05.12.2000 - Proposta di legge sugli Organi collegiali di Istituto
Al Presidente della
Camera on. Luciano Violante
All’on. Giovanni Castellani,
Presidente della VII Commissione Cultura della Camera
e per conoscenza ai Presidenti
dei Gruppi parlamentari della Camera
Signor Presidente,
è con disappunto
e apprensione che rileviamo come l’autonomia scolastica, andata a regime
con il primo settembre di quest’anno, non veda ancora definite le forme
di rappresentanza, partecipazione e responsabilità delle componenti
che concorrono all’autogoverno delle singole scuole.
La Commissione VII, Cultura,
Scienza e Istruzione, dopo aver condotto varie audizioni e un lungo lavoro
di elaborazione, durato quasi tre anni – sulla base di tre diverse proposte
di legge presentate nel 1996 (n.2226-2665-3592-A) – ha consegnato a codesta
Presidenza, in data 25 febbraio 1999, un testo unificato, dal titolo Disposizioni
in materia di organi collegiali delle scuole dell’autonomia: testo fino
a ora non discusso in Aula.
Contestualmente alla richiesta
di accelerare l’iter parlamentare del provvedimento, intendiamo sottoporre
alla Sua attenzione anche la necessità di apportare qualche modifica
alla proposta di legge in questione: il testo, che pure al momento della
sua stesura definitiva sembrava integrarsi con il complesso degli altri
interventi di riforma della scuola, si presenta oggi - alla luce di quanto
maturato in questo ultimo anno e mezzo di dibattito culturale e politico
sulla scuola e sulla professionalità docente - in alcuni suoi punti
superato o incongruente.
La ratio complessiva del
testo deve trovare coerenza, sia con il quadro complessivo della riforma,
sia con il disegno globale degli Organi collegiali, sia con l’autonomia
scolastica e in particolare con l’effettiva possibilità delle scuole
di esercitare l’attività di autoregolamentazione. Ci si riferisce
in particolare all’art. 6, che definisce minuziosamente le articolazioni
del Collegio dei docenti, che devono essere invece affidate alla sua regolamentazione
autonoma. Diversamente queste scelte rischiano di irrigidirsi in norme
burocratico-formali, anziché in scelte sostanziali di una scuola
in grado di essere, per i docenti, luogo di sviluppo di professionalità,
di studio e di ricerca didattica: prerogative, del resto, riconosciute
dalla norma sull’autonomia (art. 21 legge 59/1997).
In secondo luogo non sembra
opportuno che una proposta di legge che delinea gli organi di governo delle
Istituzioni scolastiche entri nel merito della funzione docente e scandisca
(art. 10) i tratti di tale funzione e di una sua possibile articolazione,
per di più in scarsa coerenza con quanto in sede di dibattito politico,
culturale e professionale è andato maturando in questi ultimi mesi.
Appare inoltre inaccettabile
il rapporto numerico tra la rappresentanza dei docenti e quella delle altre
componenti nella scuola secondaria (art. 4), perché non riconosce
la responsabilità istituzionale della componente professionale nel
contesto dell’autonomia scolastica.
Contestualmente alla necessità
di “far presto” nell’approvare la proposta di legge sugli Organi collegiali
di Istituto, ne auspichiamo dunque i suddetti necessari chiarimenti.
Restiamo a disposizione
del Parlamento per eventuali contributi in sede tecnica.
Porgiamo ringraziamenti
e cordiali saluti.
In fede
Aimc (presidente
nazionale, Bruno Forte)
Cidi (presidente nazionale,
Alba Sasso)
Fnism (presidente nazionale,
Luisa La Malfa)
Mce (segretaria nazionale,
Simonetta Fasoli)
Uciim (presidente nazionale,
Luciano Corradini)
Roma, 4.12.2000
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