Il malessere
dei docenti
E' vero, oggi c'è molto malessere fra gli insegnanti. C'è
una obiettiva caduta di senso. C'è crisi e smarrimento. C'è la fatica
di un lavoro quotidiano, con il suo carico di problemi e di difficili
condizioni di lavoro. C'è la perdita del valore sociale del ruolo,
il disamore degli studenti. Ci sono "magri" stipendi. C'è il disincanto
nei confronti delle forze politiche, che non guardano all'istruzione
come a una cosa importante e seria. C'è la sfiducia nei confronti
della società, disattenta ai giovani, ma sempre pronta a scaricare
sulla scuola ciò che non sa gestire e risolvere in prima persona.
E l'amarezza nei confronti di tanti genitori che pretendono di sapere,
in ogni circostanza, che cosa devono fare i professori.
Da questo nasce il malessere. E parlar male dei docenti, sicuramente
lo fa crescere.
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Insegnanti
sull'orlo di una crisi di nervi
Insegnare stanca
E' sempre facile parlar male dei docenti
Burnout: niente paura… partono i corsi di aggiornamento
A proposito di stato giuridico dei docenti
Il ministro dell'Istruzione e la legge finanziaria
Scuola, Fondazione Italianieuropei e Corriere
della Sera
L'efficacia e l'equità della scuola italiana
Iniziative |
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Insegnanti
sull'orlo di una crisi di nervi |
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Molti
anni fa uscì il film di Nanni Moretti, "Bianca". Una presa in
giro della scuola italiana e della società degli anni settanta.
Nella immaginaria scuola intitolata a "Marilyn Monroe" il giovane
professore (nel film, Nanni Moretti) viene accolto dal preside
che gli fa vedere i locali e le aule. Gli illustra il funzionamento
dell'Istituto e gli presenta lo psicoterapeuta. Il professore
si stupisce e si complimenta con il preside: "Visti i problemi,
sempre più gravi, degli adolescenti - dice il professore - questo
è proprio un servizio utile, bravo!". Ma il preside lo interrompe:
"Ma cosa ha capito, caro professore, lo psicoterapeuta è per voi
insegnanti!" Nanni Moretti aveva visto lontano. Infatti, il settimanale
"l'Espresso" di alcune settimane fa, è uscito con una
copertina a effetto, intitolata "E' scoppiato il professore" (dal
termine inglese burnout, consumato, esaurito, esausto),
e con un
pezzo di Fiamma Tinelli, sul disagio e sullo stress
degli insegnanti. L'articolo contiene una intervista al dottor
Vittorio Lodolo D'Oria (medico Inpdap e membro delle commissioni
incaricate di valutare le domande di pensionamento anticipato
per motivi di salute), che racconta: "Il campanello d'allarme
è suonato un anno fa, quando abbiamo tirato le fila di uno studio
sulle condizioni di stress di diverse categorie di lavoratori.
Il confronto fra le categorie parlava chiaro: gli insegnanti che
chiedono l'inidoneità alla professione per motivi psichiatrici
(e non fisici) sono il 49,2 per cento. Il doppio degli impiegati,
due volte e mezzo le richieste del personale sanitario, il triplo
di operai e manovali. Era il segnale - dice il medico - che in
questa categoria qualcosa non andava. Per questo abbiamo deciso
di continuare a indagare".
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Insegnare
stanca |
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La
Fondazione Iard (Ente accreditato della Regione Lombardia per
la formazione professionale), in seguito all'allarme
lanciato dal dottor Vittorio Lodolo D'Oria (vedi nota precedente),
ha svolto una indagine su 1.252 docenti di scuola elementare,
media e superiore, da cui si evince che gli insegnanti malpagati,
malconsiderati, soggetti a frustrazione continua, si ammalano
con più facilità di altri lavoratori, vanno incontro a crisi depressive,
ad attacchi di panico e fanno largamente uso di psicofarmaci.
La cosa sta facendo scalpore. Interviste e analisi sul problema
si rincorrono ma, come al solito, viene dato poco spazio alla
voce della scuola. Ci chiediamo, se dalla scuola materna al liceo,
cresce il malessere degli insegnanti, non sarebbe opportuno capirne
le ragioni? Il ministro dell'Istruzione non avrebbe la responsabilità
di intervenire in fretta e con la massima serietà sulle cause,
che altro non sono - come risulta dalla stessa indagine - le
peggiorate condizioni di lavoro e il disconoscimento del ruolo
sociale dei docenti?
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E'
sempre facile parlar male dei docenti |
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Il
professor Umberto Galimberti, docente all'università di Venezia,
ha rilasciato, a seguito dell'indagine della Fondazione Iard (vedi
nota precedente) , una intervista sugli insegnanti di scuola,
di cui, è inutile dirlo, parla malissimo ("l'Espresso"
del 16/10/2003). Li definisce ignoranti, privi di interesse
educativo, senza alcuna attrattiva, incapaci di comunicare con
gli studenti. "Un allievo è fortunato - dice il professore - se
nel pool di 9 docenti di una scuola secondaria ne trova uno in
grado di fargli da modello…" Degli insegnanti "affaticati
e stressati" afferma che non sono adatti a insegnare e che
sarebbe meglio cacciarli. Suggerisce, inoltre, una specializzazione
in psicologia piuttosto che "gli inutili Siss" (definiti erroneamente
al maschile, ritenuti "corsi di aggiornamento", attribuiti alla
volontà del ministro Moratti).
A che cosa servono le interviste - e le relative analisi "da bar"
- fatte da chi non conosce gli argomenti di cui parla?
Anche il sistema universitario ha palesi disfunzioni (ma se ne
parla meno), e molti docenti sono demotivati e poco propensi al
dialogo.
I dati e le indagini ci dicono che l'università produce,
in modo preoccupante, dispersione, demotivazione, abbandoni in
misura superiore alla scuola. Bisognerebbe farlo sapere al professor
Galimberti.
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Burnout:
niente paura… partono i corsi di aggiornamento
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Il
Cirm
(Consorzio Italiano per la Ricerca Medica) ma anche la Fondazione
Iard organizzano corsi di aggiornamento, accreditati dalla
Regione Lombardia, per prevenire la sindrome del burnout negli
insegnanti, o nei futuri insegnanti.
Leggiamo dal materiale informativo Cirm: "Il burnout
è una condizione individuale caratterizzata da affaticamento fisico
ed emotivo, apatia nei rapporti interpersonali, sentimento di
frustrazione professionale, perdita del controllo degli impulsi.
Se non riconosciuto e opportunamente trattato, il burnout rischia
di trasformarsi in patologia psichiatrica conclamata.
Dall'analisi di 3.049 accertamenti per inabilità al lavoro relativi
a dipendenti della Pubblica Amministrazione residenti a Milano
nel periodo 1992-2001, la categoria degli insegnanti risulta essere
la più colpita da malattie mentali a seguito di una sindrome del
burnout trascurata. Per fornire gli strumenti di prevenzione e
contrasto del fenomeno, la Regione Lombardia ha finanziato con
fondi sociali europei il corso Strategie e tecniche di prevenzione
della sindrome del burnout negli insegnanti.
Leggiamo inoltre: "i corsi non solo sono preventivi e terapeutici,
ma sono corsi di vera e propria formazione della figura
professionale di esperto/a in strategie e tecniche di prevenzione
della sindrome di burnout negli insegnanti… grazie a una
maggiore conoscenza di sé e della propria situazione lavorativa
la figura formata sarà in grado di affrontare con più consapevolezza
e preparazione le numerose e inevitabili situazioni stressogene
presenti nell'ambito lavorativo, riconoscendo i sintomi della
sindrome del burnout negli insegnanti e di mettere in atto strategie
adeguate per farvi fronte... Grazie alle competenze acquisite
(la figura formata) potrà intervenire per migliorare il funzionamento
organizzativo ed educativo della scuola…" e tante altre simili
amenità!
Insomma, peggiorate le condizioni di lavoro degli insegnanti,
si vorrebbe fare del disagio un business!
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A
proposito di stato giuridico dei docenti |
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Le
segreterie nazionali di Cgil,
Cisl, Uil e le segreterie nazionali dei sindacati scuola,
hanno chiesto un incontro urgente alla Presidenza della Commissione
cultura della Camera dei Deputati, in merito ai progetti di legge
4091 e 4095, contenenti le proposte di modifica di stato giuridico
dei docenti di scuola (di cui abbiamo parlato nel n.1 delle notecidi).
I sindacati
sono in allarme perché vedono una grave ingerenza legislativa
in materie che la legislazione vigente demanda alla contrattazione
delle parti. Sono pronti a giornate di manifestazioni e agitazioni
per salvaguardare il loro ambito di negoziazione e le rappresentanze
sindacali unitarie dentro le scuole. Intanto, in Commissione cultura
si stanno svolgendo i lavori per produrre dai due progetti di
legge, un unico testo. Le Associazioni professionali, dal canto
loro, si stanno preparando all'audizione parlamentare che dovrebbe
svolgersi tra breve.
Sarebbe utile, a questo proposito, capire una volta per tutte
dove deve finire l'intervento legislativo e dove deve iniziare
quello della contrattazione. Come sarebbe utile capire quali siano
le finalità della nuova scuola, le linee guida e il progetto culturale
prima di parlare di funzione e di ruolo degli insegnanti e prima
di ragionare di standard professionali.
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Il
ministro dell'Istruzione e la legge finanziaria
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Il
14
ottobre, in VII Commissione del Senato (all'ordine del giorno:
il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2004),
il ministro dell'Istruzione ha dichiarato che "il rapporto docenti-alunni
nella scuola italiana è tra i più bassi d'Europa, che va perciò
attuata una politica di contenimento e di razionalizzazione della
spesa per il personale della scuola, finalizzati a un allineamento
graduale e parziale agli standard europei. Il fenomeno - ha sottolineato
il ministro -, non più sostenibile, della continua lievitazione
del numero dei posti al di fuori di ogni compatibilità economica,
era stato già affrontato dalla legge finanziaria per il 1998,
che aveva previsto una riduzione del personale della scuola del
3% nel biennio 1997-99, con destinazione del 50% del risparmio
allo stesso personale. Ha aggiunto ancora il ministro che la legge
finanziaria del 2000 aveva previsto un ulteriore taglio dell'1%.
Che tali previsioni avrebbero determinato un taglio di 32.000
posti, che non solo non furono fatti dal governo precedente, ma
che, per una serie di deroghe, portarono a un ulteriore aumento
di 30.000 posti".
Ha infine detto: "L'obiettivo della legge finanziaria 2002
è stato invece perseguito, intervenendo sulle inefficienze e sulla
naturale contrazione dovuta al calo demografico. Inoltre le iniziative
di contenimento e di razionalizzazione sono state accompagnate
da un miglioramento della qualità dell'offerta formativa e da
mirati incrementi di organici finalizzati all'ampliamento e al
miglioramento del servizio. Come, per esempio, i posti di sostegno"
Al di là dei punti di vista, l'unica dichiarazione inequivocabile
è che i finanziamenti per l'istruzione arriveranno dai tagli e
dalle razionalizzazioni. Non è quindi imprudente, nè eccessivo,
cominciare a preoccuparsi del tempo scuola e dei posti
di lavoro!
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Scuola,
Fondazione Italianieuropei e Corriere della Sera
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La
Fondazione Italianieuropei ha organizzato giovedì 16 ottobre un
dibattito informale (ad inviti) sulla scuola. La notizia viene
ripresa il giorno dopo dal "Corriere
della Sera" che, tra le tante dichiarazioni possibili,
sceglie di segnalarne tre. La prima, naturalmente del presidente
della Fondazione, Massimo D'Alema: "Un centrosinistra che pensa
di tornare al governo non può pensare di fare come la Moratti,
usare il metodo del punto e a capo". La seconda, di Claudio Gentili:
"la politica deve riprendere il suo ruolo, dopo 15 anni di supplenza
delle parti sociali". La terza, di Vittorio Campione: "ancor oggi
il 95% delle risorse va alle spese del personale. Senza cambiare
questo dato non si possono fare investimenti". Il messaggio politico
è chiaro.
A quell'incontro ha partecipato anche il presidente nazionale
del Cidi, Domenico Chiesa, i cui orientamenti sui nodi fondamentali
delle politiche scolastiche sono
noti a tutti e risultano difficilmente conciliabili con quelli
che emergono dalla lettura dell'articolo di Dario Di Vico.
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L'efficacia
e l'equità della scuola italiana |
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Howard
Gardner, alcuni anni fa, invitato ad un Convegno nazionale del
Cidi, rispose che non poteva partecipare (nello stesso periodo
gli sarebbe nato un figlio), ma rinunciava con grande dispiacere
perché avrebbe voluto conoscere da vicino il funzionamento del
sistema scolastico italiano. Infatti, anche se da riformare, riteneva
che la scuola italiana fosse fra le migliori del mondo, efficace
nei risultati e, particolarmente, equa con tutti gli alunni. Così
ci scrisse Gardner, alcuni anni fa.
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Iniziative
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Bari
22 ottobre Questioni
di scuola
Udine
23 - 24 ottobre La
riforma della scuola secondaria superiore
Brescia
27 ottobre Giovani,
resistenze, memoria storica nella scuola di oggi
Firenze
29 ottobre Dove
va la scuola?
Ascoli
Piceno 6-7-8 novembre Valutare
bene conviene...
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