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Una mappa per …

a cura di Caterina Gammaldi e Emma Colonna

Ad anno scolastico appena avviato, raccogliendo l’invito di tanti colleghi che ci esortavano a costruire uno strumento di lavoro per orientarsi nella miriade di provvedimenti che si vanno definendo, abbiamo ritenuto opportuno riassumere la situazione mettendo a confronto gli atti normativi, i nostri documenti e  i pareri espressi dagli organismi di rito e di controllo sui medesimi.

Un testo che ci impegniamo ad aggiornare durante l’anno quando altre scelte verranno fatte dal Ministro e dal Governo in carica.

E’ nostra convinzione che le scuole vivano per effetto dei  tagli, del dimensionamento e dell’aumento del numero degli alunni per classe, una situazione assai complessa sul piano organizzativo, tale da non garantire situazioni di confronto sui curricoli, la didattica, le strategie educative possibili, men che meno sulla ricerca educativa.

Una scelta grave che non possiamo non denunciare e contrastare nell’interesse dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, degli adulti di questo Paese.

Un giudizio necessariamente critico, che ci siamo impegnati a rappresentare  in tutte le situazioni in cui siamo stati chiamati ad esprimerci  e che ci sollecita a proporre  piste di lettura delle misure e degli interventi ipotizzati senza giri di parole, guardando alla complessità della situazione che, a nostro giudizio, non potrà che peggiorare nei prossimi cinque anni.

Tagli sì, tagli no

Il balletto delle cifre in questi ultimi giorni ha impegnato  gli USR a inviare alle scuole di ogni singola regione note con messaggi rassicuranti. 

Per parte nostra segnaliamo che quando si “danno i numeri” è fatto obbligo a chi li fornisce di non mescolare i dati. Tutti sanno la differenza fra organico di fatto e di diritto. I tagli sono  e restano 57.271 (fra docenti e ATA) a fronte, in alcune regioni, di un aumento di studenti soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo grado.   

Tagli su cui faremmo bene a concentrarci. 

Gli insegnanti

Che dire di una “categoria” impietosamente definita di fannulloni? 

Eppure ci era sembrato di cogliere un timido tentativo di riportare al centro dell’attenzione l’innovazione. Invece abbiamo raccolto solo dichiarazioni sul merito e proposte di legge che indicano nella gerarchizzazione e nella valutazione degli insegnanti la terapia d’urto per ridurre il numero degli stessi. 

La situazione è ormai al limite,  fra risorse tagliate  e riduzione drastica degli spazi di reale collegialità nel lavoro d’aula (compresenze,  flessibilità) e negli spazi di progettazione  collegiale. 

La stessa proposta regolamentare sulla  formazione iniziale e l’assenza di misure che sappiano accompagnare quella in servizio indicano che si riduce la portata dell’art. 6 del DPR 275/99 che affidava alle scuole l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo e si annullano di fatto le potenzialità degli articoli di quel regolamento in capo all’autonomia didattica e organizzativa, che garantivano  agli insegnanti reali occasioni per riflettere sui contenuti,sugli spazi e sui tempi del curricolo di scuola. In quell’ articolo (il Cidi lo disse e lo scrisse subito) si trovava la reale portata innovativa di tutto il regolamento dell’autonomia scolastica.

Cittadinanza e Costituzione

La vicenda di Cittadinanza e Costituzione è inoltre sotto gli occhi di tutti. Né giova richiamare la  maggiore attenzione dei docenti a questo ambito. Con un atto di indirizzo è stata avviata una “sperimentazione” ed emanato  un bando di concorso,  a cui hanno risposto 3000 scuole (sono stati finanziati solo 104 progetti).

Si propone ora una iniziativa destinata a 60 scuole con l’obiettivo di far dialogare le medesime con il Parlamento, iniziativa non nuova per tutte quelle scuole che autonomamente già programmavano attività che potessero rendere più vicini gli studenti alle istituzioni della Repubblica.

Nessuno dice più che questo nuovo “insegnamento”, per altro mai introdotto, riduce ulteriormente  il tempo a disposizione per il curricolo storico-geografico e  storico–sociale, si impone nella logica delle “buone” educazioni, si avvia a diventare un lastricato di “buone” intenzioni senza il rigore pluridisciplinare che problematiche culturali di questo tipo meriterebbero.  

Valutazione

Dopo la pubblicazione in GU del DPR 122 del 22 giugno 2009 rimangono inalterate le osservazioni che più volte abbiamo formulato in corso d’opera. 

Le novità introdotte  sono irrilevanti, esclusivamente finalizzate all’introduzione  della valutazione numerica e alla semplificazione della comunicazione fra le scuole, verso gli studenti e le loro famiglie.

Non innova la cultura della valutazione, non interviene a proporre una riflessione su aspetti e problemi della valutazione scolastica,  dall’osservare i processi a misurare gli apprendimenti, dal valutare i percorsi e i  processi al certificare le competenze … 

Tutto questo rimane sotto traccia: un impegno delle scuole!

Da queste premesse l’invito a utilizzare la mappa che segue …



A che punto siamo

Il DL n. 112 del 25 giugno 2008 contiene l’ormai noto art. 64 da cui discendono quasi tuttele scelte di politica scolastica del governo in carica (compresi i famigerati 8 miliardi di risparmio in tre anni sulla scuola).

Fra gli interventi e le misure introdotti da questo articolo segnaliamo:

 

  • l’incremento di un punto nel rapporto alunni/docente
  • la razionalizzazione e l’accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti
  • la ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali
  • la revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi
  • la rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria
  • la revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi
  • la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa 

ll decreto n. 112, convertito in legge n. 133/08,  prevedeva all’art. 3 l’adozione di un Piano programmatico, da emanarsi entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso. Sull’illegittimità del Piano programmatico (i cui contenuti devono infatti corrispondere al dettato della legge che lo prevede, senza andare oltre), che per lunghi mesi è sparito dalla scena,  si basa il ricorso al TAR del Lazio presentato dal  CIDI, dal CGD e dalla scuola Iqbal Masih.

La legge 169

Il 30 ottobre 2008 è stata approvata la legge n. 169 (conversione in legge del DL 137/08 «Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università»). Da tale legge discendono alcune misure: riportiamo  quelle che hanno acceso le maggiori proteste tra gli insegnanti.

  • L’introduzione nel primo e secondo ciclo, in via sperimentale, dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale. Una scelta poi declinata in termini di contenuti, metodologie e attività in un documento di indirizzo del 4 marzo 2009. Su questo aspetto segnaliamo il documento del Cidi che rappresenta tutte le criticità della proposta in questione e il parere del CNPI, peraltro reso su un Decreto Ministeriale  mai emanato, che richiama il contesto europeo  e le scelte possibili per garantire un’educazione alla cittadinanza democratica;
  • la valutazione del comportamento degli studenti che concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso e all’esame conclusivo del ciclo
  • la valutazione del rendimento scolastico degli studenti espressa in decimi (per essere  ammessi alla classe successiva  o all’esame di Stato a conclusione del ciclo il voto non può essere inferiore al 6 in ogni materia). Documento del Cidi
  • l’organizzazione di classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali. Documento del Cidi

l Regolamenti che discendono dall’art. 64 della Legge 133/08.

  • Regolamento sulle Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, (DPR 81/09). Il testo è stato pubblicato in G. U. il 2 luglio 2009. Nella prima parte si affronta il dimensionamento delle scuole (rinviata al prossimo anno); nella seconda si definiscono gli organici, la costituzione delle classi (numero minimo e massimo di alunni per classe), le norme sull’istruzione degli adulti, sul tempo prolungato nella scuola media, sull’insegnamento della lingua straniera, sul sostegno, sulle modalità di costituzione delle cattedre. I contenuti di questa seconda parte del regolamento hanno inciso sulla bozza di decreto interministeriale sugli organici e sulla circolare n. 38 (aprile 2009) che sono i provvedimenti con cui il Miur ha emanato le sue disposizioni sugli organici e sulla composizione delle classi.
  • Il Regolamento sulla scuola dell’infanzia e primo ciclo (Dpr 89/09). Con un iter anomalo tale regolamento è stato fermo per mesi fino alla sua  pubblicazione in G.U. il 15 luglio 2009. Sui contenuti del regolamento la Corte dei Conti - chiamata ad esprimere parere - dopo aver accolto le motivazioni dell’Amministrazione (che ha dovuto affermare che il maestro unico e le 24 ore sono solo una delle varie opzioni organizzative e che vanno rispettate l’autonomia delle scuole e le scelte delle famiglie), ha dato parere favorevole. A seguito della pubblicazione del Regolamento in Gazzetta Ufficiale  è stato emanato, in data 8 settembre, un atto di indirizzo del Ministro. L’atto reca indicazioni per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione in attesa della prevista essenzializzazione/armonizzazione dei curricoli. Su questo atto ha espresso parere il 2 settembre u.s. il CNPI. Documenti del Cidi su infanzia, elementare, media.

 

 

N.B: nel Decreto Legge anticrisi votato dal Parlamento il 1 luglio scorso si stabilisce che i tempi previsti dalla legge 133 per l’adozione dei regolamenti attuativi (abbondantemente superati!) si intendono  comunque rispettati“con l’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri”. Nel frattempo viene anche - con un altrettanto disinvolto e anomalo iter legislativo - risolta la mancata attuazione del Piano programmatico: con un emendamento all’art. 78 del Decreto si stabilisce che : “ il Piano programmatico si intende perfezionato con l’acquisizione dei pareri previsti”.

Allo stato attuale, i seguenti regolamenti sono ancora all’esame degli organismi:

Schema di Regolamento riordino istituti tecnici

Schema di Regolamento riordino istituti professionali

Schema di Regolamento sul riordino dei licei  

Schema di Regolamento riordino CTP

Schema di Regolamento sulla formazione inizialeDocumento del  CIDI

I provvedimenti sono attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari e degli organismi di controllo. Il CNPI si è già espresso su tecnici, professionali e licei

In Parlamento

 

  • Federalismo scolastico. L’approvazione della legge sul federalismo fiscale pone nuove domande alla scuola che dovrà fare i conti con l’attuazione dell’art. 117 della Costituzione. Sono molte le preoccupazioni che si profilano, anche se il dibattito sembra ancora lontano da soluzioni praticabili e possibili. 
  • Riforma della Pubblica Amministrazione. La legge delega n. 15/09 riforma il lavoro pubblico e interviene su alcuni aspetti che attengono al modello contrattuale; si introducono, fra l’altro, la contrattazione di secondo livello e alcuni meccanismi di premialità e incentivi; cambiano le sanzioni disciplinari. E’ stato appena emanato dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo di attuazione della legge di riforma della Pubblica Amministrazione

  • Autogoverno delle Istituzioni scolastiche, scelta educativa delle famiglie, stato giuridico dei docenti (proposta di legge Aprea). Tutti i motivi di non condivisione si rintracciano nel documento del Cidi consegnato durante l’audizione  in Parlamento.  In questa sede si sollecita la dovuta attenzione ad alcuni passaggi contenuti in quella legge e che fanno riferimento a un nuovo stato giuridico e alla carriera e alla trasformazione delle scuole in fondazioni. Il testo originario, su cui si sono espresse in sede di audizione le associazioni professionali e le organizzazioni sindacali, ha subito alcune modifiche sostanziali (nuova stesura). Sul nuovo testo prosegue il dibattito in VII Commissione alla Camera.