Dichiarazione
di Alba Sasso,
presidente nazionale del Cidi,
componente del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione
Ritengo che nella seduta
del Cnpi del 10 aprile 2001 siano avvenuti alcuni fatti molto gravi.
Il Cnpi ha lavorato intensamente
per circa tre settimane per apportare, pur nella diversità delle
posizioni, tutte accuratamente registrate, emendamenti migliorativi ai
testi inviati dal Ministro (il regolamento per l'attuazione e gli
indirizzi curricolari per la scuola di base), per il previsto parere.
La richiesta, fatta da Snals
e Cisl, di rinvio sine die dell'avvio della riforma, motivata da difficoltà
legate alle condizioni di fattibilità, e la volontà di esprimere,
a partire da tali problemi, un parere negativo sulla riforma tutta, ha
volutamente e pretestuosamente interrotto il lavoro e il percorso
comune.
Non ritengo infatti che
sia il Cnpi la sede nella quale si contratta il piano di attuazione:
il tavolo sindacale di contrattazione sulle cosiddette questioni di fattibilità
(dagli organici degli insegnanti, al piano di formazione degli stessi)
è oggi ancora aperto.
Mi sembra inoltre
che non sia compito del Cnpi dare parere sull'avvio della riforma, già
indicato al Ministro, per il primo settembre 2001, dalle risoluzioni
parlamentari.
È per questo
che ho ritenuto non ci fossero le condizioni per un parere coerente al
lavoro intrapreso e che si tentasse di strumentalizzare il Cnpi per far
passare logiche e interessi di parte, senza pensare certamente all'interesse
della scuola.
Ritengo, infine, che dopo
l'uscita di un certo numero di consiglieri, tra cui tutti i rappresentanti
dell'associazionismo professionale, non ci siano state neppure le condizioni
minime di legalità per l'espressione del parere stesso.
Roma, 11 aprile 2001
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