Enriques, dopo aver porto i saluti a nome delle Casi editrici D'Anna, Loescher, Zanichelli, evidenzia l'impegno nella scuola e per la scuola che caratterizza sempre i convegni Cidi perché ci si trova " fra persone che, nonostante tutto, continuano a farlo con serietà".
A partire dal titolo s'interroga se si possa pensare a una scuola che non sia "insieme e a un tempo" per la cultura, il lavoro, la democrazia. Purtroppo "le difficoltà, culturali in primo luogo, di pensare e poi fare una scuola per cultura e insieme per il lavoro vengono affrontate… nella riforma in atto, andando verso due scuole, in cui le due cose, se pure presenti, lo sono in maniera radicalmente diversa, sul piano quantitativo e qualitativo". La riforma Moratti, dunque, andando in una certa direzione ha voluto prendere un sentiero che sembra una comoda scorciatoia ma che invece va verso un precipizio. Purtroppo certe direzioni di marcia della secondaria di secondo grado non sono un'idea recente. Fortunatamente la relazione del Presidente Domenico Chiesa ha affrontato il tema del rapporto scuola-lavoro in termini di effettiva integrazione nel processo formativo.
L'amministratore delegato ritorna poi a quello che è il compito principale degli editori: parlare di libri. E di novità la Zanichelli, ma sicuramente anche altre case editrici, ne propone.
Ricorda che nel campo della mediazione culturale la struttura scolastica centrale fa poco per cui la casa editrice ha prodotto materiale per studenti con scarsa preparazione nella nostra lingua. Ma soprattutto dichiara che, fortunatamente, di fronte a quelle mancanze all'interno delle indicazioni nazionali, come ad esempio la teoria di Darwin, poi reintrodotta, e la storia della Terra, i "buoni autori" tengono conto delle migliori pratiche didattiche e dell'esigenza d'improntare i libri a spirito critico, indipendentemente dalle "Indicazioni nazionali. Paradossalmente scialbe indicazioni nazionali possono dare risalto alla professione degli editori". (a cura di Filomena Pisciotta)
|
|
|