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La matematica nel riordino dei cicli di Giuliano Spirito
La Commissione per il riordino
dei cicli istituita dal ministro De Mauro ha completato la prima fase dei
suoi lavori. Il documento che ne è scaturito, pur nell’inevitabile
genericità (si tratta infatti di un contributo dichiaratamente “di
prima approssimazione”, in vista di una fase successiva in cui – grazie
anche a ulteriori contributi – si passerà a una proposta più
puntuale relativamente alle varie aree disciplinari e al loro intreccio)
chiama a una discussione e a un confronto. Trascurando per una volta l’ormai
fitta (seppure ancora immaginaria) corrispondenza con i lettori, dedicheremo
dunque questa rubrica alla sintesi (commentata) di ciò che nel documento
della Commissione si dice a proposito della Matematica .
Nel documento si sottolinea
in primo luogo il carattere strategico del sapere della Matematica (patrimonio
di conoscenze fondanti, strumento di lettura della realtà, chiave
di accesso ad altri saperi); in secondo luogo si evidenzia l’intreccio
fecondo che si può stabilire tra lo studio della Matematica e lo
studio della Lingua. Fermiamoci un momento. Questi
primi due punti possono apparire scontati; eppure così non è
(o almeno così non è del tutto). Infatti la sottolineatura
del carattere strategico del sapere matematico è contro tendenza
rispetto a un approccio sommativo alla conoscenza (cultura come accumulo
e giustapposizione – senza gerarchia – di saperi e competenze); e l’intreccio
Matematica-Lingua ridimensiona il rischio della riduzione della Matematica
a numeracy (cioè a capacità di risolvere semplici problemi
relativi a quantità), rischio indotto dall’assunzione acritica di
tecniche e criteri della ricerca internazionale sugli indicatori e sugli
standard.
Il documento prosegue poi
con altre affermazioni impegnative. Per esempio, la previsione di tempi
distesi per l’acquisizione di competenze stabili e radicate (contro l’enfasi
“modulare” che percorre tanta parte della riflessione sulla didattica in
questa fase) e la forte sottolineatura dell’elemento processuale nella
costruzione di conoscenze matematiche. Per evitare un’eccessiva vaghezza,
i membri della Commissione sono entrati anche “nel merito” (pur consapevoli
– lo ripetiamo – che non era questo il mandato in questa fase dei lavori),
attraverso alcune esemplificazioni di competenze in ambito matematico da
costruire a lungo termine (competenze specifiche che devono intrecciarsi
a quelle trasversali di base): troviamo qui, accanto a indicazioni più
“classiche”, il riferimento – con inusuale rilievo – alla Matematica dell’incerto
e dell’approssimato e alla Matematica come attitudine al buon ragionare.
Il documento (nella parte
relativa alla Matematica) si conclude con alcuni “suggerimenti”. Il primo
– giustamente primo, perché altrimenti tutto il resto dell’argomentazione
perderebbe senso – è la raccomandazione a non perseguire,
in Matematica come nelle altre discipline, improbabili completezze e enciclopedismi
controproducenti. (Su questo punto, l’accordo di chi scrive è totale;
resta l’arduo problema di fornire un criterio ragionato di selezione, che
andrebbe incentrato – probabilmente – sulla messa in discussione dell’asse
algebrico-analitico, finora privilegiato da programmi e prassi didattica).
Il secondo suggerimento concerne la metodologia: «sembra opportuna
l’adozione di un approccio operativo, cioè di un approccio in cui
sia centrale il momento dell’esperienza sensata»; laddove – si specifica
di seguito – il taglio operativo va inteso in senso lato (individuazione
di variabili significative nei problemi, confronto tra previsioni e risultati
di un procedimento, analisi di un oggetto materiale o mentale in vista
di un determinato obiettivo, uso appropriato di strumenti tecnologici ecc.).
Il terzo suggerimento è quello di valorizzare la dimensione storica
della costruzione matematica (e non solo); e questo non in termini di rigore
filologico, ma in termini di capacità di rendere la “drammaticità”
di alcuni passaggi cruciali; la dimensione storica può risultare
motivante e può contribuire a comunicare agli alunni il carattere
controverso e problematico del percorso della scienza.
Dalle parole del documento
emerge quindi una sorta di “filosofia” complessiva – ancorché, per
il momento, di massima, e bisognosa quindi di arricchimenti, precisazioni,
scelte ulteriori – sul ruolo della Matematica nel percorso di formazione:
viene sgomberato il campo da alcuni equivoci e da qualche ambiguità,
viene consapevolmente assunto un profilo alto (la Matematica come luogo
di un sapere fondante e culturalmente ricco) seppure attento alle modalità
di apprendimento (da cui l’enfasi sul metodo), vengono fissati dei primi
punti fermi in vista di successive elaborazioni. Insomma, per concludere,
ci sembra che il lavoro della Commissione non sia stato inutile nella prospettiva
ormai prossima della definizione del curricolo verticale di Matematica
all’interno di una più ampia area logico-matematica-informatica.
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Nota: I documenti elaborati
dalla Commissione sono reperibili presso il sito del ministero della Pubblica
Istruzione, www.istruzione.it, raggiungibile tramite link anche attraverso
il sito del Cidi www.cidi.it.
numero 11-12/2000
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