La scuola s'è desta!
Gli insegnanti rimandano al mittente le belle agende "tuttepatinate", che il ministro Moratti ha inviato ai docenti. Si incartano pacchi in tutte le scuole d'Italia: la Cgil scuola, la Gilda, ma anche la Cisl scuola della Lombardia li stanno raccogliendo per farli pervenire presso il ministero dell'Istruzione o presso gli Uffici scolastici regionali. Moltissimi insegnanti per autonoma iniziativa incartano e rispediscono le agende. Gli insegnanti sono fatti così, non riescono proprio a capire perché si debbano spendere tanti soldi in propaganda e comunicazione virtuale quando si continua a tagliare sul personale, sugli organici, sulle ore obbligatorie di insegnamento, sui finanziamenti alle scuole autonome ecc., ecc..
Noi l'avevamo detto (vedi Notecidi n. 4): la scuola non ha bisogno di marketing.
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Un decreto legislativo che proprio non va giù
L'on. Napoli e la relazione della maggioranza
Cnpi o Consiglio del principe?
Carriera? Meglio valorizzazione professionale
Scuole paritarie e alunni disabili
La Gilda e l'Associazione docenti cattolici
Campione di bel pensiero
Studenti e diritto di assemblea
Iniziative |
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Un decreto legislativo che proprio non va giù |
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Il
decreto legislativo relativo alla scuola dell'infanzia e al primo
ciclo dell'istruzione ha di fronte a sé una strada non facile.
Intanto la CGIL
scuola e la CISL
scuola ne chiedono il ritiro e, a tal fine, hanno avviato
una raccolta di firme. Anche la Uil
scuola ha lanciato la campagna "Una firma per bloccare il
decreto e aprire un confronto con il Sindacato". Le Associazioni
professionali (Cidi, Legambente scuola e formazione, MCE, Proteo
fare sapere) e il CGD (il Coordinamento dei genitori democratici)
continuano a promuovere l'iniziativa "invia
lettera" ai componenti delle Commissioni cultura e istruzione
di Camera e Senato (ci risulta che le caselle di posta elettronica
di quei parlamentari siano intasate di lettere!). Intanto in Conferenza
Unificata per l'esame del decreto le Regioni ribadiscono la questione
del metodo (il metodo della concertazione e i tempi della concertazione!)
e chiedono: precisazioni sui costi; lo scorporo dal decreto degli
allegati A,B,C,D; la definizione della quota oraria delle Regioni
(e questi, solo per citare alcuni punti). I Comuni, dal canto
loro, denunciano la mancata previsione delle risorse finanziarie,
la non chiarezza circa le dotazioni organiche per il tempo pieno,
la sorte degli Istituti comprensivi ecc. Aspettiamo con curiosità
il parere definitivo della Conferenza unificata Stato-Regioni
e Autonomie locali.
Nel frattempo sono iniziate le audizioni presso la 7a Commissione del Senato: Sindacati e Associazioni si sono in questi giorni esercitati a dire in cinque minuti (è veramente ridicolo!) le tante cose negative e illegittime contenute nel decreto, in un contesto in cui a fronte di Senatori (e Senatrici) che ascoltano, ci sono tanti Senatori che fanno orecchie "da mercante".
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L'on. Napoli e la relazione della maggioranza |
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L'on. Angela Napoli, in qualità di relatrice di maggioranza della
Commissione cultura e istruzione della Camera, ha illustrato (nella
seduta del 3 dicembre) lo schema di decreto legislativo, rimarcando
come la mancata conoscenza dei contenuti del decreto, abbia determinato
dubbi ed errate interpretazioni nel mondo della scuola. Ci piacerebbe
controbattere all'on. Napoli che i contenuti del decreto si conoscono
da un bel pezzo, che gli stessi sono stati commentati dal ministero
articolo dopo articolo e che, nonostante le suadenti argomentazioni
addotte dal commentatore, il mondo della scuola (insegnanti, sindacati,
associazioni professionali e dei genitori, esperti di scuola,
pedagogisti), ma anche Regioni e Comuni, continuano a sollevare
dubbi e critiche. L'onorevole afferma poi che "il provvedimento
mette a regime la sperimentazione avvenuta nell'anno scolastico
2002-2003, cui hanno aderito più di 250 istituzioni scolastiche,
nonché le migliori pratiche realizzate dalle scuole nell'ambito
della propria autonomia". Onorevole Napoli, le singole istituzioni
scolastiche della scuola dell'infanzia e della primaria statali
(contando anche i plessi) sono oltre 50.000, quindi parlare di
sperimentazione in 250 unità scolastiche (di cui una fetta consistente
di scuole private) è veramente irrilevante! Inoltre, di tali sperimentazioni
gli esiti sono piuttosto incerti mentre sappiamo con sicurezza
in quale direzione vadano "le migliori pratiche realizzate dalle
scuole nell'ambito della loro autonomia": creda, non è quella
prevista dal decreto.
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Cnpi o Consiglio del principe?
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E' stato approvato dal Consiglio dei ministri, in prima lettura,
lo schema di decreto
legislativo di riforma degli organi collegiali territoriali;
ora andrà al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni per
essere successivamente approvato, in via definitiva, dal Consiglio
dei ministri. Entro il 15 settembre 2004 dovrebbero costituirsi
- queste almeno sono le intenzioni - i nuovi organi collegiali.
Il provvedimento modifica profondamente gli organismi di consultazione
scolastica, sia quelli di livello nazionale, sia regionale e locale.
Il nuovo Cnpi prevede 55 componenti, di cui 10 di nomina del Ministro
e 45 in rappresentanza delle scuole statali, paritarie, di lingua
tedesca, slovena, della Val d'Aosta. Di questi 45, 19 sono componenti
di diritto, 3 sono eletti (al loro interno, dai rappresentanti
delle scuole paritarie nei consigli scolastici regionali), 7 sono
designati. Con ordinanza del Ministro sono stabiliti i termini
e le modalità per le elezioni, le nomine e le designazioni dei
componenti del Consiglio. Attualmente la maggior parte dei componenti
del Cnpi è eletta direttamente dal personale della scuola attraverso
liste presentate da Sindacati e Associazioni. I componenti durano
in carica quattro anni, ma per il Consiglio nazionale è prevista
la loro decadenza al termine del mandato del Ministro che li ha
nominati. I sindacati hanno già -e in più occasioni- espresso
con nettezza la loro contrarietà al provvedimento, soprattutto
perché riduce la rappresentanza diretta della categoria. Obiettivamente
esiste il rischio che si configuri un organo autoreferenziale,
una sorta di "Consiglio del principe", lontano dagli interessi
della scuola e vicino, molto vicino, a quelli del Ministro di
turno.
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Carriera? Meglio valorizzazione professionale |
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Si è svolto al Ministero il primo incontro tra Sindacati, Miur
ed Aran (Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) per
la definizione di un percorso di carriera degli insegnanti. Infatti
l'art.
22 del recente CCNL prevede che "entro il 31 dicembre 2003
una commissione di studio elabori le soluzioni possibili, definendone
i costi tendenziali, per istituire già nel prossimo biennio contrattuale,
qualora sussistano le relative risorse, meccanismi di carriera
professionale per i docenti". I Sindacati presenti (Cgil, Cisl
e Uil scuola, insieme allo Snals) hanno chiesto in via preliminare
di verificare le risorse finanziarie che il Governo intende aggiungere
per la carriera dei docenti. Hanno inoltre chiesto la sospensione
della discussione in Parlamento sui due progetti di legge relativi
allo stato giuridico degli insegnanti. Il dibattito sullo Stato
giuridico, avviato alla VII Commissione della Camera, è infatti,
almeno per ora, sospeso. Ferdinando Adornato, presidente di tale
Commissione, ha però dichiarato (al Convegno dell'ANP e dell'APEF,
svoltosi a Roma lo scorso 1 dicembre) che entro i primi sei mesi
del nuovo anno sarà pronto il nuovo stato giuridico dei docenti.
Mentre l'on. Napoli (relatrice di maggioraza alla VII Commissione
della Camera) ha inoltrato una interrogazione
parlamentare al ministro Moratti per sapere "quali siano
i motivi che hanno portato il ministro dell'Istruzione a disattendere
un preciso impegno (la revisione dello stato giuridico dei docenti,
ndr) assunto in Parlamento…" . Vedremo cosa risponderà il Ministro.
Intanto nel secondo incontro (svoltosi il 9 dicembre all'Aran),
i Sindacati hanno ribadito i punti fermi su cui intendono costruire
l'ipotesi di carriera, anzi, meglio dire di "valorizzazione" professionale:
un modello organizzativo che si fondi sull'autonomia delle scuole
e sulla cooperazione; la centralità del lavoro d'aula; la formazione
in servizio; un più celere passaggio tra retribuzioni minime e
massime; il rafforzamento delle forme di "mobilità" professionale.
Il prossimo incontro è fissato per il 18 dicembre.
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Scuole paritarie e alunni disabili |
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La CGIL scuola ha presentato un esposto
alla procura della Repubblica perché avvii una indagine per
verificare l'eventuale disattenzione del ministero dell'Istruzione
nei confronti di alcune scuole paritarie, anche di ispirazione
cattolica, che avrebbero rifiutato le iscrizioni ad alunni disabili.
Infatti - si legge nel comunicato della Cgil scuola - "il mantenimento
della condizione di scuola parificata richiede il rigoroso rispetto
di alcune condizioni, una delle quali è appunto l'applicazione
delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con
handicap o in condizioni di svantaggio" (legge
62/'00, art. 1, comma 4, lett. e). Siamo contenti di tale
iniziativa, ma mentre parliamo di gravi violazioni delle norme
e di palesi ingiustizie, ci piacerebbe che la CGIL scuola presentasse
anche un esposto alla Procura della Repubblica per verificare
la superficialità con cui il ministero dell'Istruzione rilascia
le qualifiche di scuola paritaria alle scuole private che ne fanno
richiesta, senza che ne abbiano i requisiti. E mentre ci troviamo,
per indagare sui fatti strani che accadono, e che nessuno controlla,
in alcune scuole paritarie in occasione degli esami di Stato (vedi
Notecidi n.1).
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La Gilda e l'Associazione docenti cattolici |
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In un articolo comparso alcuni giorni fa sul giornale "La Padania", Alberto Giannino, presidente nazionale dell'Adc (Associazione docenti cattolici), con argomentazioni che trasudano un livore veramente eccessivo, accusa la Gilda perché, a suo dire, discriminerebbe gli insegnanti di religione cattolica. La Gilda aveva presentato, in vista delle elezioni delle RSU, un ricorso al Comitato dei Garanti presso l'Ufficio provinciale del lavoro contro l'ammissibilità della candidatura di un docente di religione nella lista Cisl del Liceo Vittorio Veneto.
Francesco Zaffuto, coordinatore provinciale della Gilda, risponde
al presidente dell'Adc con ineccepibile precisione, dalle pagine
dello stesso giornale, sottolineando che l'accordo
quadro del 7/8/'98 all'art. 3 (che ancora regola le elezioni
delle Rappresentanze Sindacali Unitarie) indica "quale requisito
per l'elettorato passivo quello di essere dipendenti con contratto
di lavoro a tempo indeterminato e che i docenti di religione cattolica
potranno avere tale ruolo solo dopo l'espletamento dei concorsi
previsti dalla Legge 18 luglio 2003 n.186". Inoltre, il coordinatore
della Gilda ricorda che in un recente incontro a carattere nazionale
(presenti tutti i Sindacati rappresentativi, oltre allo Snadir,
il Sindacato degli insegnanti di religione cattolica) fu riconfermata
quell'interpretazione, cioè "in base all'accordo quadro del 7/8/'98
non ci sono margini per riconoscere ai docenti di religione, in
quanto non di ruolo, l'elettorato passivo".
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Campione di bel pensiero |
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Vittorio
Campione, il cui pensiero bipartisan è noto al mondo della scuola,
con un articolo
apparso recentemente sul giornale il Riformista, offre il suo
contributo al dibattito attuale sullo stato giuridico dei docenti,
sull'elevato numero del personale, sulla funzione e ruolo degli
insegnanti, proponendo alcune efficaci (dal suo punto di vista)
soluzioni.
La prima: occorre differenziare la funzione docente, infatti non tutti sanno fare bene quanto la funzione richiede. Differenziata la funzione, la singola scuola può assumere (e licenziare, ndr) in base alla funzione che serve.
La seconda: modificata l'organizzazione del lavoro, non servono più le supplenze, se un docente è assente, le classi si scompongono per seguire le attività che altri docenti della scuola stanno svolgendo.
La terza: modificati i meccanismi di assunzione, la scuola cerca, seleziona, assume il personale per le funzioni di supporto, all'interno dell'offerta di personale qualificato.
La quarta: poiché quasi un terzo degli attuali docenti va in pensione entro i prossimi anni si può provare ad affidare alle scuole il reclutamento (in sostituzione) di quanti andranno in pensione nei prossimi anni. Questo sarebbe un modo per cominciare a trasferire alle scuole autonome un compito che non può che essere loro. Con criteri, certo, di trasparenza e controlli, ma senza gli automatismi dei punteggi.
La quinta, relativa al nodo tra formazione iniziale e reclutamento, è l'inevitabile modifica dello Stato giuridico dei docenti.
Le soluzioni proposte da Vittorio Campione non ci sorprendono. Le sue idee le conosciamo da tempo, del resto sono quelle che in più occasioni hanno profuso alcuni rappresentanti di Confindustria e quel movimento della scuola che fa capo all'area cosiddetta "liberal". Quel che sorprende è che possano indurre in tentazione… qualcuno a sinistra!
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Studenti e diritto di assemblea |
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Il
Miur con nota
del 26 novembre scorso ha confermato che le assemblee degli
studenti vanno considerate come attività didattica vera e propria,
occasione educativa e formativa per la crescita dei giovani. Un
dirigente scolastico della Sicilia voleva infatti far recuperare
ai suoi allievi le ore "perse" in assemblea. Gli studenti hanno
fatto ricorso, l'Ufficio scolastico regionale ha girato il quesito
al Ministero, il Ministero ha così risposto.
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Iniziative
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Roma
17/23 dicembre 2003 Corso
di formazione in servizio per docenti europei
Brescia
15 dicembre Le scuole bresciane e la "scuola per crescere
Cosenza
24 gennaio 2004 L1,
L2, L3... in Europa. Curricoli a confronto
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