notecidi
a cura di Emma Colonna n.88 del 5 novembre 2010
In fondo che cos’è la scuola se non un luogo ‘separato’ dove si studia? Italiano, matematica, storia, arte. Storia del pensiero e delle azioni degli uomini. Delle loro conquiste. Delle sconfitte. Dei sentimenti. Dei miti e delle passioni. Per questo quando entriamo in classe ci dimentichiamo di tutto quello che c’è fuori. Per questo un’equazione algebrica è importante quanto una lezione di filosofia. Non c’entra niente la spendibilità e l’utilità immediata di quello che si studia. Infatti, come ha detto qualcuno, la cultura non si mangia. E infatti per fortuna ci possiamo sbizzarrire. A nutrire il pensiero, la fantasia, il gusto, la sensibilità. A far crescere e ad alimentare la sete di conoscenza. Con l’arte, la poesia, la letteratura, l’epica, la matematica, la musica, le scienze. È proprio quando le condizioni morali e culturali di un paese sono al minimo che è più facile imparare guardando indietro. Che cosa sono infatti le brutte vicende che la cronaca di tutti i giorni sbatte in faccia non solo agli adulti, ma anche agli studenti di ogni età, se non versioni attuali di terribili storie che l’umanità ha imparato ad esorcizzare fin dai tempi più antichi? Per non parlare dell’ottusità e della barbarie del potere, delle categorie del grottesco, della farsa, del comico, della tragedia delle guerre e della babele delle lingue e delle storie.

Per tutte queste ragioni quando entriamo in classe dimentichiamoci di quello che c’è fuori, tanto con la cultura non si mangia. Parliamo d’altro, facciamo scuola.



f Merito e valutazione

Vitetato criticare

Patrimonio pubblico o Spa

La continua altalena dei ricorsi

Indietro tutta

A Scuola di Costituzione

Settembre Pedagogico

Iniziative
Merito e valutazione
Da recenti dichiarazioni della Gelmini sembra che la valutazione degli insegnanti e delle scuole stia per arrivare al traguardo. E’ infatti “allo studio di un tavolo di esperti un meccanismo di valorizzazione della meritocrazia che agli scatti automatici per anzianità sostituisca avanzamenti legati al merito ed alla qualità dell'insegnamento, anche grazie al potenziamento del sistema di valutazione e di ispezione” (Il Sole 24Ore, 10 ottobre). Contestualmente prende corpo il progetto di un’anagrafe telematica di tutti i docenti, da pubblicare sul sito del Miur. Essa dovrebbe contenere, oltre ai dati anagrafici e ai titoli di studio e di abilitazione, anche altre informazioni tra cui la scuola dove il docente ha lavorato e lavora, eventuali pubblicazioni, specializzazioni, master, conoscenza delle lingue, uso del computer, ecc. Nessuno è pregiudizialmente contrario alla valutazione degli insegnanti se venisse detto con chiarezza chi è che valuta e che cosa si valuta. La maggior parte degli insegnanti è solo contraria a legare il “merito” individuale (la qualità dell’insegnamento) agli esiti degli allievi: chiunque infatti abbia esperienza di scuola sa che non esiste un legame automatico tra le due cose. E nessuno è pregiudizialmente contrario ad una anagrafe trasparente dei docenti se si conoscesse l’uso che se ne vuole fare. La maggior parte degli insegnanti della scuola statale è fortemente contraria alla finalità (ormai dichiarata!) cui tutto questo tende: scuole libere di assumere gli insegnanti, di pagarli in modo differenziato e di licenziarli se non servono più.
Vietato criticare
Da sabato 6 novembre sarà attivo il nuovo Codice disciplinare per i dirigenti scolastici, che prevede sanzioni, multe e divieti. In particolare, le espressioni in pubblico del dissenso nei confronti dei provvedimenti del ministro potrebbero essere considerate “manifestazioni ingiuriose nei confronti dell’amministrazione salvo che siano espressione della libertà di pensiero”, e quindi, in quanto “lesive dell’immagine della pubblica amministrazione”, punibili con la “sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino ad un massimo di sei mesi”. A stabilire se si tratti di libertà di espressione o ingiuria il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale. Saranno puniti anche gli atteggiamenti di tolleranza dei capi di istituto verso docenti e personale ATA. Dopo i fatti avvenuti nei mesi scorsi in Emilia Romagna e che hanno riguardato il Direttore dell’USR Marcello Limina e i suoi atti contro il prof. Francesco Mele e le posizioni espresse nel collegio dei docenti, (e che hanno dato vita all’appello a cui si può aderire) si sancisce per via amministrativa che nelle scuole è vietato discutere, esprimersi e tanto meno agire contro i provvedimenti del ministro. Questo sì che si chiama governare!
Patrimonio pubblico o Spa
È di pochi giorni fa la notizia che la Gelmini, immemore del fatto che le scuole appartengono agli Enti Locali e non a lei, propone una SPA cui conferire la proprietà degli edifici scolastici per gestire le scuole e metterle in sicurezza. Era stata messa da parte l’idea di trasformare la scuola in Fondazione e ora si parla di Società per azioni. L’ipotesi prevederebbe la partecipazione nella società per azioni anche degli enti previdenziali, oltre che di altri soggetti pubblici e privati. Di fronte al colpevole degrado del patrimonio edilizio scolastico, abbandonato per mancanza di fondi, piuttosto che investire sull’edilizia con un piano nazionale straordinario per la scuola, anziché sbloccare i fondi destinati all’edilizia come è stato chiesto dai Comuni e Enti locali, si ricorre a soluzioni di questa natura che di fatto privatizzano un patrimonio pubblico, un bene pubblico che la Repubblica istituisce e di cui la Repubblica è responsabile anche nella gestione e manutenzione degli edifici (art. 33). Gli Enti locali e le Regioni dicono che si tratta di un progetto improponibile. La Gelmini ha poi smentito in parte dicendo che l’iniziativa riguarderà solo i nuovi edifici.
La continua altalena dei ricorsi
Dal piano programmatico, previsto dall’articolo 64 della legge 133/2008, derivano tutte le successive norme dell’amministrazione Gelmini: circolari, ordinanze e decreti ministeriali che sono stati emanati ancor prima che i vari regolamenti giungessero a legittimare l’intero percorso di riforma. Sulla legittimità del piano programmatico il Cidi, insieme alla scuola Iqbal Masih di Roma e al CGD, presentò a suo tempo ricorso al TAR, ricorso giunto oggi al Consiglio di Stato. Ma il Consiglio di Stato ha emesso una ordinanza di rinvio per acquisire dal Miur una “documentata relazione” entro il 25 novembre, in attesa di ridiscutere il tutto in una nuova sessione, prevista per il 3 dicembre. Occorrerà, dunque, attendere un altro mese. Certamente la continua altalena, che riguarda un po’ tutti i ricorsi in campo contro gli atti di questo ministero, non può che dimostrare, in modo indiretto, la dubbia legittimità di tutta l’azione riformatrice sulla scuola di questa legislatura.
Indietro tutta
Con l’approvazione definitiva del DDL sul lavoro sarà possibile assolvere l’ultimo anno di obbligo di istruzione anche nell’apprendistato. Per i quindicenni stare in classe o entrare in piccole aziende con un contratto di apprendistato sarà la stessa cosa. In tal modo si delegittima il lavoro della scuola. Il provvedimento infatti equipara il lavoro della scuola pubblica, l’unica istituzione cui spetta per mandato costituzionale il compito di garantire saperi e competenze di cittadinanza, con la formazione che si farà nei percorsi di addestramento al lavoro. E così, anziché investire sulla scuola e innalzare per tutti i ragazzi l’età dell’obbligo di istruzione, si stabilisce che per una parte di essi è sufficiente un percorso di studio/lavoro povero di sapere e conoscenza e di scarsa qualità. Una scelta, dunque, in controtendenza con le richieste della società, dell’Europa e di quella parte del mondo del lavoro che guarda con interesse e urgenza a livelli più alti di istruzione e formazione. Spingere i ragazzi più deboli culturalmente e socialmente a uscire dalla scuola per mandarli in percorsi di addestramento a un lavoro dequalificato è una scorciatoia irresponsabile che taglia ai giovani ogni prospettiva di futuro.
A Scuola di Costituzione
Anche per questo anno scolastico il Cidi, insieme con l’Associazione Nazionale Magistrati e la Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, propone il concorso A Scuola di Costituzione, rivolto alle scuole di tutti i livelli scolastici e che ogni anno ha visto la partecipazione di centinaia di classi da tutta Italia. Le iscrizioni entro l’11 dicembre.
Settembre Pedagogico

Numerose le iniziative prese dai Comuni che hanno aderito all’edizione 2010 del Settembre Pedagogico, promosso da Anci e Cidi. Nel corso della XXVII Assemblea Annuale dell’Anci, che si svolgerà a Padova dal 10 al 13 novembre 2010, saranno consegnati i riconoscimenti assegnati alle migliori proposte di collaborazione tra Comuni e Scuole impegnati a valorizzare le potenzialità di uno stretto rapporto tra scuola e territorio, nell’esercizio dell’autonomia scolastica e istituzionale.

Iniziative

Trento 5-6 novembre
Sulle orme di Gianni Rodari
Napoli 9 novembre
C’era una volta il docente…
Prato 9 novembre
I care
Cagliari 10 novembre
A scuola di Costituzione
Brescia 18 novembre
Geografia Storia Educazione Civile. Legami occasionali o connessioni profonde?
Pescara 18 novembre
L’educazione permanente nell’EU: i progetti Comenius

Roma 6 dicembre
Omnia omnibus, equamente. La scuola cambia? Modelli di analisi e interpretazione


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