LE LINEE GUIDA DEI DOCUMENTI INVIATI ALLE SCUOLE Il 31 agosto le scuole hanno ricevuto una lettera
con Nota di Indirizzo
a fima del ministro Giuseppe Fioroni e la nota
protocollo con l’elenco dei provvedimenti presi negli ultimi
mesi, a firma del capo di gabinetto Lucio Alberti. Dall’insieme
dei documenti si capisce che ciò che si vuole ricostruire nelle
scuole è un clima di “normalizzazione”, dopo
cinque anni passati tra “detti e contraddetti”, tensioni e
manifestazioni, nel più totale disorientamento di insegnanti, studenti
e genitori. Nella lettera il Ministro assicura spazio per l’ascolto del mondo della scuola, per il confronto con l’associazionismo professionale, con le organizzazioni sindacali di categoria, con le parti sociali; ribadisce la necessità di far fronte ad un riconoscimento sociale ed economico inadeguato, al precariato, alle incertezze della formazione iniziale e continua; evidenzia la necessità di finalizzare gli interventi al successo formativo; alla modernizzazione del profilo culturale di una scuola che tenga conto dei bisogni di una società complessa e plurale e delle trasformazioni del mondo del lavoro, rilanciando in termini nuovi la dimensione culturale europea; alla valutazione dei risultati dell’azione formativa; alla rivalutazione del comparto tecnico-professionale; afferma che la linea che intende perseguire è quella dell’attivazione di processi di trasformazione condivisi e che l’obiettivo è un miglioramento medio del sistema scolastico e non quello di moltiplicare le scuole di eccellenza. Nella nota di indirizzo si forniscono alcuni utili elementi di chiarificazione su temi importanti per l’inizio di un anno scolastico caratterizzato dalla coesistenza di parte della normativa elaborata precedentemente dal centrodestra e dalla nascita del progetto di scuola individuato dal centrosinistra. In essa vengono ribaditi alcuni elementi comuni all’impianto culturale – seppur eterogeneo - su cui poggia la coalizione; e vengono spiegati alcuni passaggi critici del difficile avvicendamento. Dell’intera nota solo il passaggio sull’obbligo rimane ambiguo e rischia di essere fonte di continua tensione: infatti se l’elevamento dell’obbligo, così ben definito nel programma dell’Unione, è quello di istruzione (art. 34 della Costituzione), perché il Ministro parla di istruzione e formazione obbligatoria? AUTONOMIA Viene valorizzato il ruolo degli insegnanti, dichiarando che la qualità del sistema dipende dalla professionalità e dalla motivazione di “buoni insegnanti”. Il profilo docente va sostenuto e arricchito da iniziative di formazione in servizio nell’ambito della formazione continua per tutta la vita”. OBBLIGO Si prevede un’ampia riflessione sugli istituti tecnici e professionali, dei quali vanno recuperate le connotazioni formative e i profili di usciti professionalizzanti. Si prevedono in sede di esami di Stato per queste tipologie di istituti anche prove di carattere laboratoriale. COMPETENZE DI BASE Si sottolinea l’obiettivo di rafforzare le competenze di base (conoscenze e abilità) e si afferma che “gli interventi legislativi degli ultimi tre decenni, insieme ai documenti programmatici e alle migliori pratiche didattiche sono un punto di riferimento importante per dare coerenza ai curricoli di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.” INDICAZIONI NAZIONALI Si dice che nel predisporre la loro offerta formativa le scuole abbiano come punti di riferimento il complesso delle indicazioni desumibili dal quadro normativo vigente nella consapevolezza comunque che i documenti allegati al D.lgs 59/04 per sua stessa affermazione sono da considerarsi un “assetto pedagogico, didattico e organizzativo transitorio”, in attesa dei relativi regolamenti. Il Ministro si impegna a procedere ad una revisione profonda di tale impianto, dando compimento alla “definizione dei curricoli” (ex art. 8 DPR 275/99). “Ciò che qui preme rilevare – dice il Ministro - è la piena autonomia delle scuole e dei docenti nella scelta dei concreti assetti pedagogici, organizzativi, metodologici e didattici”. E aggiunge che “sono apparse ridondanti le meticolose prescrizioni organizzative e didattiche contenute negli allegati al D.ls 59/04 quando non addirittura in contrasto con le previsioni del Dpr 275/99 (art.8) in merito alle regole di costruzione del curricolo di scuola”. NO TUTOR Si sottolinea che in una scuola dell’autonomia le modalità per documentare i processi formativi degli alunni devono poter essere individuate dagli insegnanti, che troveranno - senza che venga loro imposto dall’alto – le forme più utili per testimoniare e monitorare il percorso dei ragazzi (dossier, cartelle, portfolio). Ma questi strumenti non avranno valore di certificazione e valutazione. L’attestazione dei traguardi intermedi sarà affidata a sobrie schede di valutazione, mentre la certificazione delle competenze sarà proposta in via sperimentale solo per l’ultimo anno del ciclo di base e andrà riferita a standard preventivamente definiti. ESAME DI STATO Inoltre gli obiettivi posti in conclusione del documento propongono alcuni elementi di novità rispetto al passato:
Infine riteniamo importante sottolineare la terminologia usata nella lettera e nella Nota: si torna a parlare di autonomia della scuola, di autonomia culturale dei docenti, di curricolo, di scuola di base, di team, di corresponsabilità e collegialità Per chi volesse saperne di più, proponiamo una sezione in cui vengono elencati i fondamentali testi normativi di riferimento relative alle modifiche illustrate nella Nota di Indirizzo.
ATTI DI CARATTERE LEGISLATIVO
- L. 228 12/7/06 dispone: a) la proroga di ulteriori 18 mesi dei termini per l’eventuale modifica dei seguenti decreti legislativi: - 76/2005 (diritto-dovere alla istruzione e formazione, art. 2, comma 1, lett.c, legge 53/03); - 77/2005 (definizione delle norme generali dell’alternanza scuola-lavoro, art. 4 legge 53/03); - 226/2005 (norme generali e livelli essenziali delle prestazioni del II ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, art. 2 legge 53/03); - 227/2005 (norme generali in materia di formazione degli insegnanti ai fini dell’accesso all’insegnamento, art. 5 legge 53/03). La legge 228/2006 blocca provvisoriamente i decreti attuativi della legge 53 28 marzo 2003 (la cosiddetta “riforma Moratti”) relativi alla materia descritta, prorogando di 18 mesi i termini entro cui essi possono essere modificati.
Anche questa proroga riguarda punti fondamentali della legge 53/2003. In particolare occorre sottolineare l’arresto della riforma delle scuole superiori, definita a fine legislatura. Con i suddetti provvedimenti la riforma Moratti viene sostanzialmente neutralizzata, in attesa della modifica dei decreti approvati dal precedente governo. ATTI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO A questo proposito – così come nella Nota di indirizzo - il Ministro ribadisce il carattere provvisorio delle Indicazioni Nazionali e la necessità di procedere ad una profonda revisione delle stesse, nonché alla emanazione di regolamenti definitivi del decreto legislativo 59/04 (il decreto attuativo della l. 53/2003 relativo alla scuola elementare e media). Pertanto, afferma il Ministro, esistono fondate ragioni per suggerire di soprassedere dall’applicazione delle modalità di valutazione introdotte dal portfolio e di avvalersi dei modelli valutativi preesistenti. Aumento dell’orario obbligatorio settimanale nella scuola media di II grado Insegnamento potenziato dell’inglese |