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Informazione e informatizzazione. Otto tesi
di Umberto Cerroni

1. L’informazione assume due destinazioni fondamentali: non è solo trasmissione di conoscenza ad altri uomini ma anche trasmissione di comandi a macchine che producono
senza lavoro manuale. Sfumano due tipi di confine; il confine tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e quello tra lavoro e non-lavoro. Può dissolversi l’opposizione tra lavoro e tempo libero. Si ha ormai la possibilità, in prospettiva, di lavorare nel tempo libero e di modellare il tempo di lavoro sul personale desiderio/bisogno di conoscenza e creatività.

2. L’uomo non è più caratterizzabile come toolmaking animal (animale facitore di strumenti) senza definirlo anche come animale pensante. Il pensiero emerge come caratteristica specifica e differenziale dell’uomo anche sotto il profilo della produzione di beni per il soddisfacimento dei bisogni materiali e della riproduzione fisico-biologica del corpo umano. Pensare diventa sinonimo di lavorare, ma pensare in maniera funzionale alla soluzione di problemi e cioè pensare per conoscere. Diventa praticamente vera l’intuizione kantiana che «pensare un oggetto non significa conoscerlo». Ma la conoscenza, in quanto è capace di risolvere problemi finora irrisolti, diventa lavoro produttivo contrariamente a quanto ritenevano i grandi economisti classici liberali e socialisti (Smith, Ricardo, Proudhon, Marx).

3. Si dissolve progressivamente un altro confine: quello tra tempo di scuola e tempo di produzione. La scuola invade tutta la vita lavorativa e la vita lavorativa irrompe nella scuola. Debbono sciogliersi sia i grandi confini tra le scienze naturali e le scienze sociali, sia i piccoli confini tra le discipline. Bisogna assumere coscienza che questi confini hanno soltanto un provvisorio senso didattico ma non un significato scientifico-cognitivo, quindi neppure un significato formativo.

4. La specializzazione diventa essenziale per la conoscenza molecolare del mondo e della realtà, ma diventa uno strumento difficilmente maneggiabile in un ambiente sempre più complesso. Solo una visione complessa indica le vie della specializzazione necessaria e utile. Lo specialismo separato, autarchico, autoreferenziale non diventa soltanto umanamente pernicioso in quanto causa distorsioni “professionali” e logora l’umanità dell’Homo sapiens sapiens: ne blocca anche le capacità cognitive. L’edificio della formazione, della conoscenza, della ricerca e della scoperta diventa sempre più un’effettiva universitas studiorum. Sempre più urgente diventa la pronta riconduzione della conoscenza specializzata alla conoscenza d’insieme.

5. Il gusto e il piacere della conoscenza si saldano alla produttività sia cognitiva sia economica. Nasce un nuovo umanesimo. Nasce una nuova Estetica, una teoria del sensibile ostile all’astrattismo, all’elitismo, al narcisismo, al manierismo, alla retorica che incubava nel primo umanesimo. Non è la ricerca del bello che guida il processo cognitivo e la costruzione della personalità, ma è il processo del conoscere che costruisce la bellezza della vita. Esso allarga le nostre percezioni e il nostro dialogo con le cose e con gli uomini e incrementa pertanto la nostra capacità di godere. Un arsenale sempre più vasto di straordinarie protesi intellettuali e comunicative intensifica nel dialogo la crescita della coscienza e della soggettività creativa. I mezzi diventano poderosi e bisogna dar loro contenuti e fini potenti.

6. Ovviamente non mancano ostacoli e controtendenze. Ma i caratteri appena delineati della nuova società postindustriale cognitiva e informatizzata sono sorretti e sospinti dalle stesse esigenze dello sviluppo economico produttivo e dalla crescente diffusione della democrazia nel mondo. La cultura dei fini si potenzia con la crescita dei mezzi. La globalizzazione è tanto economica quanto politica e culturale, ormai.

7. Occorre adesso una new philosophy, una coscienza nuova che sappia guidare anche il breve periodo. Senza di essa queste tendenze verranno frenate. Si tratta di procedere, insomma, a una doppia alfabetizzazione: quella dei privati che debbono impossessarsi del nuovo alfabeto e quella dello Stato che deve esprimere e applicare specifiche, adeguate politiche pubbliche. Bisogna allargare il mercato dei beni culturali e al tempo stesso orientarlo con grandi finalità metaeconomiche.

8. Il mondo laico della scienza e della democrazia si presenta sempre più visibilmente come produttivo di vita buona e di vita bella. L’ideale dell’uomo kaloskagathos può diventare un ideale di massa. Se è vero come ha detto Jurij Lotman che il rumore spegne l’informazione, l’informazione di qualità può, qualificando gli utenti, spegnere il rumore e aprire gli orizzonti di una esistenza disalienata o almeno disalienabile. L’informazione di qualità – l’alta cultura – non è soltanto riduzione dell’incertezza (Claude Shannon), è anche riduzione dell’angoscia e dell’ansia. La società del benessere materiale può produrre benessere spirituale. Essere scettici non è indispensabile.

numero 7-8/2000


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