a cura di Emma Colonna e Marina Boscaino
N. 26 - settembre 2006
 

Qualunque strada il Ministro voglia seguire per l’elevamento dell’obbligo scolastico (legge, decreto, o altro) bisogna fare presto. Infatti, essendo stata saggiamente rinviata all’anno scolastico 2008-9 l’applicazione della legge 53 per la parte che riguarda il secondo ciclo, è evidente che per il prossimo anno (2007-8) il quadro generale della secondaria deve essere completato, altrimenti sarà impossibile avviare le iscrizioni. E poi, va costruito entro il 2008 il percorso scolastico dei nuovi bienni: contenuti e didattiche, organizzazione oraria, area comune, area di indirizzo. Bisognerà armonizzare e raccordare pezzi di scuola diversi (media e biennio), pensati per fini diversi e in tempi diversi. Ed è per questo che sarà molto importante prevedere un valido sostegno alle scuole. Inoltre, l’obbligo dovrà essere realizzato nella piena condivisione delle Regioni, risolvendo il problema della formazione professionale.
Il tema è complicato e difficile, lo sappiamo, ma – lo ricordiamo - è un punto fondamentale del programma dell’Unione.

             Inaugurazione dell’anno scolastico al Quirinale

A proposito dei dati Invalsi

Riforma dei CSA

 
            
 
             Inaugurazione dell’anno scolastico al Quirinale

Il 18 settembre scorso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel cortile d’onore del Quirinale, ha inaugurato il nuovo anno scolastico alla presenza di circa 2000 studenti. Passione e tenacia, interesse per le discipline scientifiche, l’auspicio dell’ingresso della musica nei programmi scolastici sono stati i temi che il presidente ha direttamente affrontato rivolgendosi agli alunni che hanno partecipato. Dopo aver affermato che “la pace è un valore che è nel cuore di tutti. Costruire la pace nella giustizia è un dovere e un impegno a cui non possiamo sottrarci”, Napolitano ha anche rivolto un appello direttamente alle forze politiche. Nella scuola ha individuato il luogo privilegiato di una sfida che “i pubblici poteri e la società” non possono eludere. L’obiettivo sottolineato deve essere quello di fare veramente in modo che la scuola sia sul serio “un bene comune, un luogo ideale di confronto, uno spazio aperto a tutti, senza preferenze né discriminazioni”. Il presidente ha poi affermato che “investire nella scuola è una priorità per un Paese democratico e moderno, impegnato in Europa e aperto al mondo”. Sarebbe sbagliato considerare la scuola come un fatto interno: è proprio Bruxelles che “ci chiede di accrescere l’efficienza dei sistemi scolastici, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e di elevare la competitività della nostra economia”. Dopo il presidente è intervenuto anche il ministro Giuseppe Fioroni: "E’ nella scuola – ha affermato Fioroni - che i giovani immigrati e le loro famiglie impareranno a comprendere e a rispettare i valori e le regole del nostro paese per una completa integrazione sociale e professionale basata sulle capacità e non sulle provenienze. Così noi tutti avremo modo di sperimentare nuovi modelli di convivenza e di responsabilità reciproca".

 
             A proposito dei dati Invalsi


L’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione) ha pubblicato i dati relativi allo scorso anno scolastico. Dalle cifre emergono – sinteticamente – tre risultati: al Sud la scuola elementare sarebbe più forte rispetto al resto del Paese; viceversa, per quanto riguarda la scuola media e le superiori si registra una frattura tutta a favore del Nord; la conferma, infine, del forte calo della preparazione in matematica e scienze, che aumenta progressivamente nei vari ordini di scuola. La pubblicazione dei dati ha provocato reazioni diverse e rinvigorito l’annosa polemica sull’efficacia dell’Invalsi e dei suoi metodi di rilevazione. Benedetto Vertecchi - che ne è stato presidente dal 1996 al 2001 – ha affermato di avere molti dubbi sull’attendibilità dei dati: “Il testacoda Nord-Sud è in contraddizione con tutte le ricerche internazionali. Ci deve essere qualche elemento che ne riduce l’affidabilità”. Secondo Vertecchi il problema centrale è che “le competenze considerate più importanti in campo internazionale sono quelle nelle quali l’Italia presenta un quadro più depresso: capacità di comprensione della lettura, matematica e scienze”. Altri hanno rilevato come la maggior presenza di bambini stranieri a Nord avrebbe potuto condizionare l’esito delle prove e l’evidenza dei dati. Insomma, l’Invalsi continua ad essere al centro di polemiche e il problema della valutazione un nodo difficile da sciogliere. La nuova Direttiva emanata dal ministro Fioroni introduce modifiche che potrebbero far cadere pregiudiziali sull’attendibilità delle prove ed eliminare sospetti sulla procedura di somministrazione, che verrebbe effettuata mediante l’assistenza di rilevatori esterni. Poiché le prove non saranno più obbligatorie per tutti, poi, le scuole campione saranno scelte secondo criteri statistici

 
             Riforma dei CSA

Con una recente Direttiva è stata disposta la riforma dei CSA (ex provveditorati agli studi). Già dal nome - USP (Uffici Scolastici Provinciali), che si coordineranno con gli attuali Uffici Scolastici Regionali - si coglie una scelta di tipo centralistico, in netta controtendenza con le necessità della scuola dell’autonomia. Il rischio è di favorire ulteriori appesantimenti di tipo burocratico, quando invece c’è bisogno di snellire moltissimo il lavoro di tutti. La scuola dell’autonomia, ma anche lo spirito e la lettera delle norme contenute nell’art.V della nostra Costituzione, richiedono interventi che vanno in tutt’altra direzione: decentrare, decentrare, decentrare, sia in direzione delle scuole che in direzione del territorio, e favorire il più possibile il raccordo delle scuole con gli enti locali, senza appesantire ulteriormente con altre strutture la gestione amministrativa attuale.



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