a cura di Emma Colonna | N.66 del 1 dicembre 2008 |
Morire a scuola. È passata una settimana dai fatti di Rivoli e già sui giornali non se ne parla quasi più. Si tratta davvero di una fatalità, come ha detto il presidente del Consiglio? Sappiamo che non è così. Sappiamo che gli edifici scolastici in Italia, quasi dovunque, non sono a norma. E’ difficile che questo accada per altri edifici pubblici. Accade invece in molti cantieri e luoghi di lavoro. E infatti, così come aumentano gli incidenti sul lavoro – una vera e propria strage – anche nelle scuole stiamo passando dagli incidenti – frequentissimi – alle tragedie, come quella di Rivoli, appunto. Il governo Prodi aveva predisposto un piano pluriennale di investimenti sull’edilizia scolastica. Che fine ha fatto? Bertolaso ha detto nella sua relazione alla Camera che servirebbero 13 miliardi di euro per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici, mentre il Governo sta tagliando alla scuola 8 miliardi. Anche gli interventi di questi giorni del piano anti crisi, che pure prevedono per la messa in sicurezza delle scuole una via privilegiata, rischiano, in mancanza di un piano organico, di essere soltanto una toppa. Meglio di niente, si dirà, ma pur sempre una goccia nel mare. Ci chiediamo: i Comuni e le altre istituzioni del territorio, Regioni e Province, perché non prendono l’iniziativa senza attendere i programmi del governo? Perché, per esempio, non porsi l’obiettivo di “adottare una scuola”? La tragedia di Rivoli ci pone di fronte a una emergenza che non si può più rimandare, e che richiede uno scatto di responsabilità e di civiltà. Bisogna che ogni comunità si prenda cura delle sue scuole. Insomma, se il governo nazionale continua ad essere colpevolmente latitante, le autonomie locali si ingegnino a trovare soluzioni e facciano la loro parte. |
Il Cidi aderisce allo sciopero generale del 12 dicembre | ||
Perché, dopo le mobilitazioni e gli scioperi del 30 ottobre e del 14 novembre, è ancora necessario protestare a gran voce contro i tagli e la politica di questo governo, che penalizzano la scuola, l’università e la cultura in primo luogo. Perché chiediamo il ritiro di quei provvedimenti. Perché assistiamo al licenziamento di migliaia di precari. Perché di fronte alla crisi economica che investe il mondo c’è bisogno di misure strutturali, ma anche di politiche volte a sostenere salari, pensioni e occupazione. Perché vogliamo una scuola inclusiva e di qualità, secondo la Costituzione. | ||
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Piano programmatico. Parere favorevole della VII Commissione | ||
La Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha approvato a maggioranza il parere favorevole dell’on. Aprea, presidente della Commissione stessa, sul piano programmatico presentato dal Ministro per applicare i tagli sulla scuola e sull’università previsti dalla legge 133/08. E’ stato respinto il parere negativo presentato dall’opposizione. In un primo momento la Commissione, sempre a maggioranza, aveva approvato una proposta di parere, che subordinava l’approvazione a una serie di condizioni che tutto sommato sembravano tener conto di alcune delle richieste del movimento contro la legge 133. Il parere definitivo invece, pur ribadendo e confermando le “condizioni” della prima proposta, ribadisce tuttavia tutti i tagli previsti nella legge 133. E allora, on. Aprea? Ribadire quelle condizioni richiederebbe, per coerenza, una conclusione diversa. Da quel ragionamento non si giustifica il parere positivo, come del resto viene fatto notare anche dalla dichiarazione di voto dell’opposizione. In conclusione quindi, al di là delle forme, la sostanza rimane la stessa: secondo la VII Commissione della Camera la scuola può andare avanti con le scelte operate dal Governo. Ma allora perché l’on. Aprea si è data tanto da fare? Forse si è trattato di uno specchietto per le allodole, messo in atto volutamente in un gioco delle parti; forse, perché no, di una schermaglia interna alla maggioranza, sostanzialmente di un confronto Aprea-Gelmini sul modo di fare le cose. Al mondo della scuola tutto ciò interessa davvero poco! | ||
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Licei e istituti tecnici. Che cosa bolle in pentola | ||
Hanno girato in questo periodo molte voci in rete sulla scuola superiore. Probabili, possibili bozze di quadri orari sia dei licei che degli istituti tecnici, poi smentite dall’Amministrazione, in quanto, pare, largamente superate. Iniziative di alcuni Uffici territoriali del Ministero, che pare stiano dando indicazioni alle scuole di ritardare o sospendere le attività di orientamento rivolte alle famiglie per le iscrizioni del 2009-2010. Quindi, ipotesi di slittamento delle iscrizioni. Tutto questo non può che creare confusione e incertezza. Forse non ha torto chi propone, di fronte all’approssimarsi delle scadenze, il rinvio al prossimo anno di ogni tipo di cambiamento, per lasciare le scuole tranquille e porre termine a questa fibrillazione che può essere solo dannosa. Infatti le scuole debbono poter portare avanti, nella loro autonomia, le attività programmate, sia sul piano dell’orientamento, che su quello più propriamente organizzativo e didattico. | ||
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Salute e pubblici dipendenti | ||
Importante iniziativa della FP Cgil (Funzione Pubblica) e della FLC, che hanno predisposto un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la grave discriminazione operata dalla legge 133 nei confronti dei dipendenti pubblici e del loro diritto alla salute. Infatti, le restrizioni previste dalla 133 riguardano anche le visite mediche e gli esami clinici per la prevenzione dei tumori, anche se si è inseriti nei programmi di prevenzione regionali; le visite di controllo e gli esami clinici effettuati durante la gravidanza (la legge tutela solo i cinque mesi per maternità obbligatori, le gravidanze a rischio, i parti prematuri). L’appello va stampato e fatto firmare al maggior numero possibile di persone. Le firme, che saranno inviate al Governo, vanno raccolte entro il prossimo 16 dicembre e fatte pervenire alla FLC CGIL nazionale. | ||
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Importanti prese di posizione del Cnpi | ||
Nella seduta del 17 novembre scorso il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sulla situazione attuale della scuola, che di fatto sconfessa tutto l’operato del governo. Si esprime infatti netto dissenso per la manovra finanziaria, perché essa riduce la quantità e la qualità dell’offerta formativa, si chiede la revisione della norma sul maestro unico, si ritiene che qualsiasi cambiamento debba avere come presupposti il confronto democratico col mondo della scuola. Nella stessa adunata è stato espresso anche il parere sul progetto nazionale di sperimentazione per l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, presentato dal ministro al Cnpi in attuazione dell’art. 1 del DL 137/08. |
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Iniziative | ||
Cosenza novembre/dicembre |
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