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Gli indirizzi per la scuola di base editoriale - di Daniela de Scisciolo
Gli Indirizzi per l’attuazione
del curricolo nella scuola di base, a cui le Istituzioni scolastiche
stanno facendo riferimento nell’organizzazione del lavoro di ricerca sul
curricolo in vista dell’avvio del riordino dei cicli da settembre 2001,
sono un documento importante non solo per le indicazioni relative ai vari
ambiti disciplinari e/o alle discipline in esso contenute ma soprattutto
per alcune scelte di fondo sulle quali è opportuno riflettere.
Nella prima parte del
documento, Il senso della riforma, troviamo alcune delle scelte
strategiche sottese alla riforma del nostro sistema scolastico, quelle
che potrebbero essere definite le premesse e che mai come in questo caso
sono parte integrante degli indirizzi poiché rappresentano quei
capisaldi della nuova scuola che devono poter trovare una traduzione operativa
nella costruzione del curricolo.
Partiamo dalla centralità
del soggetto che apprende: non è un concetto astratto, una dichiarazione
di intenti, è il principio educativo della scuola, è ciò
a cui la scuola deve continuamente prestare attenzione per far sì
che le finalità della legge 30/2000 e i principi costituzionali
a cui si richiama l’intera riforma diventino traguardi raggiungibili per
il più elevato numero possibile di studentesse e studenti, dai 3
ai 18 anni; e far sì che i principi costituzionali siano presenti
in maniera palpabile all’interno del percorso formativo vuol dire avere
come obiettivo finale delle/nelle singole Istituzioni scolastiche la formazione
di individui maturi e responsabili, dotati di menti critiche, e cioè
la formazione alla cittadinanza, che è il cuore del sistema
educativo.
L’educazione alla cittadinanza
non è certo tema nuovo poiché presente negli Orientamenti
del 1991, nei Programmi della scuola elementare del 1985 e in quelli della
scuola media del 1979: nuovo è il richiamo esplicito a porre
le basi di conoscenza, di abilità, di atteggiamento e di capacità
operativa necessarie alla progressiva acquisizione di competenze sociali
nell’orizzonte della libertà, della criticità, della partecipazione
democratica, della responsabilità civico–sociale e della solidarietà
a tutti i livelli della vita organizzata. Nuova è la raccomandazione
per le scuole affinché progettino percorsi formativi attraverso
cui conseguire obiettivi di apprendimento rivolti allo sviluppo del
senso di cittadinanza nei diversi curricoli; indicare, tra gli obiettivi
trasversali relativi alle articolazioni curricolari, quelli relativi ai
saperi e ai comportamenti di cittadinanza, prevedere nell’ambito dei loro
Piani dell’offerta formativa una quota oraria annuale, esplicitamente rivolta
alla realizzazione di percorsi interdisciplinari di formazione alla cittadinanza.
Non più, quindi, l’Educazione civica affidata unicamente alla sensibilità
del docente di lettere e/o di storia e relegata ai ritagli di tempo, ma
un’azione responsabilmente condivisa da tutti i docenti che, attraverso
la specificità del proprio ambito disciplinare e/o della disciplina,
concorrono al raggiungimento di obiettivi comuni.
E questo ci porta a evidenziare
un altro asse portante degli indirizzi per la costruzione del curricolo
che è quello della trasversalità sia sul versante
del sapere proposto, con un netto rafforzamento dell’ambito matematico,
scientifico e tecnologico, sia su quella che nel documento viene definita
la trasversalità formativa che attiene al rapporto tra aspetti
disciplinari e interdisciplinari del curricolo. È qui che il legame
tra ambiti e/o discipline diviene più stretto, è qui che
si saldano conoscenze e competenze in una dimensione interattiva e interagente
di sapere e saper fare.
numero 6-7/2001
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