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  a cura di Emma Colonna N.65 del 17 novembre 2008   
     
  L'onda e noi. Chi l'avrebbe detto a settembre? Quando, dopo gli atti di questo governo, eravamo travolti dall'ansia e dalla preoccupazione per le sorti della nostra scuola e pensavamo di essere soli di fronte a un'opinione pubblica indifferente se non ostile. Le ultime settimane, invece, hanno regalato alla scuola italiana una vera e propria carica di vita, di energia, di pensiero. E non si tratta solo degli studenti, né solo dei genitori o degli insegnanti: non si tratta più soltanto del maestro unico, ma dell'intera legge 133 e della politica che la ispira. Tutto un Paese insorge contro la politica del governo che, tagliando indiscriminatamente sulla scuola e sull'università, sceglie di non avere un futuro e di negarlo ai propri giovani, siano essi studenti, giovani ricercatori, lavoratori precari. Ma non sono soltanto i diretti interessati a protestare. C'è la Conferenza Stato-Regioni, ci sono moltissimi Comuni ed Enti Locali, tutto il mondo della ricerca, dall'ENEA al Cnr, all'Istituto Superiore di Sanità, all'Istituto di Fisica Nucleare e così via.
In molte scuole e in quasi tutte le università si fa lezione ma contemporaneamente si protesta, si fa controinformazione e si fa scuola all'aperto, per far conoscere a tutti la qualità del proprio lavoro. Questo movimento, con la sua determinazione e la sua allegria, con la sua serietà e la sua non violenza (nella propria cultura, nel suo dna, non solo nelle forme), con la sua fantasia e la sua positività e concretezza, sta dando lezione a tutti, nessuno escluso. Parole d'ordine come
ridateci il futuro e non pagheremo la vostra crisi sono davanti al mondo della politica, ma anche davanti al mondo degli adulti, con tutto il loro peso. Abbiamo di fronte a noi giorni impegnativi. Nessuno più può chiamarsi fuori, la protesta va intrecciata alla proposta, e ognuno deve fare la sua parte, come hanno fatto in questo fine settimana gli studenti universitari italiani riuniti alla Sapienza e come, con tanto coraggio e contando solo su se stesse, hanno fatto le maestre di Roma sin dal mese di settembre, che ci sembra già così lontano.
 
 

 
  Istituti tecnici e professionali. Documento della commissione ministeriale

Riordino degli istituti tecnici. Documento di Confindustria

Dimensionamento

La scuola del Mezzogiorno

Due appuntamenti importanti

Iniziative
     
  Istituti tecnici e professionali. Documento della commissione ministeriale  
 
  È uscito in questi giorni il documento della Commissione ministeriale per la riorganizzazione degli istituti tecnici e professionali. Questo documento, viene detto nella premessa, presenta il quadro di riferimento e le linee essenziali del riordino degli istituti professionali, così come previsto dall'art. 13 della legge 40/07. Si fa riferimento alla struttura prevista per tutti i percorsi di istruzione del secondo ciclo, caratterizzata da due bienni e un quinto anno, e articolata in una area di istruzione generale, con insegnamenti comuni a tutti i percorsi, e aree di indirizzo. In conformità al piano programmatico, l'orario settimanale è di 32 ore. La legge 40 assegna alla Commissione il compito di ridurre il numero degli indirizzi e delle discipline, evitando che i profili degli istituti professionali si sovrappongano a quelli degli istituti tecnici e in modo da favorire la complementarietà e l'integrazione con i profili dei percorsi di istruzione e formazione professionale di competenza delle Regioni. Gli indirizzi proposti sono 6, all'interno di due settori di riferimento, quello dell'Industria e Artigianato, e quello dei Servizi. Segnaliamo qui due passaggi: la consulenza - per la definizione del piano dell'offerta formativa e per la definizione delle aree di indirizzo - di un comitato tecnico-scientifico paritetico, composto dal dirigente scolastico, da docenti, e da esperti del mondo del lavoro e delle professioni; la possibilità di stipulare "contratti d'opera con esperti del mondo del lavoro e delle professioni" su indicazione dello stesso comitato.  
 
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  Riordino degli istituti tecnici. Documento di Confindustria  
 
  In un documento non ancora ufficiale sul riordino degli istituti tecnici, Confindustria dice la sua in proposito, confermando una linea già nota da tempo. Infatti, si parla di Consigli di Amministrazione con forte presenza di esterni (aziende, professioni), di rappresentanti aziendali nelle commissioni d'esame, dell'insegnamento di una sola lingua straniera (inglese) rafforzato dallo studio di una materia in inglese, e soprattutto della assunzione del personale docente e dei tecnici di laboratorio al di fuori di ogni graduatoria e a esclusiva chiamata diretta da parte delle scuole. Come dire... non c'è neanche bisogno delle Fondazioni, che prevedono degli investimenti!  
 
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  Dimensionamento  
 
  Le Regioni hanno vinto il braccio di ferro col governo sul dimensionamento. Il nuovo testo dell'art. 3 del DL 154/08 infatti, non prevede più il 30 novembre come termine per tale operazione, al di là del quale sarebbe scattato il commissariamento. I tempi sono slittati al 2010, salvando così le scuole dei piccoli comuni, almeno per il prossimo anno scolastico. È questo un primo risultato della presa di posizione immediata e unitaria da parte della Conferenza Stato Regioni, a cui si sono unite anche l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni) e l'UPI (Unione delle Province Italiane). L'emendamento prevede che entro il 15 giugno del 2009 si stipuli un'intesa in sede di Conferenza unificata per disciplinare l'attività di dimensionamento della rete scolastica.  
 
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  La scuola del Mezzogiorno  
 
  Gli Stati Generali delle scuole del Mezzogiorno si sono svolti il 7/8/9 novembre a Castelvolturno, in provincia di Caserta. Il luogo non è casuale, ma ha un forte valore simbolico: a Castelvolturno infatti ci fu qualche mese fa la strage che fece ben sei vittime fra i giovani lavoratori nordafricani. La scuola, quindi, contro la camorra e contro il razzismo. La scuola, fondamentale risorsa democratica per l'emancipazione culturale e sociale. L'iniziativa è stata presa dalla Regione Campania e ad essa hanno aderito Calabria, Puglia e Basilicata: tre giorni di dibattito serrato contro i tagli che penalizzano la scuola del sud, contro il tentativo - bocciato dalla presa di posizione della Conferenza Stato Regioni - di commissariare le Regioni, e soprattutto le regioni meridionali, vittime principali della politica del governo sul dimensionamento scolastico; ma anche contro le classi ponte per gli alunni stranieri e in generale contro tutta la politica del governo che, riducendo l'offerta formativa, penalizza in modo particolare un territorio, come quello meridionale, in cui la dispersione scolastica è molto alta.  
 
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  Due appuntamenti importanti  
 
  Due importanti convegni organizzati dal Cidi nel mese di dicembre. Il primo a Roma, il 4 dicembre, insieme con il Laboratorio di Pedagogia Sperimentale del Dipartimento di Progettazione educativa e didattica dell'Università RomaTre, su un tema importantissimo e di grande attualità, la valutazione. Il titolo è molto significativo: Anche i numeri sono parole. Il secondo appuntamento è a Bologna, il 13 dicembre, ed è un seminario nazionale sulla dirigenza scolastica: Dirigere scuole autonome  
 
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  Iniziative  
 
 

Forlì 15-29 novembre
La scuola come bene comune

Campobasso 28 novembre
I fondamenti della matematica negli scritti di G. Peano

Milano 28 novembre
Insegnamento di Cittadinanza e Costituzione.
Qual è il ruolo della scuola nell'autonomia

Roma 4 dicembre
Anche i numeri sono parole.
Ideologia e pratiche nella valutazione

Brescia 5 dicembre
La didattica della matematica.
Intuizione e sperimentazione

Napoli 5 dicembre
La valutazione delle competenze linguistiche.
Tra prove Invalsi e ricerca in classe

Bologna 13 dicembre
Dirigere scuole autonome.
Seminario nazionale sulla dirigenza scolastica

 
 
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CIDI
centro iniziativa democratica insegnanti
piazza sonnino 13, 00153 roma
tel. 06 5809374, fax 06 5894077
 
 

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