo intervento al convegno, il vice-ministro Bastico ha affermato che il lavoro della commissione è stato portato comunque avanti nonostante la crisi di governo, nella speranza che, su un terreno così importante, ci possa essere una condivisione da parte di tutte le forze politiche. Il riordino dovrà ora essere esaminato da una apposita commissione parlamentare nella prossima legislatura.
 
  La scienza è cultura
  È questo il titolo di un convegno molto interessante svoltosi nei giorni scorsi a Roma e promosso dal gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica, presieduto da Luigi Berlinguer. Come è efficacemente espresso dal titolo, il convegno, che ha visto anche la partecipazione del ministro Fioroni e di Romano Prodi, si è posto il problema del ruolo della cultura scientifica nell’Italia di oggi. Come è stato ribadito dalla documentatissima relazione del professor Berlinguer, nell’era della conoscenza il nostro Paese stenta, produce meno scienza ed educa meno degli altri alla scienza. Le statistiche internazionali, sia per quanto riguarda gli investimenti in ricerca scientifica che per le conoscenze dei nostri studenti, sono tristemente note. Ormai siamo di fronte a una emergenza nazionale. Occorre che il rilancio della cultura scientifica diventi effettivamente una priorità, altrimenti si rischia, nel giro di qualche anno, di dover assumere ingegneri e scienziati dall’Asia e dall’America latina, Paesi nei quali gli studenti delle facoltà scientifiche si sono triplicati negli ultimi anni.
 
  La finanziaria e i tagli delle cattedre
  L’assessorato all’istruzione della regione Campania denuncia la grave situazione che si determinerà nel prossimo anno scolastico per il taglio di migliaia e migliaia di cattedre introdotto dalla finanziaria 2007/08 e reso applicativo dalla circolare n. 19 dell’1/2/08. Questa misura infatti penalizza soprattutto la scuola del sud, peggiorandone l’offerta formativa e rendendo la situazione interna agli istituti davvero ingovernabile. Anche i sindacati confederali annunciano un piano di iniziative per contrastare questi provvedimenti, non solo in Campania, ma anche nelle altre regioni interessate: Sicilia, Puglia, Abruzzo, Marche.
 
  I risultati del lavoro di due anni
  Per tutti coloro che fossero interessati ad avere Un bilancio dettagliato dell’attività del Ministero della Pubblica Istruzione nella passata legislatura, segnaliamo l’ultimo numero della newsletter del vice-ministro Bastico.
 
  La campagna elettorale è partita
  Dopo le prime battute, in cui sembrava quasi che i vari protagonisti si studiassero a vicenda, si cominciano a sentire i primi ragionamenti sulla scuola. Un po’da tutte le parti si fanno affermazioni generali e di cornice, sull’importanza della scuola e sui problemi aperti, anche se impegni veri e propri ancora non ne abbiamo visti. Ma la scuola questa volta vuole essere al centro e chiede impegni precisi, e infatti sono molte le prese di posizione, i documenti e gli articoli che associazioni professionali, testate storiche come Tuttoscuola e ScuolaOggi stanno rivolgendo ai partiti. Anche il Cidi si unisce a quanti sono preoccupati del destino della nostra scuola. E ci chiediamo: quale modello di scuola c’è dietro i programmi elettorali delle diverse forze politiche? Mai come questa volta è importante fare uno sforzo per capirlo.
 
  Le proposte dei partiti
  All’interno dello schieramento del centro-sinistra abbiamo selezionato i programmi del PD e della Sinistra Arcobaleno. Il Partito Socialista di Boselli dedica alla scuola pubblica e laica slogan molto chiari, ma non abbiamo trovato alcun documento. Nel programma del PD ci sono delle affermazioni generali condivisibili e proposte concrete molto contingenti (più ore di matematica, 100 campus nella scuola dell’obbligo entro il 2010); per la Sinistra Arcobaleno si ribadiscono i principi generali di una scuola pubblica e laica, oltre alla generalizzazione della scuola dell’infanzia e all’innalzamento dell’obbligo scolastico progressivamente a 18 anni. Anche l’UDC-Rosa bianca si occupa di scuola in un documento approvato in una riunione nazionale: l’affermazione più significativa riguarda la "libertà di scelta educativa garantita ai genitori (che) nasce dal concetto di pluralismo delle istituzioni, secondo la regola della sussidiarietà, e prevede il riconoscimento della parità giuridica ed economica". Il fatto che si parla esplicitamente di parità anche economica avvicina moltissimo questa formazione politica alle posizioni del PDL di Berlusconi.
 
 
  Bari 10 marzo
I formatori Cidi. Quali competenze?

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Cagliari 14 marzo
Costituzione, scuola e mass-media

 
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