In questi giorni la Camera ha approvato misure importanti sulla
scuola. Si interviene su tanti fronti, dai bilanci scolastici, agli
organici, al tempo pieno. Si destinano fondi all’edilizia scolastica
e al diritto allo studio, nell’ottica generale - ci sembra di
poter affermare ad una prima veloce lettura - di migliorare la funzionalità
della scuola e la qualità dell’offerta formativa. Contemporaneamente,
però, non si è ancora certi della copertura finanziaria
relativa al secondo biennio del contratto appena firmato, tanto è
vero che è stato proclamato dai sindacati lo sciopero generale
per sabato 27 ottobre. Ci chiediamo: si può lasciare una categoria
impegnata in un settore strategico qual è la scuola in una condizione
di permanente incertezza sul suo stato retributivo e contrattuale? |
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Conversione
del decreto legge sull’avvio dell’anno scolastico
Disposizioni urgenti in materia di istruzione
Tesoretto
I debiti scolastici e il funzionamento della
scuola
Finalmente
Iniziative
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Conversione
del decreto legge sull’avvio dell’anno scolastico
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Una serie di interventi sulla scuola sono stati votati in questi
giorni dalla Camera dei deputati. Alcuni sono contenuti nel disegno
di legge conversione del decreto legge del 7 settembre 2007, n.
147, in materia di disposizioni urgenti per l’avvio dell’anno
scolastico. Il nuovo
testo è stato trasmesso al Senato per l’approvazione
definitiva. Le novità più importanti riguardano
il ripristino del tempo pieno nella scuola elementare, l’introduzione
di una quarta prova scritta a carattere nazionale per l’esame
di terza media (predisposta dall’Invalsi e scelta dal ministero),
la somministrazione di prove Invalsi per effettuare verifiche
periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli
studenti (seconda e quinta elementare, prima e terza media, seconda
e quinta superiore), il trasferimento al ministero degli oneri
relativi al pagamento delle supplenze per le docenti in maternità.
Infine, per quel che riguarda i procedimenti disciplinari per
i docenti e i dirigenti scolastici, vengono introdotte alcune
norme cautelative a garanzia della libertà di insegnamento. |
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Disposizioni
urgenti in materia di istruzione |
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Tutte
queste norme, presentate nel decreto del ministro per l’avvio
dell’anno scolastico, si incrociano con quelle del disegno
di legge “disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione”
(2272-ter-A, già noto come pacchetto Bersani), approvato
dalla Camera lo scorso 11 ottobre. Con questo provvedimento, fra
le altre cose, si stabilisce che sarà il Ministero dell’Istruzione,
e non più le scuole, a pagare la tassa sui rifiuti (Tarsu),
calcolando la quota in rapporto al numero degli alunni; si riassegnano
fondi non spesi all’edilizia scolastica; infine, si stabilisce
che con un decreto del ministro verranno definiti criteri per
la stabilità degli organici, con priorità per il
sostegno e le aree a rischio. Entrambi i provvedimenti legislativi
passano ora alla discussione del Senato per l’approvazione
definitiva.
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Tesoretto
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Il decreto legge n. 159 (il cosiddetto “tesoretto”),
in discussione attualmente al Senato, assegna, all’art.
12, 150 milioni di euro per l’anno 2007 al “sostegno
all’adempimento dell’obbligo di istruzione”.
Un decreto del Ministro della Pubblica Istruzione definirà
i criteri e le modalità per l’assegnazione dei fondi.
Inoltre, i 282 milioni di euro previsti dalla scorsa finanziaria
per la riduzione del personale (non avvenuta!) vengono lasciati
in dotazione al Ministero della Pubblica Istruzione. |
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I
debiti scolastici e il funzionamento della scuola
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Con il decreto
ministeriale 80 del 3 ottobre 2007 il ministro Fioroni è
intervenuto sulla questione dei debiti scolastici. Innanzitutto,
chiariamo una cosa: non sono stati ripristinati gli esami di riparazione.
Gli esami di riparazione, come giustamente sostiene Mauro Palma
nell’articolo
apparso su Treccani scuola, erano “una possibilità
individuale di recupero di una carenza da certificare attraverso
una prova”. Altra cosa è che la scuola, e non il
singolo, preveda e organizzi attività didattiche di recupero
per rispondere alle difficoltà degli studenti e affrontarle.
E che il lavoro degli studenti all’interno di queste attività
venga valutato. Quindi, lasciamo perdere le semplificazioni giornalistiche,
e poniamoci alcuni problemi: intanto, le attività di recupero
e sostegno, per avere una effettiva ricaduta, devono svolgersi
dentro la scuola ed essere parte integrante del processo di apprendimento,
e quindi del curricolo. Di conseguenza, il ruolo dei soggetti
esterni va assolutamente chiarito dall’Amministrazione,
così come andrebbe rivista la possibilità assegnata
ai genitori di far frequentare o meno ai propri figli le attività
di recupero organizzate dalla scuola durante l’anno, se
è vero, come afferma l’art. 1 del decreto, che “le
attività di sostegno e recupero costituiscono parte ordinaria
e permanente del piano dell’offerta formativa”. Ora
però, come afferma Sofia Toselli nella sua dichiarazione,
insieme al provvedimento andrà favorita la ripresa di un
ragionamento sui processi di insegnamento e apprendimento.
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Finalmente
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Finalmente,
lo scorso 7 ottobre è stata conclusa la trattativa per
il rinnovo del contratto
scuola. Come già ha ampiamente riportato la stampa,
è previsto per i docenti un aumento medio mensile lordo
di 140 euro. In questa sede però ci interessa sottolineare
che il contratto presenta alcune novità importanti per
la valorizzazione della professionalità docente: per la
prima volta, infatti, la ricerca e la sperimentazione diventano
una reale opportunità per migliorare l’azione didattica
nei vari ambiti del sapere. Infatti, come viene sottolineato
anche sul nostro sito, “dall’incremento del compenso
orario per le attività didattiche aggiuntive (35 euro lordi,
che diventano 50 per i corsi di recupero), ai fondi destinati
alla ricerca e all’insegnamento nelle scuole a rischio e
in ospedale, le innovazioni del contratto sono finalizzate a migliorare
l’apprendimento degli allievi e a far emergere e promuovere
quel sommerso di qualità già presente e diffuso
in molte scuole”. Certo però, c’è ancora
tanta strada da fare per incentivare e valorizzare la professionalità
degli insegnanti: la formazione in servizio deve diventare un
credito finalizzato alla progressione di stipendio e/o all’acquisizione
di punteggio utile ai fini delle graduatorie di istituto e di
trasferimento. Ma questa è un’altra storia. Per ora,
speriamo di non avere brutte sorprese dalla finanziaria
in discussione al Parlamento. |
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