a cura di Sofia Toselli
N. 07 febbraio 2004
 

Vive la France!
"Da più di un secolo, la Repubblica e la scuola si sono costruite e rafforzate l'una con l'altra. La scuola è stata il sogno della Repubblica. E rimane senza dubbio la più bella e la più importante delle cose fatte… Penso che sia arrivato il momento per il nostro Paese di stringersi intorno a ciò che desidera per i suoi giovani e di rinnovare il patto che lo lega alla sua scuola. Questo è il senso del dibattito che ho voluto e per il quale ho impegnato il governo. Un dibattito sul futuro del nostro sistema educativo, aperto a tutte e a tutti, agli insegnanti naturalmente, ma anche alle famiglie, a tutti i professionisti, a tutti i francesi. Perché la scuola è il nostro patrimonio comune. .." (Dal discorso di J.Chirac, Presidente della Repubblica francese, in occasione del dibattito sul futuro della scuola. Il dibattito durerà oltre un anno e coinvolgerà tutto il Paese).

             Sotto il vestito… niente!
La partita è aperta
L'iniziativa dei gruppi parlamentari
Organi collegiali territoriali: stop al decreto
Quando l'aritmetica non fa continuità
I linguaggi delle discipline
Iniziative del Cidi
 
            
 
             Sotto il vestito…niente!

Alla fine, nonostante lo scenario caratterizzato da forti contrasti e da pesanti contrapposizioni, il primo decreto legislativo attuativo della legge 53 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 gennaio 2004. Entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale entro il 15 febbraio. Al testo precedente sono state apportate alcune modifiche (quasi tutti gli emendamenti proposti dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dell'Anci), ma la sostanza non cambia: il decreto segna la rottura con le migliori pratiche scolastiche e con la più autorevole cultura pedagogica italiana. E mentre sindacati, associazioni professionali, forze politiche, movimenti, comitati e coordinamenti di genitori e di insegnanti continuano a manifestare e a mobilitarsi, partono gli spot governativi che promuovono "bontà" e "bellezza" della nuova scuola. C'è un bel vestito nuovo per la scuola dell'infanzia, elementare e media. Ma sotto il vestito… niente! Gli insegnanti non lo vogliono indossare.

 
 
             La partita è aperta

Quello che emerge allo stato attuale è l'inapplicabilità del decreto perchè mancano le condizioni minime per attuarlo: la preparazione dei docenti, la stabilità degli organici per la formazione delle classi, la copertura finanziaria, la normativa contrattuale. La situazione nel prossimo anno scolastico sarà perciò ingovernabile anche perché il superamento dell'attuale modello curricolare con l'introduzione dell'orario obbligatorio, opzionale e aggiuntivo (un ventaglio che si apre e si chiude sulla base delle richieste delle famiglie) è un "modello" di flessibilità ingestibile dal punto di vista didattico e organizzativo. Intanto i sindacati scuola Cgil Cisl Uil hanno proclamato la mobilitazione per il 28 febbraio prossimo. I Cobas hanno proclamato lo stato di agitazione permanente e forme di sciopero "selvaggio". L'Unicobas ha indetto lo sciopero il 1° marzo. Inoltre sono stati presentati, da parte di Regioni e Sindacati, diversi ricorsi di incostituzionalità, illegittimità, eccesso di delega, in grado - se accolti - di annullare il decreto. La partita dunque è ancora aperta.

 
             L'iniziativa dei gruppi parlamentari

Si è svolto il 3 febbraio il secondo incontro promosso dai gruppi parlamentari dell'Ulivo e di Rifondazione comunista delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato (il primo ci fu il 12 gennaio). Gli incontri hanno lo scopo di costruire un rapporto stabile tra i gruppi parlamentari e gli organismi rappresentativi della scuola (Sindacati, Associazioni professionali e di genitori, comitati e coordinamenti del tempo pieno e prolungato). In un clima surriscaldato e in piena mobilitazione sul fronte della scuola, c'è l'obiettiva necessità di trovare le strade per rendere più forte e coordinata l'azione dei diversi soggetti contro il primo decreto attuativo e, più in generale, contro il sistema di istruzione e formazione che si sta delineando per il Paese. Gli incontri sono l'occasione per discutere su tutte le questioni che i vari provvedimenti, in particolare il primo decreto, lasciano aperte sul piano didattico e organizzativo. Erano presenti le senatrici Chiara Acciarini (DS), Albertina Soliani (Margherita), gli onorevoli Piera Capitelli (DS), Titti De Simone (Rifondazione Comunista), Antonio Rusconi (Margherita), Alba Sasso (DS).

 
             Organi collegiali territoriali: stop al decreto

Sono scaduti i termini previsti per la delega sulla riforma degli Organi collegiali territoriali, conferita al Governo dalla legge 137/2002. Il ministro Moratti aveva presentato lo schema del decreto (recanti modifiche al decreto legislativo n.233/99) al Consiglio dei Ministri, ricevendone l'approvazione il 27 novembre (vedi notecidi n. 5) Ma la Conferenza unificata Stato-Regioni e l'ANCI hanno espresso parere negativo per le evidenti violazioni delle competenze spettanti alle Regioni e agli Enti Locali. In effetti il decreto trasuda centralismo da ogni riga e risulta in contrasto anche con il decentramento dell'amministrazione e con la stessa autonomia del sistema scolastico, di cui riduce la partecipazione, il pluralismo e la capacità di proposta. L'unico obiettivo che il decreto sembra porsi è quello di costruire un Consiglio nazionale più duttile verso l'operato del Ministro. Torna ora alla ribalta il DPR n.233/99 (per intenderci quello del ministro Berlinguer), decreto mai attuato che però dichiara soppressi gli attuali Organi Collegiali. A questo punto che cosa succederà?

 
             Quando l'aritmetica non fa continuità

Abbiamo già scritto dei guasti che i vari provvedimenti del governo avrebbero causato alla scuola. Avevamo detto che l'orario cattedra a 18 ore di lezione frontale si sarebbe rivelato una iattura. Ora, a testimoniare le gravi conseguenze dell'orario cattedra a 18 ore, sono i docenti di lingua straniera dei licei scientifici di Bari, che hanno scritto una lettera per descrivere ciò che la nuova situazione sta comportando dentro le classi: "interruzione del rapporto educativo e affettivo tra docente-alunno-famiglia, impossibilità di programmare gli obiettivi educativi e didattici a medio e lungo termine, difficoltà di valutare gli studenti e di scegliere i libri di testo, impossibilità di aderire ai progetti europei pluriennali". Tutto questo perché per attuare le 18 ore frontali di lezione è necessario raggruppare le classi non più secondo il criterio della continuità didattica (che prima era garantita per l'insegnamento della lingua dalla prima classe alla quinta), ma secondo un calcolo puramente aritmetico. Insomma la logica del risparmio - che finora ha voluto dire: classi sempre più numerose, orario cattedra organizzato senza tener conto della continuità didattica, tagli dei finanziamenti alle scuole - continuerà a comportare "un inevitabile processo di regressione dell'azione didattica a scapito della preparazione degli studenti".

 
             I linguaggi delle discipline - materiali di lavoro per la scuola media e per il biennio.

E' il titolo dei tre volumi pubblicati.
Nella fascia scolastica collocata tra la fine dell'obbligo e l'inizio della scuola post-obbligatoria i linguaggi delle discipline si discostano sempre più dalla "lingua comune". Questa difficoltà può diventare una vera "barriera" per gli studenti stranieri e per tanti studenti, a rischio di insuccesso, del nostro Paese.
I percorsi proposti - risultato della collaborazione di insegnanti italiani, francesi, portoghesi e spagnoli - forniscono oltre 1000 pagine di materiali didattici sullo sviluppo di competenze linguistiche significative per una migliore comprensione delle diverse materie. Accompagna i percorsi sulla lingua delle discipline il volumetto "Le schede Paesi", dove viene proposto un quadro sintetico sugli aspetti socio-culturali e sui sistemi di istruzione di alcuni dei Paesi a forte flusso migratorio verso l'Unione Europea.
I volumi sono diponibili gratuitamente (fino a esaurimento) presso la ciid. I colleghi interessati potranno riceverli (con spese postali a loro carico) inviando la scheda a: Ciid - piazza Sonnino, 13 - 00153 Roma oppure via Fax:06/5894077 o per e-mail: ciid@cidi.it

   
 
             Iniziative del Cidi

Genova 4/5/6 marzo 33° Convegno nazionale: Quale scuola per l'Europa?
Firenze 13 febbraio Scuola di qualità per tutti o per pochi?
Reggio Calabria 20/21 febbraio A che cosa serve la letteratura?
Potenza 26/27 febbraio Leggere e (ri)scrivere per apprendere dai testi
Roma 19 febbraio Approvato il decreto: e adesso?

 

 


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