notecidi
  a cura di Emma Colonna N.64 del 28 ottobre 2008   
     
  Ragazze e ragazzi, docenti di scuola e di università, genitori, nonni, ricercatori e precari, presidi e rettori. La scuola tutta e l’università, insieme. Manifestano, discutono, fanno sit-in, protestano. Fanno lezione nelle strade e nelle piazze di tutta Italia. Non vogliono cappelli politici. Sono liberi, come libera è la scuola. Perché la scuola è di tutti. Questo i giovani lo sanno e difendono il loro  diritto a  una istruzione di qualità. Costruiscono informazione, facendo circolare le cifre esatte sull’entità dei tagli,svelano le bugie e le falsità, rivelano quale sia l’operazione che il governo sta tentando di portare avanti, contro la scuola e contro l’università. E’ vero,  di fronte ai cambiamenti spesso scatta la naturale resistenza,  ma chi non è di parte dovrebbe saper distinguere una protesta rituale da una che ha tantissime ragioni per durare. Nessuno vuole mantenere lo status quo,  specie gli studenti  che sulla loro pelle conoscono le iniquità del sistema scuola e università.  Ma se  la casa brucia non si sta a discutere su come ricostruirla, si cerca di spegnere l’incendio.  
 

 
  Sciopero generale

Settimana cruciale per la scuola

Un atto gravissimo che offende ogni coscienza democratica

Decreto sanità e dimensionamento

A rischio le scuole delle piccole isole e dei comuni montani

Come aggirare la legge 62

Iniziative
     
  Sciopero generale  
 
  Giovedì 30 ottobre, per la prima volta dopo tanto tempo, è stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale della scuola, con una manifestazione nazionale a Roma. Sarà imponente. La scuola tutta denuncia la politica dei tagli ciechi e indiscriminati, che avranno come conseguenza il peggioramento della qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, oltre che delle condizioni di lavoro e di vita, e la chiusura di ogni prospettiva per gli insegnanti precari, e chiede a gran voce che il governo ritiri il decreto 137. Il Cidi aderisce allo sciopero e alla manifestazione e invita tutti i suoi iscritti a fare altrettanto. L'appuntamento è alle 9 davanti alla libreria Feltrinelli, via Emanuele Orlando 84, Roma.  
 
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  Settimana cruciale per la scuola  
 
  Settimana cruciale per la scuola. Quasi contemporaneamente allo sciopero generale (forse addirittura mercoledì) si voterà la fiducia al Senato, mettendo la parola fine alla conversione in legge del decreto 137, quello, per intenderci, che, oltre ai tagli già previsti, istituisce il maestro unico, il ripristino del voto anche nella scuola primaria, l'uso del voto di condotta come strumento pedagogico. Intanto, come abbiamo già detto, in moltissime scuole in tutta Italia c'è uno stato di agitazione che coinvolge tutte le componenti, alunni, docenti, genitori, dirigenti, personale amministrativo. Molte scuole sono occupate, ma nella maggioranza dei casi più che di occupazioni si tratta di presìdi concordati con i dirigenti e con i docenti, in cui vengono assicurati sia lo svolgimento delle attività didattiche che le regole fondamentali della vita democratica. Quasi sempre i genitori sono coinvolti in vari modi.  
 
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  Un atto gravissimo che offende ogni coscienza democratica  
 
  Con una mozione approvata qualche giorno fa la Camera dei Deputati impegna il Governo a istituire "classi ponte" per gli alunni stranieri che, al momento dell'iscrizione, non abbiano superato un test linguistico. Anche il Cidi si è unito al coro di proteste che immediatamente si è levato contro un atto, voluto dalla Lega, che ha come unico scopo quello di separare i bambini italiani dagli altri, con la creazione di vere e proprie classi ghetto che non possono che accentuare i problemi e stroncare l'enorme lavoro per l'integrazione che le scuole fanno.  
 
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  Decreto sanità e dimensionamento  
 
  Con un altro colpo di mano il governo ha inserito nel decreto legge n. 154 riguardante "disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria" un articolo (il n. 3) per indicare alle Regioni la data entro cui concludere il piano di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche.
"... già a decorrere dall'anno scolastico 2009/10 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno... Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri ... nomina un commissario ad acta. Gli eventuali oneri derivanti da tale nomina sono a carico delle regioni e degli enti locali." Tale articolo sta suscitando ferme reazioni da parte di molte regioni che vedono una eccessiva ingerenza da parte dello Stato su una materia di loro competenza, senza aver avuto un confronto preliminare e, per di più, con una minaccia di commissariamento.
 
 
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  A rischio le scuole delle piccole isole e dei comuni montani  
 
  Nel piano programmatico del Ministero (di cui all'art. 64 della legge 133) al punto 2 (Riorganizzazione della rete scolastica) si dice che saranno eliminate le numerose situazioni non conformi ai parametri del DPR 233/98. Tale decreto nel fissare i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, prevede uno standard generale compreso tra i 500 e i 900 alunni come requisito necessario per il conferimento dell'autonomia, ma anche una deroga - compresa tra le 300 e le 500 unità - per le istituzioni scolastiche che si trovano nelle piccole isole e comuni di montagna. Le scuole al di sotto di tali parametri devono essere aggregate. Certo la materia è delicata e complicata (prova ne è il ritardo di molti comuni e regioni), la domanda però è sempre la stessa: laddove non sarà possibile aggregare le piccole scuole, che cosa succederà? E se un comune e una regione non hanno i soldi per pagare i costi delle aggregazioni (attivazione di trasporti, organizzazione della mensa, adeguamento delle strutture edilizie, ecc.)?  
 
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  Come aggirare la legge 62  
 
  Il 17 Ottobre il Miur ha emanato attraverso tre decreti (attuativi dei regolamenti applicativi dell'art.1 bis legge n. 27 /2006) le linee guida sulla parità, sulle scuole non paritarie e sulle convenzioni delle scuole primarie paritarie, perseguendo così quel disegno - cominciato con la Moratti e continuato con Fioroni - che, aggirando la Costituzione e la legge 62/2000, ridefinisce il nuovo assetto della scuola non statale del nostro Paese.
Il primo decreto (Decreto n.82/2008) detta le linee per l'attuazione del Regolamento concernente le modalità per l'inclusione ed il mantenimento nell'elenco regionale delle scuole non paritarie.
Il secondo (Decreto n. 83/2008) detta le linee per l'attuazione del D.M. che disciplina le modalità per il riconoscimento della parità scolastica e per il suo mantenimento.
Il terzo (Decreto n. 84/2008) detta le linee per l'attuazione delle norme in materia di convenzioni con le scuole primarie paritarie.
 
 
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  Iniziative  
 
 

Pescara 7 novembre
Voti versus giudizi

Palermo 6-8 novembre
Esiste l'intelligenza emotiva?

 
 
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