Newsletter CIDI
a cura di Emma Colonna n.89 del 20 dicembre 2010
A leggere le lettere che i ragazzi scrivono a Saviano in risposta alla sua lettera ai ragazzi del movimento dopo i fatti del 14 dicembre a Roma, tremano le vene ai polsi. Perchè hanno ragione da vendere, ma sono disperati, e la disperazione non porta lontano. Qualsiasi generazione, per crescere, deve avere qualcosa a cui aggrapparsi, un'idea di futuro. E loro ce l'avrebbero pure, ma sanno che non c'è nessuna possibilità. Disperati infatti, senza speranza.
Ci vorrebbe una società adulta in grado di assumersi le sue responsabilità, dalle cose piccole a quelle grandi. Per esempio, che i curriculum dei giovani vengano letti e valutati, che qualcuno gli risponda, può sembrare una cosa piccola, ma non è così. Oppure, che un concorso, pubblico o privato che sia (in un comune, in una facoltà universitaria, in un ospedale) venga gestito in modo trasparente. Ma che paese è quello in cui c'è bisogno di fare proposte di legge contro il nepotismo? E parlano pure di merito. Quale merito? Ogni insegnante lo sa che gli alunni migliori, se hanno fortuna, se ne vanno. E delle leggi sulla flessibilità del lavoro, ne vogliamo parlare? Ci avevano detto che erano necessarie per rendere più dinamica l'economia e per far emergere il sommerso, ma i risultati si sono visti: il lavoro precario è diventato un modello dilagante, che ha distrutto come un cancro non solo la pratica, ma anche la cultura dei diritti sul lavoro, in tutti i campi.
Un tempo si sarebbe detto che la politica doveva assumersi le sue responsabilità, ma quel tempo è finito. Per questo i ragazzi sono disperati, perchè non sanno a chi rivolgersi. Sono senza padri.



INDICE Dossier Cisl

Dati OCSE PISA

Quale merito

Quale italiano da leggere e scrivere

Federalismo e scuola

Da insegnante a dirigente

A scuola di Costituzione

Iniziative
Dossier Cisl
Chi sono oggi i docenti, come si rapportano al loro lavoro e con quale stato d'animo guardano al futuro della loro professione? Lavorano in condizioni sempre peggiori, in sedi quasi sempre al di fuori di qualunque norma di sicurezza, con classi troppo numerose e in una situazione generale di grande stress. In un Dossier presentato nei giorni scorsi dalla Cisl scuola la situazione viene fotografata con una certa precisione, non senza sottolineare che nonostante tutto gli insegnanti, o per lo meno un consistente numero di essi, amano il proprio mestiere, sono disposti a farsi valutare, ma neanche vogliono rinunciare a esprimere la propria opinione sulla scuola e sul proprio lavoro. E sono impietosi nel loro giudizio sull'operato del ministro Gelmini, cosa che - ma pensate - ha mandato su tutte le furie il ministero, che in una nota alla stampa ha inopinatamente usato i dati OCSE per cercare di smentire quanto emerso dal Dossier curato dalla Swg per la Cisl scuola.
Dati OCSE PISA
Il 7 dicembre l'OCSE ha presentato i risultati di PISA 2009, che analizza le capacità di lettura dei quindicenni in tutti i paesi aderenti. Nello stesso giorno l'Invalsi ha presentato in un incontro con la stampa sia i principali risultati a livello internazionale, sia alcuni primi risultati a livello nazionale. PISA (Programme for International Student Assessment), è un'indagine comparativa internazionale che si svolge ogni tre anni, e nel 2009 ha raggiunto la quarta edizione.
Il suo obiettivo principale è quello di valutare in che misura gli studenti quindicenni abbiano acquisito alcune competenze ritenute essenziali per una consapevole partecipazione alla vita sociale, e quindi se sono in grado di utilizzare quanto appreso applicandolo anche a situazioni non familiari, diverse da quelle usualmente proposte a scuola.
L'indagine riguarda tre ambiti - lettura, matematica e scienze - ma ogni ciclo approfondisce in particolare uno di essi: nel 2000 la lettura, nel 2003 la matematica, nel 2006 le scienze e nel 2009 di nuovo la lettura. Da quest'ultima indagine si rileva un qualche miglioramento per i nostri studenti, attribuito da alcuni esperti, fra cui Bottani e Losito, ad un modo più appropriato da parte delle scuole di affrontare le prove Invalsi. I dati confermano comunque i problemi di sempre: le differenze territoriali fra nord e sud, e quelle fra i livelli scolastici, licei in testa e giù a scendere tecnici e professionali. Nell'articolo di Bruno Losito su www.cidi.it un'analisi approfondita.
Quale merito
Sono già 76 - al momento in cui scriviamo - i collegi docenti di Torino che rifiutano di aderire alla sperimentazione Gelmini sulla valutazione degli insegnanti. E non arrivano buone notizie neanche da Napoli, l'altra città indicata dal ministero per la cosiddetta sperimentazione sul merito. Di che si tratta? Di premiare i docenti e le scuole migliori, dicono al ministero. Sì, ma come? I parametri di valutazione sono basati solo sui risultati degli alunni, senza tener conto dei contesti e dei livelli di partenza, non è garantita nessuna oggettività e imparzialità della valutazione (anzi, la valutazione è autoreferenziale, perchè avviene all'interno delle scuole stesse), e non è neppure chiaro il ruolo di studenti e genitori. Inoltre, i fondi per premiare i presunti migliori sono recuperati con i tagli al personale, cioè si premia il merito con i fondi sottratti drasticamente alla scuola pubblica. Per queste ragioni le scuole dicono no. Eppure secondo il Dossier Cisl, già citato, gli insegnanti non sarebbero contrari a collegare valutazione, merito, stipendio. E allora? Probabilmente la disponibilità dei docenti è reale, ma essi sono contrari alla proposta della Gelmini, fondata su dispositivi di competizione. Su questa questione il dibattito è intenso. Vedi il comunicato stampa del Cidi e l'articolo di Sofia Toselli sul nostro sito, ma anche i tanti articoli presenti in edicola.
Quale italiano da leggere e scrivere
Due importanti dossier di Insegnare su un tema di estrema attualità: quale lingua possiamo e dobbiamo insegnare a leggere e a scrivere? E come è possibile farlo tenendo conto dell'evoluzione della comunicazione contemporanea in una ricca pluralità di contesti, delle diverse modalità con cui gli allievi si avvicinano oggi a queste strategie linguistiche e cognitive e infine delle diverse procedure con cui la scuola può operare; e non solo nell'ora di italiano.
La realizzazione dei due volumi Lingua e testi oltre l'ora di italiano e Che italiano insegn(i)amo ha coinvolto numerosi gruppi di ricerca attivati presso Cidi locali o realtà istituzionali di formazione, circa trenta istituti superiori in molte città italiane, quasi mille allievi. Si tratta di due strumenti utili a rilanciare una buona didattica del biennio nella direzione dell'incremento delle competenze linguistiche di base utili in tutte le discipline, con i quali si potranno promuovere iniziative di dibattito e attività di formazione. Per ulteriori contatti scrivere a insegnare@cidi.it
Federalismo e scuola
Tra accelerazioni e frenate va avanti il dibattito sul federalismo. Tema importante che vale la pena di approfondire per capirne le luci e le ombre, le contraddizioni e i problemi. Soprattutto gli effetti che avrebbe sulla scuola. E infatti le prime domande che occorrerebbe porsi sono: con il federalismo che ne sarà della scuola della Costituzione? Come si ricollocheranno all'interno di ogni singola regione i diversi segmenti del sistema scolastico? E gli insegnanti da chi dipenderanno? Quali garanzie ci saranno per la tenuta unitaria del sistema e per il mantenimento di una identità nazionale? Il Cidi, dopo un seminario sul tema, ha raccolto in una snella pubblicazione alcune delle relazioni svolte in quella occasione. Per saperne di più, mail@cidi.it
Da insegnante a dirigente
In attesa del bando di concorso per dirigenti scolastici, la cui pubblicazione sembra imminente, in molte città il Cidi sta organizzando percorsi di formazione rivolti a tutti coloro che intendono misurarsi con questa prova. Sono in preparazione anche materiali che, per gli iscritti al Cidi, saranno disponibili on line dal mese di gennaio.
A scuola di Costituzione

Sono molte le scuole che stanno mandando in questi giorni al Cidi la scheda di adesione al concorso A Scuola di Costituzione. In considerazione di questo fatto, e per consentire la partecipazione di un numero sempre più ampio di scuole, la scadenza per comunicare la propria adesione è stata prorogata al prossimo 15 gennaio.

Iniziative
Pescara 19 gennaio
A scuola di Costituzione

Milano 20 gennaio
Come valutare e certificare le competenze in uscita dal biennio dei licei, dei tecnici,
dell'istruzione e formazione professionale. Valutare, formare, educare alla cittadinanza attiva

CIDI
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