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Pisa, 21-22-23 marzo
2002:
30° Convegno nazionale del Cidi
di Domenico Chiesa - editoriale
Per
noi del Cidi il convegno di primavera rappresenta un appuntamento importante:
raccoglie e fa il punto sul lavoro svolto durante l'anno e, soprattutto,
vuole essere un contributo di riflessione e di approfondimento sui nodi
che stanno al centro della politica scolastica e del fare scuola quotidiano.
Quest'anno abbiamo tanti argomenti su cui ragionare; purtroppo si potrebbe
dire che abbiamo tanti non-argomenti da raccontare: il processo di innovazione
non-avviato, il progetto della commissione Bertagna esaltato agli Stati
Generali e sostanzialmente abbandonato, la legge delega di non-riforma
,
ma in realtà la scuola continua ad avere tante cose importanti
da raccontare e in particolare ha il bisogno di porre un forte richiamo
affinché il tema della formazione ritorni al centro della Politica,
fuori dai giochi mediatici, dai sondaggi, dalle parate televisive: la
scuola, la formazione culturale è uno dei più importanti
beni di un Paese, la scuola che si costruisce è parte decisiva
del futuro che si vuole costruire.
"Il diritto di tutti alla cultura", è il tema del convegno.
È diventato quasi un tormentone; attorno a tale concetto abbiamo
costruito il nostro documento di lavoro ("Insegnare" n.12/2001)
e decine di iniziative in tutta Italia che hanno visto protagonisti
migliaia di insegnanti; eppure riteniamo che continui a mantenere il
ruolo di filo conduttore per ragionare di scuola.
Ora il convegno può essere un'occasione per rilanciare l'approfondimento
e per dare concretezza e iniziativa a un progetto di scuola a cui non
si vuole rinunciare.
Ci aiutano Tullio De Mauro, Gianni Vattimo, Giulietto Chiesa, Benedetto
Vertecchi, Luigi Ferrajoli, Alessandro Pizzorusso, Emanuele Barbieri,
Pietro Boscolo, Nicola Tranfaglia e Fernando Savater; la Provincia di
Pisa, le case editrici Zanichelli, Loescher e G. D'Anna; soprattutto
il convegno è sostenuto dal contributo di tanti colleghi sia
attraverso le relazioni e la conduzione delle giornate sia nei forum
di discussione: un vero "intellettuale collettivo".
Il professor Antolini
accoglie in casa il giovane Holden e gli rivolge un'ultima lezione:
-
Non sto cercando di dirti che soltanto gli uomini colti e preparati
sono in grado di dare al mondo un contributo prezioso. Non è
vero. Ma sostengo che gli uomini colti e preparati, se sono intelligenti
e creativi, tanto per cominciare, e questo purtroppo succede di rado,
tendono a lasciare nel proprio passaggio segni di gran lunga più
preziosi che non gli uomini esclusivamente intelligenti e creativi.
Tendono a esprimersi con più chiarezza, e di solito hanno la
passione di seguire i propri pensieri fino in fondo. E, cosa importantissima,
nove volte su dieci sono più modesti dei pensatori non preparati.
Mi segui, di'?
- Sì, professore.
- Gli studi accademici ti renderanno un altro servigio.
Se li prosegui per parecchio tempo, cominceranno a farti capire che
taglia di mente hai. Che cosa le va bene e, forse, che cosa non le
va bene. Per dirne una, questo può farti risparmiare tutto
il tempo che perderesti a provarti idee che non ti si addicono, che
non sono adatte a te. Comincerai a conoscere le tue vere misure e
a vestire la tua mente attenendoti a quelle.
In
questo dialogo si potrebbe rappresentare il convegno del Cidi: la cultura
come uno dei fondamentali diritti della cittadinanza, per tutti.
Anche Savater
ci può aiutare a costruire un'immagine da condividere nel percepire
il senso del convegno: "Se
la cultura può essere definita, alla maniera di Jean Rostan,
come "ciò che l'uomo aggiunge all'uomo", l'educazione
equivale a dar forma effettiva all'umanità laddove esista solo
come potenzialità".
Ci pare che la
scuola debba essere messa in grado di poter continuare a svolgere nel
processo di "umanizzazione" un ruolo determinante: è
la scuola che vogliamo contribuire a costruire.
Tutti a Pisa, dunque!
numero 3/2002
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