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  a cura di Emma Colonna N.63 del 4 ottobre 2008   
     
  Si moltiplicano le iniziative di protesta per la politica del governo contro la scuola pubblica. Insegnanti, genitori, studenti, intere scuole, ma anche municipi, consigli comunali, associazioni professionali, forze politiche organizzano in tutta Italia le manifestazioni più varie: sit in, “fioccolate”, no-Gelmini day, scuole aperte. Mai come in questo momento dappertutto sono in corso mobilitazioni a difesa della scuola, con una partecipazione ampia della popolazione, ancor più che ai tempi della Moratti. Perché, come dice Simonetta Salacone in una Lettera ai Dirigenti Scolastici che in questi giorni è stata pubblicata su vari siti e quotidiani: “ Le scuole non appartengono al Ministero, agli Enti locali, ai dirigenti e ai docenti. Le scuole sono la rete che la Repubblica italiana si è data per far crescere cittadini consapevoli e critici. Le scuole sono di tutti i cittadini, che ne pagano compiti e azioni con la fiscalità generale. Le scuole appartengono ai territori, dei quali leggono ed esprimono i bisogni culturali e dai quali dovrebbero ricevere richieste e mandati precisi”.  
 

 
  A che punto siamo

Il piano programmatico

Andrea Canevaro e Dario Ianes si dimettono dall’Osservatorio per l’integrazione scolastica del Ministero dell’Istruzione

I dati sulla scuola

Lettera agli studenti che frequentano il biennio

Iniziative
     
  A che punto siamo  
 
  Alla VII Commissione della Camera dei Deputati si sta discutendo sul decreto 137, dove sono sintetizzati gli interventi del governo che, insieme ai tagli previsti, cambieranno radicalmente la natura della scuola italiana, dal ripristino dei voti nella primaria e nella media alla condotta, dal maestro unico ai libri di testo. In concomitanza con la discussione degli emendamenti è previsto per il prossimo lunedì un sit-in di protesta in piazza Montecitorio, a cui hanno aderito coordinamenti di insegnanti, genitori, personale ATA e studenti, movimenti e sindacati, associazioni, forze politiche. Purtroppo però il governo ha già dichiarato che anche su questo decreto chiederà al Parlamento il voto di fiducia. L'AIMC, il CIDI, la FNISM, Legambiente Scuola e Formazione, il MCE, l'UCIIM con un documento comune hanno chiesto il ritiro immediato del decreto.  
 
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  Il piano programmatico  
 
  Il piano (di cui all’art.64 della legge n.133), uscito da pochi giorni, conferma le più pessimistiche previsioni per la scuola. Si interverrà: 1. sugli ordinamenti scolastici; 2. sulla rete scolastica, compresi i Centri per l’educazione degli adulti; 3. sugli organici.
1. Le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati (D.L. n. 59/2004) saranno "opportunamente armonizzate" con le Indicazioni per il curricolo. Ci chiediamo come si possano armonizzare contenuti, obiettivi, abilità che afferiscono a due impostazioni culturali, pedagogiche e didattiche così lontane.
Nella scuola dell’infanzia l’orario obbligatorio “si svolgerà anche solamente nella fascia antimeridiana” con un solo docente. Nei territori montani, piccole isole e comuni, sarà consentita l’iscrizione alla scuola dell’infanzia di bambini di età compresa tra i due e i tre anni. E l’anticipo convivrà con le sezioni primavera.
Nella scuola primaria sarà privilegiato il modello organizzativo con un unico docente per un orario di 24 ore settimanali. Le altre opzioni possibili (se ci saranno risorse e organico) saranno: 27 ore con l’esclusione delle attività opzionali facoltative; 30 ore comprensive dell’orario opzionale facoltativo con l’introduzione del maestro prevalente; una estensione di altre 10 ore settimanali comprensive della mensa. L’insegnamento della lingua inglese sarà affidato all’insegnante di classe (per i docenti che non sanno la lingua ci sarà un piano di formazione linguistica obbligatorio della durata di 150/200 ore, attraverso l’utilizzo di docenti specializzati e di docenti di lingua inglese delle superiori).
Nella scuola secondaria di primo grado l’orario sarà di 29 ore settimanali (salvo per le classi ad indirizzo musicale). Ci saranno classi a tempo prolungato (di 36 ore massimo) solo se le scuole “dispongono di strutture e servizi per lo svolgimento di attività in fascia pomeridiana per almeno tre giorni a settimana e se c’è un corso intero funzionante a tempo prolungato”.
Saranno riesaminati anche i piani di studio relativi al sistema dei licei con l’intento di razionalizzare e semplificare l’impianto che avrà non più di 30 ore settimanali. Mentre i licei artistici, musicali e coreutica, gli istituti tecnici e professionali avranno un orario di 32 ore. Riduzione di materie e ore anche per i Centri di educazione per adulti.
2. Sarà riorganizzata la rete scolastica: i parametri del dimensionamento sono compresi tra i 500 e 900 alunni, per specifiche situazioni tra i 300 e i 500.
3. Saranno ridefiniti i criteri e i parametri per la determinazione degli organici: aumenteranno cioè gli alunni per classe, saranno annullate le ore di compresenza (tempo pieno) e ridotti gli insegnanti tecnico-pratici di laboratorio. Inoltre sono portate a 18 ore tutte le cattedre di scuola di I e II grado. Si provvederà anche ad accorpare le classi di concorso per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti; saranno attivati corsi di riconversione professionale per gli esuberi ai fini dell’inserimento in classi di concorso più ampie.
Saranno infine rivisti gli istituti giuridici che comportano comandi, collocamenti fuori ruolo e utilizzazioni.
Le varie misure previste porteranno nell’anno scolastico 2011-2012 ad una riduzione di 87.400 insegnanti, 44.500 Ata, 700 Istituzioni Scolastiche con la conseguente riduzione dei Dirigenti. Il risparmio sarà di circa 8 miliardi di euro. 8 miliardi di euro a fronte dello smantellamento della scuola pubblica.
 
 
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  Andrea Canevaro e Dario Ianes si dimettono dall’Osservatorio per l’integrazione scolastica del Ministero dell’Istruzione  
 
  Considerati - non solo in Italia - tra i massimi esperti del settore, i due pedagogisti esprimono in una lettera un fortissimo dissenso nei confronti delle misure sulla scuola del ministro Gelmini.
“Questa nuova politica scolastica fatta di  tagli, economie presunte, annunci e smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in condotta, bocciature, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti.  Queste politiche scolastiche sono evidentemente gestite da finalità economicistiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni e sulla credibilità della Scuola pubblica, come la vuole la nostra Costituzione”...
 
 
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  I dati sulla scuola  
 
  Si stanno dando veramente i numeri! In questo periodo sono stati messi in giro da fonti governative dati sulla scuola che non corrispondono a verità, a cominciare dal bilancio del ministero che sarebbe per il 97% determinato dagli stipendi. E poi l’uso distorto dei dati OCSE e di tutte le altre inchieste comparative a livello internazionale. Per dare quindi un contributo ad una corretta informazione abbiamo chiesto a esperti del settore di mettere insieme le loro competenze, dedicando all’analisi dei dati una sezione del sito del Cidi.  
 
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  Lettera agli studenti che frequentano il biennio  
 
  Da qualche mese si sta svolgendo a Torino, nel quartiere di S. Salvario, una esperienza singolare e molto interessante. Presso l’associazione ASAI (ASsociazione di Animazione Interculturale) si incontra una volta a settimana un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni, di varie nazionalità, per parlare dei loro interessi, discutere di scuola, programmare attività di vario tipo. Un modo sapiente per costruire integrazione e dialogo. Con loro ci sono due adulti “che però non danno particolare fastidio”: uno è Domenico Chiesa (il nostro Domenico Chiesa!) che ha avuto l’idea di far scrivere ai ragazzi una lettera ai loro coetanei, per convincerli a scrivere una lettera ai professori (sull’esempio di Lettera a una professoressa, in versione moderna) “ecco che cosa vogliamo: chiedere che tutti, ragazzi e adulti, prendano sul serio lo studio…sarebbe una vera rivoluzione”. Questa iniziativa ha raccolto tantissime adesioni, e ha attirato persino l’attenzione di Rai Educational. Una troupe per tre giorni ha condiviso e ripreso il lavoro, realizzando una trasmissione con Moni Ovadia che è andata in onda nel mese di agosto. Della lettera si parlerà, un sabato mattina di ottobre, anche nella trasmissione condotta da Luciana Littizzetto a Radio Deejay.  
 
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  Iniziative  
 
 

Cosenza 9 ottobre
Settembre pedagogico

Roma 10 ottobre
A scuola di Costituzione premiazione del concorso nazionale

Cagliari 14 ottobre
A scuola di Costituzione

Napoli 17 ottobre
…è tutta colpa del ’68?

Gonnesa 20-21 ottobre
Analisi e proposte per il curricolo

 
 
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