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  a cura di Emma Colonna N.76 del 26 settembre 2009   
     
  La scuola è cominciata in una situazione drammatica. Migliaia di insegnanti precari, in tutte le città italiane, lottano per il proprio posto di lavoro. Sono stati lasciati a casa, con l'esperienza acquisita in questi anni, con le competenze e i master di tanti di loro, con le loro speranze e i loro progetti di vita. Energie e intelligenze del tutto inutilizzate, mentre la scuola scoppia e implode su se stessa, a causa di una politica cieca, fatta di tagli indiscriminati e di povertà culturale. Contemporaneamente, mentre le classi sono sovraffollate e la scuola soffoca, nuovi bisogni culturali richiedono che sia vivace e intelligente, in grado di intercettare le domande sempre più impegnative dei nostri adolescenti. Ma il governo da una parte impone criteri valutativi fondati sulla rigidità e sulla selezione, dall'altra porta avanti una politica razzista, povera e ristretta. Non è attaccando le scuole del sud o gli insegnanti e i dirigenti meridionali che si fa bene alla scuola. E col razzismo si semina solo intolleranza e violenza. Quasi che l'Italia non abbia bisogno di una scuola all'altezza delle sfide che questo mondo così complicato e difficile pone davanti a noi, ma, al contrario, di una scuola minima, il minimo indispensabile per una società di consumatori e non di cittadini. Il mondo della scuola, colpito da questo governo nel suo dna, ha gridato a gran voce in tutti questi mesi la sua protesta e la sua rabbia. Che cosa si può fare ancora? "Più cultura meno paura" si legge in un bel manifesto affisso in questi giorni nelle strade di Roma. Non abbiamo molte armi, oltre quelle che il nostro lavoro ci dà. Ma sono armi  potentissime, perchè sono quelle della cultura. Usiamole, nonostante le attuali pesanti condizioni.  
 

 
 
  Dalla parte di precari

A che punto siamo. Atto di indirizzo per il primo ciclo

A che punto siamo. Le superiori in mezzo al guado

Apprendimento permanente

Il 3 ottobre per la libertà di informazione

Iniziative
     
  Dalla parte dei precari  
   
 

Come abbiamo detto anche in altre occasioni da un anno a questa parte, noi siamo dalla parte dei precari. Per questo aderiamo alla prossima manifestazione del 3 ottobre. Perché questi docenti (docenti precari, non semplicemente “precari”) sono un pezzo scuola e in questo momento rappresentano la scuola impoverita, la scuola tagliata, la scuola colpita. Rappresentano il più violento attacco alla scuola pubblica. Infatti colpendo loro si impedisce a tutta la scuola di funzionare come dovrebbe, si riempiono le classi al di là di ogni ragionevole limite, si abbassa la qualità del lavoro di tutti e se ne peggiorano le condizioni. Da una parte si afferma che gli insegnanti sono troppo vecchi e hanno un'età media superiore a quella europea; dall’altra si cacciano via i più giovani. E non si cerchi di scaricare sulle Regioni il costo sociale di una scelta la cui responsabilità ricade solo sul Governo. Non si può correre il rischio di una scuola più ricca nelle regioni più ricche, e una più povera nel resto d’Italia. Le forze politiche e i sindacati si facciano garanti di questo.

 
 
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A che punto siamo. Atto di indirizzo per il primo ciclo

 
   
 

Il tanto sofferto Regolamento per il primo ciclo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima dell’estate. A settembre il Ministro, dopo aver avuto il parere del CNPI, ha emanato l'Atto di indirizzo per le scuole del primo ciclo, in cui sono contenuti i criteri generali di lavoro per le scuole, in attesa di una  prossima“armonizzazione” tra le Indicazioni Nazionali Moratti del 2004 e le Indicazioni per il curricolo Fioroni del 2007. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato (che  ha espresso il suo parere favorevole solo dopo che l’Amministrazione ha messo per iscritto che  il maestro unico/prevalente e le 24 ore sono solo una delle opzioni possibili, da esercitare nel rispetto dell’autonomia delle scuole e della scelta delle famiglie) nel Documento di indirizzo si ribadisce l’idea che le scuole sono autonome  nelle loro scelte organizzative.

 
 
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A che punto siamo. Le superiori in mezzo al guado

 
   
 

Per ragioni che non riguardano il mondo della scuola la Conferenza Stato Regioni è in un momento di stallo, e tutto il calendario di lavoro è slittato. Ciò avrà conseguenze dirette sulla tabella di marcia degli schemi di regolamento della scuola superiore, per i quali il parere della Conferenza è obbligatorio, anche se non vincolante. Dopo questa tappa, che a questo punto non è possibile prevedere prima di ottobre inoltrato, si passerà alle Commissioni parlamentari e al Consiglio di Stato. La pubblicazione dei testi definitivi in Gazzetta Ufficiale quindi non potrà certamente avvenire, realisticamente, prima di febbraio. È possibile ipotizzare perciò che il lavoro di orientamento delle famiglie in vista delle iscrizioni per il 2010/11 comincerà tardi, in un clima di incertezza normativa,  che non aiuterà certamente genitori e docenti in una operazione così delicata come quella dell’iscrizione alla scuola superiore.

 
 
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Apprendimento permanente

 
   
 

Con una proposta di legge di iniziativa popolare CGIL, SPI, FLC Cgil, AUSER, hanno lanciato una grande iniziativa in favore del diritto all’apprendimento permanente per tutte le persone che vivono e soggiornano in Italia. Sapere per contare e Imparare sempre, queste le parole d’ordine della campagna. Obiettivo della proposta di legge è quello di raddoppiare in tre anni il numero degli adulti che partecipano ad attività formative. L’iniziativa, che si concluderà a dicembre 2009, ha come obiettivo quello di raggiungere le 100.000 firme. E’ un tema importante quello dell’educazione permanente, fondamentale per ridurre nel nostro paese la dispersione scolastica ed innalzare i livelli culturali della popolazione, perché il livello di istruzione degli adulti ricade pesantemente su quello dei figli. Questo circolo va interrotto il prima possibile. Per questo motivo invitiamo i colleghi a leggere e firmare la proposta di legge.

 
 
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Il 3 ottobre per la libertà di informazione

 
   
 

Dopo l’attentato in Afghanistan, la manifestazione per la libertà di informazione, organizzata dalla FNSI, è stata rinviata al 3 ottobre. Il Cidi ha dato la sua adesione, ed invita tutti i propri iscritti a partecipare.

 
 
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Iniziative

 
   
 

Roma 14 ottobre   I “nuovi” licei. Problemi e prospettive

Pescara 15 ottobre   Emergenza scuola. Dalle elementari alle superiori: le nuove regole

 
 
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CIDI
centro iniziativa democratica insegnanti
piazza sonnino 13, 00153 roma
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