N. 12 /GIUGNO 2004

Te lo dò io il diritto all'istruzione
E' stato un anno lungo e faticoso come non si erano mai visti.
Importanti manifestazioni, cortei, scioperi, continue mobilitazioni, dovunque agitazioni e proteste. Alleanze tra scuola e università, tra genitori e insegnanti, tra cittadini e amministrazioni. Ma il ministro Moratti procede nella sua corsa a ostacoli anche se non lascia su un solo paletto. Attraverso i decreti legislativi appena approvati, e quelli che ci saranno - attraverso le Indicazioni nazionali per il sistema dei Licei, di cui circolano per ora solo le bozze - prende sempre più corpo l'organigramma del sistema dell'istruzione superiore e del canale parallelo della formazione professionale.
A questo punto risultano in tutta la loro evidenza i tagli che stanno per arrivare anche sulla scuola superiore: di ore, di organico e di cultura. E in tutta la sua evidenza l'inconsistenza del "diritto-dovere all'istruzione e alla formazione".
Sarà perciò, il prossimo, un altro anno lungo e faticoso.

             Diritto-dovere all'istruzione e alla formazione
Alternanza scuola-lavoro
Servizio Nazionale di Valutazione o Servizio Nazionale del Miur?
Precari "storici" e precari "moderni"
Salviamo l'inglese … e si salvi chi può
Istituito il Forum delle Associazioni professionali
Carriera e dintorni
Finalmente si indaga sui diplomifici
Iniziative: Settembre pedagogico
 
            
 
             Diritto-dovere all'istruzione e alla formazione

E' stato approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 21 maggio, in prima lettura, lo schema di decreto legislativo sul Diritto-dovere all'istruzione e alla formazione. In tutto dieci articoli che vanno ad aumentare la preoccupazione di quanti si interrogano sul futuro dei quei ragazzi che, esclusi dal sistema scolastico, frequenteranno un percorso triennale di formazione professionale oppure (se già quindicenni) un percorso di formazione "in apprendistato". La selezione però inizierà nel ciclo primario perché la scuola media dovrà "orientare la scelta dei giovani sulla base dei percorsi di ciascun allievo, personalizzati e documentati"(art. 2, comma 2 del decreto). Certo mancano ancora i livelli essenziali delle prestazioni (Lep), le modalità di concessione dei titoli di studio finali (anche ai fini del passaggio dei sistemi), le qualifiche e titoli professionali, i criteri per il riconoscimento dei crediti e delle certificazioni ma l'asimmetria fra i due "sistemi" è netta ed evidente. L'esigibilità del "diritto all'istruzione" sarà perciò solo virtuale per tantissimi ragazzi. Del resto la nuova formula, fortemente voluta dal ministro Moratti, del "diritto-dovere all'istruzione e alla formazione"non può "ridefinire e ampliare", come invece si vorrebbe far credere, l'art. 34 della Costituzione che parla di "obbligo di istruzione", in base al quale fino ad oggi la scuola pubblica italiana ha garantito, insieme alla formazione dei singoli, la crescita democratica del Paese.

 
 
             Alternanza scuola-lavoro

Venerdì 21 maggio è stato approvato dal Consiglio dei ministri oltre il decreto sul "diritto-dovere" (vedi nota sopra), anche quello sull'alternanza scuola-lavoro. Nove articoli per dire che i ragazzi tra i 15 e i 18 anni potranno acquisire crediti formativi attraverso la partecipazione ad esperienze di "orientamento" e "formazione" collegate al mondo del lavoro. Sarà la scuola a progettare, attuare e valutare il percorso in alternanza, sulla base di apposite convenzioni con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, enti pubblici e privati, ecc., disposti ad accogliere gli studenti "per periodi di apprendistato in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro". E se la situazione lavorativa non si trova, i percorsi in alternanza si svolgeranno "in imprese simulate" progettate e realizzate dalle scuole! La scuola oltre a verificare e valutare gli apprendimenti dovrà certificare le competenze acquisite in situazione lavorativa, ma nulla si dice sulle ore che i ragazzi dovranno passare in azienda e nulla sulle modalità di certificazione delle competenze. Nella sua genericità il decreto rischia di configurare un percorso marginale, dove potrebbero essere "scaricati", attraverso una personalizzazione eccessiva dei piani di studio, i ragazzi in difficoltà. Insomma, una risposta inadeguata ad un problema serio e impegnativo.

 
             Servizio Nazionale di Valutazione o Servizio Nazionale del Miur?

Il decreto sul Servizio Nazionale di Valutazione è stato bloccato dalla Conferenza delle Regioni, che ha chiesto tempi supplementari per un approfondito esame. I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome pongono infatti una preliminare questione di metodo e chiedono maggior coinvolgimento. "Non è sufficiente - dicono nel comunicato stampa del 20 maggio - dare parere, il decreto deve essere adottato, attraverso una intesa con la Conferenza Unificata". Nel merito, criticano l'eccessivo centralismo e l'incursione dello Stato in terreni che non lo riguardano. Secondo la Conferenza dei Presidenti, il Miur - in accordo con il ministero del Lavoro - metterebbe mano sugli standard minimi formativi richiesti per la spendibilità dei percorsi di istruzione e formazione professionale a livello nazionale, di competenza delle Regioni. Criticano infine la mancanza di autonomia dell'Istituto Nazionale di Valutazione e la composizione del direttivo che prevede un solo rappresentante regionale su sei componenti.

 
             Precari "storici" e precari "moderni"

Il contestato decreto legge sul precariato, che ristabilisce le regole per il calcolo dei punteggi nelle graduatorie scolastiche, è stato alla fine approvato. Almeno in parte si è trovato un punto di equilibrio (nei punteggi) tra i precari "storici" e i precari delle Scuole di specializzazione. Alla Camera dei deputati i parlamentari dell'opposizione hanno fatto la 'guerra' per inserire l'emendamento del piano triennale di assunzioni, che sarà predisposto entro il 31 gennaio 2005. "E' il primo risultato in controtendenza - scrive Alba Sasso - rispetto alla politica del governo sulla scuola che in questi anni ha ridotto il personale docente e non docente di migliaia di unità, che ha disegnato con l'ottica del risparmio una controriforma che riduce l'orario scolastico obbligatorio e taglia quindi posti di lavoro…". Certo i problemi restano tutti: la questione del precariato, nonostante il piano triennale di assunzioni, non sarà risolta, così come non sarà risolto il problema del cosiddetto "doppio binario" per l'accesso alla professione (da una parte i vincitori di concorso, dall'altra gli specializzati delle SISS). Intanto, a fronte di circa 100.000 cattedre disponibili, cresce il numero di alunni per classe.

 
             Salviamo l'inglese … e si salvi chi può

In poco tempo sono giunte sul sito di Repubblica.it circa 20.000 firme per sottoscrivere l'appello-documento, pubblicato dal quotidiano e promosso da centinaia di docenti di lingua e dai gruppi Lend (Lingua e nuova didattica). Una pubblicità, di fatto, ingannevole fa credere agli italiani che la legge Moratti e il decreto applicativo aumentino le ore di inglese mentre, se la matematica non è una opinione, saranno diminuite. Prima del ministro Moratti nella scuola elementare, a partire dalla classe terza, si facevano 297 ore di inglese (tre ore a settimana) più una ulteriore quota oraria variabile e facoltativa nelle classi prime e seconde, per un totale nei cinque anni di circa 429 ore. Dopo le "innovazioni" del ministro Moratti nei cinque anni si faranno in tutto 297 ore! Nella scuola media, prima della Moratti, si facevano: nel tempo prolungato 132 ore annue (4 ore a settimana), nel tempo normale 99 ore annue (3 ore a settimana). Da oggi si faranno: 54 ore annue (1 ora e 38 minuti settimanali). Questa è la "I" di Inglese.
Vogliamo poi parlare di Internet e di Impresa? Il virtuale, del resto, fa moderno!

 
             Istituito il Forum delle Associazioni professionali

E' stato alla fine istituito dal ministro Moratti il Forum delle associazioni professionali dei docenti e dirigenti scolastici, di cui fanno parte Adi, Aimc, Andis, Apef, Diesse, Disal, Cidi, Fnism, Mce, Uciim. Legambiente Settore scuola e formazione ne è stata esclusa, benché sia una associazione generalista che si occupa da molti anni di istruzione e formazione alla pari, e di più, di tante altre organizzazioni e benché abbia anch'essa firmato la lettera di richiesta del Forum, inoltrata l'anno passato al Ministro. Il giorno dell'insediamento, 11 maggio scorso, il Cidi ha sottolineato la funzione dell'associazionismo professionale e il ruolo svolto per migliorare la qualità della scuola pubblica e salvaguardare il diritto di tutti all'istruzione. Ha quindi dato la completa disponibilità a esprimere valutazioni nel merito delle questioni che il ministro dell'Istruzione, di volta in volta, intenderà approfondire (la formazione iniziale e in servizio, la valorizzazione della professione docente, lo status degli insegnanti, i decreti legislativi, le Indicazioni nazionali sono tra le prime proposte emerse), a patto che non ci sia un coordinatore o un portavoce rappresentativo di tutti gli altri (come accade per il Forum dei genitori), che non si prendano decisioni a maggioranza, che non si scambi il Forum per un luogo di negoziazione. A queste condizioni il Cidi non si sottrarrà al confronto e all'impegno. Si vedrà intanto se l'apertura al dialogo e al confronto, più volte richiamata dal Ministro, sia un fatto reale oppure una dichiarazione d'intenti a puro scopo propagandistico.

   
 
             Carriera e dintorni

La commissione prevista dall'art. 22 del CCNL (costituita dal Miur, dall'Aran e dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto) ha concluso i lavori il 25 maggio: cinque mesi per discutere di alcuni possibili percorsi di carriera degli insegnanti e per preparare un documento che fosse condiviso da tutta la commissione. Si tratta di un testo aperto e suscettibile di modifiche - da sottoporre alla consultazione della categoria - che ribadisce alcuni principi: l'unicità della funzione docente, la professionalità quale risorsa primaria del sistema di istruzione e formazione, lo sviluppo professionale senza gerarchie, la valorizzazione degli elementi della storia professionale di ciascun docente (esperienza, formazione in servizio, attività e funzioni svolte nella scuola). Cgil, Cisl e Uil scuola hanno accompagnato il documento con una dichiarazione di intenti dove si sottolineano gli impegni delle organizzazioni confederali nei confronti della categoria e le garanzie richieste al governo prima di avviare la trattativa contrattuale.

   
 
             Finalmente si indaga sui diplomifici

Sono circa 40 le scuole paritarie indagate per "corruzione continuata"ovvero per la vendita dei diplomi di Stato falsi. L'operazione è partita dalla Procura di Verona: 23 le persone indagate finora fra cui presidi, insegnanti e segretari. L'accusa è di "associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di corruzione continuata per atti contrari ai doveri d'ufficio di insegnanti, con funzioni di pubblico ufficiale o di incaricati di pubblico servizio, tendente a favorire il conseguimento, con modalità illecite e in violazione della normativa scolastica, di diplomi di maturità a favore di numerosi candidati; falsità di atti pubblici e privati, sostituzione di persona, rivelazione di segreti d'ufficio". Era ora! E' il caso di dire, considerata la vastità del fenomeno. Speriamo allora che si continui ad indagare in tutta Italia. Nel frattempo possiamo solo continuare a chiedere che vengano reintrodotte le commissioni esterne: unico concreto modo per tenere sotto controllo il fenomeno e continuare a dare dignità e valore ai titoli di studio.

   
 
             Iniziative: Settembre pedagogico

E' stata accolta dall'Anci la proposta del Cidi: clicca qui per saperne di più.

   

 

 

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