Le
ragioni della scuola
Nei processi di riforma da protagonisti
(un documento comune
delle associazioni professionali)
Rappresentanti
dell'Aimc, del Cidi, della Fnism, del Mce, dell'Uciim, di Legambiente
Scuola e Formazione, riuniti il 27 giugno 2001 nella sede di via
Crescenzio 25, Roma, proseguendo nella prassi di reciproca consultazione
e di cooperazione proficuamente avviata negli scorsi anni, hanno
svolto un'ampia riflessione interassociativa sui problemi della
scuola e della professionalità docente, per valorizzare,
nella pluralità delle ispirazioni e delle esperienze che
le contraddistinguono, comuni valori di riferimento, nel servizio
ai colleghi e alle scuole e nel dialogo con i rappresentanti delle
istituzioni a ogni livello.
Idee fondative
della scuola e della funzione docente
Le associazioni suddette, che hanno iniziato la loro attività
in tempi diversi nel corso del Novecento, condividono alcune idee
fondative della scuola e della funzione docente, promuovendo,
pur con diverse impostazioni culturali, il protagonismo dei docenti,
nell'affermazione della scuola come luogo di promozione culturale
e di cittadinanza per tutti. A queste idee intendono restar coerenti
nel passaggio alla società del terzo millennio, che si
caratterizza particolarmente per il valore delle conoscenze.
Queste idee di fondo appartengono alla tradizione della nostra
scuola e sono state recentemente espresse con efficace sintesi
da alcune affermazioni di recenti norme, che qui si ricordano:
- "La scuola è luogo di formazione e di educazione..è
una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale,
informata ai valori democratici e volta alla crescita della
persona in tutte le sue dimensioni" (Dpr 24-6-1998, n.249,
art.1).
- "L'autonomia delle Istituzioni scolastiche è
garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale
e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di
interventi di educazione, formazione e istruzione, mirati allo
sviluppo della persona umana
al fine di garantire loro (sono
"i soggetti coinvolti") il successo formativo,
coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali
del sistema d'istruzione
" (Dpr 8-3-1999, n.275, art.1).
- "Il sistema educativo di istruzione e di formazione
è finalizzato alla crescita e alla valorizzazione della
persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva,
delle differenze e dell'identità di ciascuno, nel quadro
della cooperazione fra scuola e genitori, in coerenza con le disposizioni
in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche e secondo
i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo"(L. 10-2-2000, n.30,
art.1 ).
L'espressione "sistema educativo d'istruzione e di formazione"
riconosce pari dignità alla scuola e alla formazione professionale.
La Costituzione impegna la Repubblica a istituire scuole per tutti
gli ordini e i gradi mentre affida alle Regioni, articolazioni
fondamentali della Repubblica, la formazione professionale. Il
riconoscimento anche a enti e privati del diritto di istituire
scuole e di chiedere la parità, configura un ampio e complesso
sistema educativo d'istruzione, formato da istituzioni statali
e non statali, nell'ambito delle norme generali dell'istruzione,
che assicurano la dimensione nazionale e le diverse autonomie
del sistema d'istruzione.
Si ritiene che in questo caso la Costituzione, affermando il diritto
dovere della Repubblica di istituire scuole, non abbia inteso
il suo intervento come residuale nei confronti di quello, pur
legittimo, di enti e privati, per i quali ha previsto l'emanazione
di norme di parità. Il principio di sussidiarietà
non appare perciò applicabile all'istruzione, dato il carattere
nazionale del sistema, articolato nelle autonomie istituzionali
e aperto all'integrazione europea.
L'autonomia organizzativa e didattica di cui attualmente godono
le istituzioni scolastiche, costituisce una conquista storica,
funzionale - come ben dice la legge - al successo formativo dei
giovani, alla libertà di apprendimento e a quella d'insegnamento.
Non s'intende il successo formativo in termini riduttivi, quasi
che la scuola potesse svincolarsi dall'impegno a concorrere, per
la sua parte e con i suoi strumenti, a quel "pieno sviluppo
della persona umana" cui si riferisce la Costituzione.
E le stesse libertà di apprendimento e d'insegnamento vanno
lette in riferimento ai doveri precisati negli articoli 2, 3 e
4 della Costituzione.
La potestà che la legge riconosce alle singole scuole sul
curricolo è una novità che va riconosciuta e attuata
responsabilmente, in relazione alle finalità generali dell'ordinamento.
Già sulla base del Dpr 275 le scuole hanno cominciato a
introdurre scelte di tipo curricolare e a costruire reti e intese
con enti pubblici e privati, per la piena valorizzazione delle
proprie potenzialità educative. Si è cominciata
a diffondere l'idea dell'unitarietà della funzione docente,
della non gerarchizzazione fra gli ordini e gradi di scuola e
dell'opportunità di una continuità curricolare dai
3 ai 18 anni, attenta ai ritmi di sviluppo del soggetto in formazione.
Su queste posizioni, pur sulla base di diverse sensibilità,
frutto di passate esperienze, le associazioni professionali in
questione si riconoscono.
L'autonomia professionale riconosciuta ai docenti non è
rinuncia a qualunque criterio di valutazione: essa implica una
presa di coscienza dei valori che sono in gioco, in termini di
responsabilità sociale e professionale che l'essere insegnanti
comporta, e l'elaborazione di criteri e di procedure atte a valorizzare
le "buone pratiche" della funzione docente.
Le associazioni
professionali
Valori e criteri di questa rilevanza e di questa delicatezza non
ci paiono facilmente raggiungibili senza il contributo delle associazioni
professionali: queste hanno di fronte a sé un vasto campo
d'impegno, di cui dovranno tenere adeguato conto sia i rappresentanti
del mondo politico e amministrativo, sia i colleghi operanti nei
sindacati. Questioni delicate e complesse, che chiamano in causa
aspetti etici, culturali e pedagogico-didattici della scuola e
della docenza, vanno affrontate sulla base di una valorizzazione
delle competenze maturate dalle associazioni professionali, ai
fini di un'adeguata normazione e di una valida contrattazione
sindacale.
L'associazionismo professionale in cui si riconoscono le associazioni
citate intende partecipare con piena responsabilità alla
ricerca etico-pedagogico-didattica e alla formazione dei docenti,
nell'ambito di un sistema formativo che vede impegnati le Università,
gli Irre, gli Istituti nazionali, l'Amministrazione ai diversi
livelli della sua nuova articolazione.
Le associazioni citate non sono semplici agenzie di formazione,
ma luoghi di crescita personale, di riflessione, di confronto
e di maturazione di responsabili atteggiamenti e comportamenti
pedagogici e sociali, alla luce di ideali riconosciuti e condivisi,
messi alla prova nella partecipazione alla vita scolastica, attenta
anche ai risvolti sindacali e politici della vita professionale.
L'autonomia di ricerca e sviluppo, prevista dall'art. 6 del Regolamento
dell'autonomia, prefigura una prospettiva di protagonismo delle
singole scuole e dei docenti nella progettazione curricolare e
didattica e nella partecipazione alla gestione delle scuole, a
cui l'associazionismo professionale intende portare un contributo
attraverso l'offerta del proprio punto di vista e delle competenze
maturate in virtù della propria originale esperienza associativa,
espressione tipica dell'autonomia professionale.