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  a cura di Emma Colonna N.69 del 31 gennaio 2009   
     
  È tempo di iscrizioni, e purtroppo stanno circolando informazioni che non aiutano a capire, soprattutto sulla futura organizzazione della scuola elementare. È indispensabile quindi che i genitori siano informati e sappiano che cosa si troveranno di fronte nel momento in cui dovranno fare delle scelte per i propri figli. La maggior parte di loro già sa che ci sarà una scuola più povera: meno soldi, meno docenti, meno ore, meno opportunità e cura. Però è necessario, come è stato nel mese di ottobre, ricominciare a parlare con loro e con tutti i colleghi per spiegare come stanno davvero le cose. È importante che i media tornino a occuparsi di scuola. Bisogna riuscire ancora una volta a sintonizzarsi con l’opinione pubblica del Paese. Molte scuole stanno tornando a mobilitarsi, insegnanti e genitori, dirigenti coraggiosi.
In un momento di scelta così difficile il CIDI, il Coordinamento Genitori Democratici (CGD) e il Coordinamento “Non rubateci il futuro” (che ha avuto un ruolo enorme nel movimento di quest’autunno) hanno pubblicato un depliant (una sorta di guida alle iscrizioni) che si rivolge a tutti e vuole essere un contributo concreto in questa difficilissima battaglia per difendere la nostra scuola.
Un’altra azione importante, che il CIDI sta portando avanti con il CGD e la scuola Iqbal Masih di Roma, è il ricorso al TAR contro il Piano programmatico. Il Piano infatti è un atto amministrativo che va oltre i compiti previsti dalla Legge 133/08, e per giunta è anticostituzionale perché interviene su una materia di legislazione concorrente. Se il TAR accoglierà il nostro ricorso l’illegittimità del Piano si rifletterà su tutti i provvedimenti successivi, compresi i Regolamenti attuativi e la Circolare sulle iscrizioni.
 
 

 
  Perché un ricorso al TAR

La circolare sulle iscrizioni

La proposta di legge Aprea

Conferenza Unificata e Regolamenti

Ricapitolando

A scuola di Costituzione

Iniziative
     
  Perché un ricorso al TAR  
 
  Dopo la legge 133 ci sono il Piano programmatico, i Regolamenti attuativi, la Circolare sulle iscrizioni. Ognuno di questi atti successivi alla legge, forzando il provvedimento precedente, va al di là del suo mandato e interviene su terreni che competono esclusivamente al legislatore. Con atti amministrativi quali il Piano programmatico o la Circolare per le iscrizioni viene fatto quello che con la legge – anche per la pressione del movimento di protesta – il governo non era riuscito a fare. Questa è una cosa di una gravità senza precedenti. Si potrebbe pensare che il movimento di quest’autunno, pur avendo dovuto subire leggi come la 133 e la 169, abbia comunque costretto il governo a fermarsi. Non è così. Per esempio, di maestro unico generalizzato si parla solo ora, all’inizio tale scelta era limitata alla copertura dei tagli di spesa, e solo sulle prime classi. Ancora: le norme sulla scuola dell’infanzia presenti nel Piano programmatico non sono giustificate perché nella 133, di cui il Piano è figlio, la scuola dell’infanzia non è proprio nominata.
Infine, un semplice atto amministrativo quale è il Piano programmatico non può intervenire a modificare l’ordinamento scolastico – maestro unico e fine del modulo – senza che sia previsto da una norma di legge.
A partire da queste considerazioni, quindi, la maggior parte degli interventi e delle norme sulla scuola di queste ultime settimane è illegittima.
Per tutte queste ragioni il CIDI, la scuola Iqbal Masih e il CGD hanno presentato ricorso al TAR contro il Piano programmatico. Vuol essere, insieme a tutto il resto, un’iniziativa concreta per contrastare i provvedimenti in corso.
 
 
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  La circolare sulle iscrizioni  
 
  La circolare pone un delicato problema: si possono modificare le leggi vigenti con una disposizione ordinamentale qual è una circolare? È questa la domanda che si pone la FLC ed è questa la ragione del ricorso al TAR presentato dallo stesso sindacato. Inoltre, essa stravolge i contenuti dello stesso Regolamento a cui si riferisce, che per di più non è ancora in vigore. Infatti, la riduzione dei posti di organico non corrisponde assolutamente alle cifre comunicate in precedenza dallo stesso governo, ed è di gran lunga superiore. Come è noto i modelli orari della scuola elementare sono di 24, 27 fino a 30, 40 ore per il tempo pieno. Per il modello a 24 ore le nuove norme prevedono il maestro unico. Per il modello a 27: per 22 ore (o 24 se lo stesso maestro insegna religione) - di fatto anche nelle classi successive alla prima - è introdotto il maestro unico, mentre le ore residue saranno coperte dall’organico d’istituto con quelle ricavate dalla contrazione della compresenza nel tempo pieno. Per i modelli a 30 ore poi, le tre ore opzionali facoltative di fatto si potranno realizzare solo col ricorso alle risorse dell’Istituto, aprendo così la strada alle attività private di doposcuola a carico delle famiglie.
La realtà è che i genitori si troveranno a scegliere in una situazione difficilissima e molto confusa, caricando di ulteriore ansia un momento già di per sé così delicato. Il messaggio più importante da comunicare è che chi non vuole il maestro unico non deve barrare il modello 24 ore, neanche come opzione dopo le altre, perché altrimenti questa risulterà essere comunque una sua scelta, e rende impossibile qualsiasi forma di ricorso successivo.
I genitori devono sapere che anche per le classi successive alla prima sarà molto difficile ritrovare il modulo e avere diversi maestri su più classi con uguali compiti e responsabilità, ma nella maggior parte dei casi ci sarà un unico maestro che coprirà la maggior parte dell’orario (24 ore, appunto), più … tante aggiunte (che saranno recuperate soprattutto dall’eliminazione delle compresenze nel tempo pieno) fino ad arrivare a 27 o 30 ore. Sarà una girandola di figure adulte che, come meteore, si alterneranno a coprire quelle ore. Tutto ciò ovviamente determinerà un alto tasso di conflittualità tra i docenti, una gerarchia tra i contenuti dell’insegnamento, un uso a dir poco sbilanciato della valutazione.
Per tutte queste ragioni, come già è stato detto in apertura, abbiamo pubblicato una sorta di guida alle iscrizioni da scaricare e diffondere il più possibile, anche al di fuori della scuola (ripresa quasi integralmente dal dossier pubblicato oggi da l’Unità). Per ulteriori approfondimenti sulla circolare si rimanda alla scheda allegata.
 
 
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  La proposta di legge Aprea  
 
  Il Comitato ristretto della VII Commissione della Camera ha dato inizio alle audizioni, e la scorsa settimana sono stati sentiti i sindacati. Flc CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola, nei rispettivi interventi, hanno tutti dichiarato, anche se con diverse sfumature, la propria contrarietà e preoccupazione verso le principali proposte della legge Aprea: consigli di amministrazione e fondazioni, libertà di scelta educativa delle famiglie e quota capitaria da una parte, reclutamento insegnanti, merito e carriere dall’altro. Le associazioni professionali sono convocate per la prossima settimana.  
 
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  Conferenza Unificata e Regolamenti  
 
  I Regolamenti attuativi del Piano programmatico (che come non ci stancheremo di ripetere stanno compiendo il loro iter e quindi non sono ancora in vigore) sono stati discussi dalla Conferenza unificata Stato-Regioni per il prescritto parere. Forte la spaccatura su quello del primo ciclo. Il parere esprime forti perplessità in particolare rispetto al taglio degli organici e alle compresenze nella scuola primaria. Sul dimensionamento scolastico invece si è arrivati ad una intesa che propone una modifica del testo e sposta i termini al 15 giugno.  
 
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  Ricapitolando  
 
  Giunti a questo punto, può essere utile riepilogare i riferimenti normativi. È della scorsa estate il Decreto Legge n.112 (quello sui tagli di spesa), che conteneva l’art. 64 sulla scuola, e che ad agosto fu convertito nella legge 133. Intanto il 1° settembre 2008 il ministro Gelmini, con il Decreto Legge n.137 intervenne, come ricordiamo tutti, sull’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, sul voto di condotta, sulla valutazione in voti, sul maestro unico. Il movimento di protesta si sviluppò quindi contro la legge 133 e contro il D.L. 137, che fu convertito in legge proprio il giorno della grande manifestazione del 30 ottobre (legge n. 169). All’inizio di dicembre il ministro emise la circolare n. 100, “Prime informazioni sui processi di attuazione del D.L. n.137”. Quasi contemporaneamente, all’interno di una legge per il contenimento della spesa sanitaria (la 189/08), fu inserito l’art. 3 del D.L. 154/08 sul dimensionamento delle scuole e il commissariamento delle Regioni. Dulcis in fundo, per cambiare definitivamente la fisionomia della scuola italiana, è in agguato la proposta di legge Aprea 953/08 “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, attualmente in discussione al Comitato ristretto della VII Commissione della Camera. L’art. 64 della legge 133, intanto, prevedeva dei provvedimenti attuativi, il Piano programmatico, che abbiamo già ampiamente nominato, e i Regolamenti, che per entrare in vigore devono ancora completare il loro percorso (vedi tabella allegata).  
 
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  A scuola di Costituzione  
 
  Anche quest'anno, malgrado le difficoltà e il lavoro procurati dai provvedimenti che scuotono il nostro sistema scolastico, riusciamo, per la quinta volta consecutiva, ad avviare il progetto/concorso "A scuola di Costituzione". Per molti colleghi è ormai un appuntamento fisso che ha visto crescere, anno dopo anno, il consenso e la partecipazione. La scadenza per la presentazione delle schede di iscrizione è il prossimo 16 febbraio, quindi è necessaria una tempestiva informazione alle scuole e ai colleghi.  
 
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  Iniziative  
 
 

Trento 4 febbraio
I mercoledì della chimica

 
 
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