Il migliore
dei mondi possibili
In questi ultimi mesi è cresciuto il dissenso nei confronti
della legge 53/2003 e del primo decreto attuativo della riforma.
Si sono moltiplicate le assemblee cittadine, le mozioni dei collegi
dei docenti, gli appelli e le raccolte di firme dei genitori (oltre
110.000 in difesa del tempo pieno e prolungato). Aumentano le occupazioni,
le autogestioni e i cortei di studenti. Si estendono i comitati
e i coordinamenti dei genitori in difesa della scuola pubblica e
del tempo pieno e prolungato. Si susseguono prese di posizione,
documenti, manifestazioni che esprimono la contrarietà di insegnanti,
genitori, studenti nei confronti dell'idea di scuola che avanza.
E la contrarietà di Regioni, Comuni, associazioni professionali,
organizzazioni sindacali e dello stesso Cnpi. Diventano sempre più
numerose e sempre più partecipate le iniziative che tentano di richiamare
l'attenzione sulle malefatte di questo governo a proposito di scuola
pubblica e di diritti costituzionali. In qualsiasi altro Paese tutto
ciò avrebbe spinto qualunque Ministro, se non alle dimissioni almeno
a rivedere le scelte fatte, a ritornare sui propri passi, a considerare
le ragioni di tanta polemica. In qualsiasi altro Paese normale,
ma non nel nostro. Come Pangloss del Candido di Voltaire, il governo
in carica "prova, in modo ammirevole, come non possa esistere effetto
senza causa, e come nel migliore dei mondi possibili il castello
di monsignor barone sia il più bello dei castelli e la signora la
migliore di tutte le baronesse"!
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E'
tempo di scuola pubblica
Audite, audite...
Habemus papam!
Dimissioni? Ora sì, ora no
La nuova fuga verso i licei
27 gennaio, giorno della memoria
Iniziative Cidi
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E'
tempo di scuola pubblica |
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Sabato
17 gennaio a Roma ci sarà la manifestazione
nazionale per il tempo pieno e prolungato e per il ritiro
del decreto relativo alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo
dell'istruzione. Alla manifestazione, promossa da 100 comitati
e coordinamenti di genitori e di insegnanti (dovunque spontaneamente
sorti in difesa del diritto costituzionale ad una scuola pubblica
di qualità) hanno aderito fra i primi: Arci, Associazione "Per
la scuola della Repubblica", Cesp, Cgil scuola, CIDI, Cisl scuola,
Cobas, CGD, Democratici di Sinistra, Ecole, Federazione Nazionale
Verdi, La Margherita, Legambiente, Libera, Mce, Partito dei Comunisti
Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, UDS. Arrivano
nel frattempo tante altre adesioni. Il Cidi sarà di nuovo in piazza
per esprimere il suo dissenso sulla riduzione del tempo scuola
obbligatorio, sulla modifica dei modelli organizzativi a cominciare
dal tempo pieno e prolungato, sul ridimensionamento degli spazi
di autonomia organizzativa, didattica e culturale delle scuole,
sul tutor, sui piani di studio personalizzati ecc.. Per tutta
la settimana, in ogni città e in ogni scuola, si terranno assemblee
pubbliche e si svolgeranno iniziative per informare il maggior
numero di persone su come stiano effettivamente le cose in fatto
di istruzione e formazione. Il Cidi sarà presente e darà, ovunque
sia possibile, il proprio contributo.
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Audite,
audite... |
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Si
sono svolte il 12 gennaio le audizioni alla VII Commissione della
Camera sullo schema di decreto legislativo relativo alla scuola
dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione. Mercoledì prossimo
le Commissioni dovrebbero esprimere il parere. In audizione il
Cidi ha sottolineato del decreto gli aspetti di illegittimità
formale, di illogicità manifesta, di difetto di motivazione ed
eccesso di delega rispetto ai contenuti della stessa legge 53/2003.
(Per leggere il parere del Cidi clicca
qui). La maggior parte delle organizzazioni associative e
sindacali presenti, di sicura consistenza per numero di iscritti
e per storia, si sono espresse in modo fortemente critico nei
confronti del decreto. (Come, del resto era già accaduto per l'audizione
alla 7ª Commissione del Senato, svoltasi il mese scorso). Le associazioni
invece di dubbia consistenza e di recente nascita si sono dichiarate
(guarda caso) d'accordo. Ora però, essendo vero il detto che non
c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, si dirà che c'è largo
consenso su questo decreto!
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Habemus
papam! |
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Non
era mai successo che la circolare
sulle iscrizioni tardasse tanto, lasciando nell'incertezza genitori
e studenti e nel caos più totale le scuole. Ha veramente dell'incredibile
tutta la storia, compresi i contenuti della lunghissima circolare,
che orientano le iscrizioni ad una scuola che sarà reale solo
dopo l'approvazione del decreto. Probabilmente l'Amministrazione
è convinta (o è stata convinta) che l'iter parlamentare del decreto
è concluso, anzi il decreto, nei corridoi del Ministero, risulta
già approvato. E dire che una volta vantavamo una Amministrazione
attenta, preparata, capace di trovare il cosiddetto "pelo" persino
nei dettagli! Ora invece non si fa più caso né al rispetto dei
tempi né delle regole. Ma già nascono fortissime polemiche. Enrico
Panini, segretario generale della Cgil scuola ci dice che la circolare
è illegittima perché sollecita le iscrizioni a una scuola che
non c'è. Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola,
ne sottolinea l'illegittimità per l'aspetto che riguarda la scelta
del tempo scuola da parte delle famiglie, prima ancora che il
decreto sia approvato. Nel merito esprime forte contrarietà perché
la circolare determinerà nelle scuole una forte tensione nell'organizzazione
del lavoro, senza che ci sia stato alcun confronto con il sindacato,
in particolare sul tutor e sull'orario flessibile.
Leggi
il comunicato stampa del Cidi
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Dimissioni?
Ora sì, ora no |
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L'on.
Angela Napoli prima si dimette dall'incarico di relatrice di maggioranza
in polemica con il ministro Moratti, poi ritira le dimissioni.
L'oggetto del contendere è la circolare sulle iscrizioni, i cui
contenuti sono esattamente (e illegittimamente) quelli del decreto
attuativo non ancora approvato. Già il mese scorso l'on. Napoli
aveva rivolto al ministro Moratti una interrogazione parlamentare
(vedi
Notecidi n.5), ragion per cui la tensione doveva essere molto
alta e le dimissioni dovevano essere nell'aria. "Su questo decreto
- ha affermato l'on. Napoli - le commissioni sono chiamate ad
esprimere un parere che potrebbe contenere richieste di modifica
molto importanti. Nella circolare invece sono state fatte delle
scelte che rendono immodificabile il decreto". E invece l'onorevole
ci ripensa e seppure rimangono in piedi tutti i motivi del dissidio,
la promessa che l'iter parlamentare sullo stato giuridico dei
docenti andrà velocemente a buon fine, è troppo allettante per
non ritornare sui propri passi. Anche quest'ultimo episodio la
dice lunga su quanto sia ingarbugliata la partita all'interno
della maggioranza di governo e quanto sia facile oggigiorno che
gli interessi di parte prevalgano sull'interesse pubblico.
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La
nuova fuga verso i licei |
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A
proposito di iscrizioni: il disorientamento e l'incertezza stanno
lavorando anche sul fronte della scuola secondaria di secondo
grado. A leggere attentamente i
dati pubblicati dal Ministero dell'Istruzione, si nota una
costante tendenza ad iscriversi nei licei piuttosto che negli
istituti tecnici e professionali. Dall'anno scolastico 2001/2002
all'anno scolastico 2003/2004, gli alunni iscritti alla scuola
secondaria superiore sono passati da 2.421.303 a 2.506.373 con
un aumento di 85.070 unità, pari al 3,5% (effetto non trascurabile
della legge sull'obbligo scolastico attualmente abolita). Ma questi
aumenti non sono stati omogenei: infatti gli alunni iscritti negli
istituti tecnici da 925.825 sono scesi a 919.799 (meno 6.026 unità
pari allo 0,65%); quelli degli istituti professionali (secondo
molti osservatori gli unici beneficiari della legge sull'obbligo
scolastico) sono passati da 546.408 a 559.845, con un incremento
di appena 13.437 unità pari al 2,4% (notevolmente inferiore alla
media generale). Sono aumentati invece gli alunni dei licei (più
8% nel liceo classico e più 7,6% nel liceo scientifico). Questi
dati evidenziano una tendenza che ancora non manifesta tutti i
suoi effetti perché le variazioni, relative ad un intervallo di
due anni scolastici, riguardano gli alunni di tutto il quinquennio,
mentre i mutamenti sono intervenuti essenzialmente nella prima
e nella seconda classe di ciascun corso. Se va avanti così, saremo
ancora una volta di fronte al fenomeno dell'eterogenesi dei fini:
le proposte di Bertagna, nate per incentivare la frequenza dei
percorsi professionalizzanti, stanno invece ottenendo esattamente
l'effetto opposto!
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27
gennaio, giorno della memoria |
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La
Legge n. 211/2000 ha istituito il giorno della memoria, in ricordo
dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei
deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Il 27
gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è stato
perciò riconosciuto dalla Repubblica italiana come giorno della
memoria. Nelle scuole si dovrebbero organizzare
cerimonie, iniziative, incontri, narrazione
dei fatti e riflessioni su quanto è accaduto. Oltre a ciò,
per iniziativa di alcune associazioni professionali, verrà proposto anche quest'anno
alle scuole di celebrare il giorno della memoria con un minuto
di silenzio alle ore 11,59. L'anno passato hanno aderito a tale
iniziativa oltre due milioni di studenti. Per firmare l'appello
e scaricare il materiale clicca
qui.
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Iniziative
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Milano
22 gennaio Riforme
e qualità della scuola
Cosenza
23/24 gennaio L1-L2-L3...in
Europa
Carnia
23 gennaio Riforma
della scuola. Cosa Cambia?
Potenza
23 gennaio E'
tempo di scuola!
Sassari
28 gennaio Istruzione
- Formazione professionale - Orientamento
Napoli
30 gennaio Istruzione
e Formazione professionale. Canalizzazione precoce o integrazione
dei sistemi?
Forlì
17/24/31/ gennaio ...Liberi
di scegliere!?
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