La contrattazione integrativa
Riaffermare il principio dell'autonomia scolastica, in un momento in
cui si registra un attacco alla scuola pubblica, vuol dire anche sviluppare,
all'interno d'ogni Istituzione scolastica, un'azione di tutte le componenti,
azione volta a coniugare la capacità di rispondere alle esigenze
della collettività (riqualificazione della scuola statale) con
la necessità di valorizzare le professionalità del personale.
Le scuole autonome, con l'attribuzione di nuovi poteri e responsabilità,
sono chiamate ad assumere sempre più decisioni attraverso un
modello di scuola fondato sulla partecipazione democratica e su forme
di negoziazione in materia di lavoro.
L'autonomia presuppone una capacità d'autogoverno delle scuole,
che devono essere in grado di darsi regole e di governare la nuova complessità
del processo decisionale.
C'è la necessità di organizzare le attività su
modelli di lavoro differenziati, con professionalità articolate
in un contesto relazionale che, oltre a valorizzare l'impegno individuale,
si connoti con la dimensione cooperativa.
In questo quadro sono inserite le nuove relazioni sindacali della scuola
(informazione e contrattazione).
Un nuovo sistema di regole che, oltre a incidere sulle scelte delle
Istituzioni scolastiche, cambia il rapporto tra sindacato e lavoratori.
Scelte che, attraverso la negoziazione tra il dirigente scolastico da
un lato e le Rsu dall'altro, devono essere finalizzate a trovare soluzioni
convergenti perché nella scuola autonoma si prendono, infatti,
decisioni che hanno dirette ripercussioni sul personale.
C'è chi sostiene che il rapporto di lavoro dei docenti non debba
essere contrattualizzato. Questo è condivisibile se si guarda
al contenuto professionale (il sindacato non ha competenze sulle scelte
didattiche ed educative), non lo è per gli aspetti dell'organizzazione
del lavoro, della retribuzione, dell'orario, cioè di condizioni
legate al rapporto di lavoro.
La contrattazione integrativa, non invade la libertà d'insegnamento,
che è regolata dalla legge, e rispetta l'autonomia tecnico professionale
dei docenti e degli Organi collegiali. Non confligge con le competenze
del Collegio, anzi permette all'organo professionale di svolgere pienamente
la propria funzione perché la libera da problematiche parasindacali.
Gli interessi dei docenti in quanto lavoratori (per esempio l'utilizzo
nelle varie sedi dell'Istituzione scolastica, il pagamento forfetario
dell'attività aggiuntiva, il disagio determinato dall'organizzazione
del lavoro ecc..) devono trovare una sede di tutela che non può
essere l'Organo collegiale.
Fino agli anni settanta il rapporto di lavoro pubblico era regolato
esclusivamente dalle leggi e le norme sul lavoro erano contenute essenzialmente
nello stato giuridico del personale. La legge quadro n. 93/83 aveva
già introdotto primi elementi di privatizzazione del rapporto
di lavoro e, oltre ai contratti nazionali, aveva previsto anche accordi
decentrati. Il decreto legislativo n. 29 del 1993 (oggi D.Lgs 151/2001)
ha modificato il rapporto di lavoro pubblico e ha introdotto la regolamentazione
dei contratti all'interno dei posti di lavoro.
Le Rsu sono da allora diventate soggetti titolari della contrattazione
collettiva a livello integrativo.
Un elemento molto importante su cui riflettere è la gestione
della scuola dopo l'istituzione della dirigenza scolastica. È
di competenza del dirigente scolastico, al quale è stata attribuita
la responsabilità sul risultato complessivo, la correttezza della
gestione, l'impiego delle risorse, l'efficienza e l'efficacia del servizio.
Il dirigente scolastico è titolare delle relazioni sindacali,
attraverso le quali si determinano norme e regole necessarie all'organizzazione
del servizio scolastico e alla funzione di gestione.
Elemento importante delle relazioni sindacali è anche l'informazione:
la Rsu segue il processo decisionale del dirigente scolastico, con l'obiettivo
di rendere oggettive e trasparenti le procedure. L'informazione si realizza
attraverso la comunicazione dell'orientamento del dirigente e la consegna
dell'eventuale documentazione ai soggetti sindacali su alcune materie
elencate nel contratto collettivo nazionale (formazione delle classi,
determinazione degli organici, ecc..), con la possibilità per
le Rsu di fare proposte. Resta fermo il potere decisionale del dirigente
scolastico.
Nelle prime esperienze di contrattazione il principio guida per le parti
è stato quello di stabilire criteri oggettivi e trasparenti per
l'utilizzo delle risorse (umane ed economiche), mirando a risolvere
i problemi ed evitando il conflitto fine a se stesso, all'interno di
una logica di miglioramento della qualità della scuola, obiettivo
comune del dirigente e della Rsu.
numero 8-9/2002