a cura di Sofia Toselli
N. 06 gennaio 2004
 

Il migliore dei mondi possibili
In questi ultimi mesi è cresciuto il dissenso nei confronti della legge 53/2003 e del primo decreto attuativo della riforma. Si sono moltiplicate le assemblee cittadine, le mozioni dei collegi dei docenti, gli appelli e le raccolte di firme dei genitori (oltre 110.000 in difesa del tempo pieno e prolungato). Aumentano le occupazioni, le autogestioni e i cortei di studenti. Si estendono i comitati e i coordinamenti dei genitori in difesa della scuola pubblica e del tempo pieno e prolungato. Si susseguono prese di posizione, documenti, manifestazioni che esprimono la contrarietà di insegnanti, genitori, studenti nei confronti dell'idea di scuola che avanza. E la contrarietà di Regioni, Comuni, associazioni professionali, organizzazioni sindacali e dello stesso Cnpi. Diventano sempre più numerose e sempre più partecipate le iniziative che tentano di richiamare l'attenzione sulle malefatte di questo governo a proposito di scuola pubblica e di diritti costituzionali. In qualsiasi altro Paese tutto ciò avrebbe spinto qualunque Ministro, se non alle dimissioni almeno a rivedere le scelte fatte, a ritornare sui propri passi, a considerare le ragioni di tanta polemica. In qualsiasi altro Paese normale, ma non nel nostro. Come Pangloss del Candido di Voltaire, il governo in carica "prova, in modo ammirevole, come non possa esistere effetto senza causa, e come nel migliore dei mondi possibili il castello di monsignor barone sia il più bello dei castelli e la signora la migliore di tutte le baronesse"!

             E' tempo di scuola pubblica
Audite, audite...
Habemus papam!
Dimissioni? Ora sì, ora no
La nuova fuga verso i licei
27 gennaio, giorno della memoria
Iniziative Cidi
 
            
 
             E' tempo di scuola pubblica

Sabato 17 gennaio a Roma ci sarà la manifestazione nazionale per il tempo pieno e prolungato e per il ritiro del decreto relativo alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione. Alla manifestazione, promossa da 100 comitati e coordinamenti di genitori e di insegnanti (dovunque spontaneamente sorti in difesa del diritto costituzionale ad una scuola pubblica di qualità) hanno aderito fra i primi: Arci, Associazione "Per la scuola della Repubblica", Cesp, Cgil scuola, CIDI, Cisl scuola, Cobas, CGD, Democratici di Sinistra, Ecole, Federazione Nazionale Verdi, La Margherita, Legambiente, Libera, Mce, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, UDS. Arrivano nel frattempo tante altre adesioni. Il Cidi sarà di nuovo in piazza per esprimere il suo dissenso sulla riduzione del tempo scuola obbligatorio, sulla modifica dei modelli organizzativi a cominciare dal tempo pieno e prolungato, sul ridimensionamento degli spazi di autonomia organizzativa, didattica e culturale delle scuole, sul tutor, sui piani di studio personalizzati ecc.. Per tutta la settimana, in ogni città e in ogni scuola, si terranno assemblee pubbliche e si svolgeranno iniziative per informare il maggior numero di persone su come stiano effettivamente le cose in fatto di istruzione e formazione. Il Cidi sarà presente e darà, ovunque sia possibile, il proprio contributo.

 
             Audite, audite...

Si sono svolte il 12 gennaio le audizioni alla VII Commissione della Camera sullo schema di decreto legislativo relativo alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione. Mercoledì prossimo le Commissioni dovrebbero esprimere il parere. In audizione il Cidi ha sottolineato del decreto gli aspetti di illegittimità formale, di illogicità manifesta, di difetto di motivazione ed eccesso di delega rispetto ai contenuti della stessa legge 53/2003. (Per leggere il parere del Cidi clicca qui). La maggior parte delle organizzazioni associative e sindacali presenti, di sicura consistenza per numero di iscritti e per storia, si sono espresse in modo fortemente critico nei confronti del decreto. (Come, del resto era già accaduto per l'audizione alla 7ª Commissione del Senato, svoltasi il mese scorso). Le associazioni invece di dubbia consistenza e di recente nascita si sono dichiarate (guarda caso) d'accordo. Ora però, essendo vero il detto che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, si dirà che c'è largo consenso su questo decreto!

 
             Habemus papam!

Non era mai successo che la circolare sulle iscrizioni tardasse tanto, lasciando nell'incertezza genitori e studenti e nel caos più totale le scuole. Ha veramente dell'incredibile tutta la storia, compresi i contenuti della lunghissima circolare, che orientano le iscrizioni ad una scuola che sarà reale solo dopo l'approvazione del decreto. Probabilmente l'Amministrazione è convinta (o è stata convinta) che l'iter parlamentare del decreto è concluso, anzi il decreto, nei corridoi del Ministero, risulta già approvato. E dire che una volta vantavamo una Amministrazione attenta, preparata, capace di trovare il cosiddetto "pelo" persino nei dettagli! Ora invece non si fa più caso né al rispetto dei tempi né delle regole. Ma già nascono fortissime polemiche. Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola ci dice che la circolare è illegittima perché sollecita le iscrizioni a una scuola che non c'è. Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, ne sottolinea l'illegittimità per l'aspetto che riguarda la scelta del tempo scuola da parte delle famiglie, prima ancora che il decreto sia approvato. Nel merito esprime forte contrarietà perché la circolare determinerà nelle scuole una forte tensione nell'organizzazione del lavoro, senza che ci sia stato alcun confronto con il sindacato, in particolare sul tutor e sull'orario flessibile.
Leggi il comunicato stampa del Cidi

 
             Dimissioni? Ora sì, ora no

L'on. Angela Napoli prima si dimette dall'incarico di relatrice di maggioranza in polemica con il ministro Moratti, poi ritira le dimissioni. L'oggetto del contendere è la circolare sulle iscrizioni, i cui contenuti sono esattamente (e illegittimamente) quelli del decreto attuativo non ancora approvato. Già il mese scorso l'on. Napoli aveva rivolto al ministro Moratti una interrogazione parlamentare (vedi Notecidi n.5), ragion per cui la tensione doveva essere molto alta e le dimissioni dovevano essere nell'aria. "Su questo decreto - ha affermato l'on. Napoli - le commissioni sono chiamate ad esprimere un parere che potrebbe contenere richieste di modifica molto importanti. Nella circolare invece sono state fatte delle scelte che rendono immodificabile il decreto". E invece l'onorevole ci ripensa e seppure rimangono in piedi tutti i motivi del dissidio, la promessa che l'iter parlamentare sullo stato giuridico dei docenti andrà velocemente a buon fine, è troppo allettante per non ritornare sui propri passi. Anche quest'ultimo episodio la dice lunga su quanto sia ingarbugliata la partita all'interno della maggioranza di governo e quanto sia facile oggigiorno che gli interessi di parte prevalgano sull'interesse pubblico.

 
             La nuova fuga verso i licei

A proposito di iscrizioni: il disorientamento e l'incertezza stanno lavorando anche sul fronte della scuola secondaria di secondo grado. A leggere attentamente i dati pubblicati dal Ministero dell'Istruzione, si nota una costante tendenza ad iscriversi nei licei piuttosto che negli istituti tecnici e professionali. Dall'anno scolastico 2001/2002 all'anno scolastico 2003/2004, gli alunni iscritti alla scuola secondaria superiore sono passati da 2.421.303 a 2.506.373 con un aumento di 85.070 unità, pari al 3,5% (effetto non trascurabile della legge sull'obbligo scolastico attualmente abolita). Ma questi aumenti non sono stati omogenei: infatti gli alunni iscritti negli istituti tecnici da 925.825 sono scesi a 919.799 (meno 6.026 unità pari allo 0,65%); quelli degli istituti professionali (secondo molti osservatori gli unici beneficiari della legge sull'obbligo scolastico) sono passati da 546.408 a 559.845, con un incremento di appena 13.437 unità pari al 2,4% (notevolmente inferiore alla media generale). Sono aumentati invece gli alunni dei licei (più 8% nel liceo classico e più 7,6% nel liceo scientifico). Questi dati evidenziano una tendenza che ancora non manifesta tutti i suoi effetti perché le variazioni, relative ad un intervallo di due anni scolastici, riguardano gli alunni di tutto il quinquennio, mentre i mutamenti sono intervenuti essenzialmente nella prima e nella seconda classe di ciascun corso. Se va avanti così, saremo ancora una volta di fronte al fenomeno dell'eterogenesi dei fini: le proposte di Bertagna, nate per incentivare la frequenza dei percorsi professionalizzanti, stanno invece ottenendo esattamente l'effetto opposto!

 
             27 gennaio, giorno della memoria

La Legge n. 211/2000 ha istituito il giorno della memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Il 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è stato perciò riconosciuto dalla Repubblica italiana come giorno della memoria. Nelle scuole si dovrebbero organizzare cerimonie, iniziative, incontri, narrazione dei fatti e riflessioni su quanto è accaduto. Oltre a ciò, per iniziativa di alcune associazioni professionali, verrà proposto anche quest'anno alle scuole di celebrare il giorno della memoria con un minuto di silenzio alle ore 11,59. L'anno passato hanno aderito a tale iniziativa oltre due milioni di studenti. Per firmare l'appello e scaricare il materiale clicca qui.

 
             Iniziative

Milano 22 gennaio Riforme e qualità della scuola

Cosenza 23/24 gennaio L1-L2-L3...in Europa


Carnia 23 gennaio Riforma della scuola. Cosa Cambia?

Potenza 23 gennaio E' tempo di scuola!

Sassari 28 gennaio Istruzione - Formazione professionale - Orientamento

Napoli 30 gennaio Istruzione e Formazione professionale. Canalizzazione precoce o integrazione dei sistemi?

Forlì 17/24/31/ gennaio ...Liberi di scegliere!?



 

 


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