N. 02 ottobre 2003
 

Il malessere dei docenti
E' vero, oggi c'è molto malessere fra gli insegnanti. C'è una obiettiva caduta di senso. C'è crisi e smarrimento. C'è la fatica di un lavoro quotidiano, con il suo carico di problemi e di difficili condizioni di lavoro. C'è la perdita del valore sociale del ruolo, il disamore degli studenti. Ci sono "magri" stipendi. C'è il disincanto nei confronti delle forze politiche, che non guardano all'istruzione come a una cosa importante e seria. C'è la sfiducia nei confronti della società, disattenta ai giovani, ma sempre pronta a scaricare sulla scuola ciò che non sa gestire e risolvere in prima persona. E l'amarezza nei confronti di tanti genitori che pretendono di sapere, in ogni circostanza, che cosa devono fare i professori.
Da questo nasce il malessere. E parlar male dei docenti, sicuramente lo fa crescere.

             Insegnanti sull'orlo di una crisi di nervi
Insegnare stanca
E' sempre facile parlar male dei docenti
Burnout: niente paura… partono i corsi di aggiornamento
A proposito di stato giuridico dei docenti
Il ministro dell'Istruzione e la legge finanziaria
Scuola, Fondazione Italianieuropei e Corriere della Sera
L'efficacia e l'equità della scuola italiana
Iniziative
 
            
 
             Insegnanti sull'orlo di una crisi di nervi

Molti anni fa uscì il film di Nanni Moretti, "Bianca". Una presa in giro della scuola italiana e della società degli anni settanta. Nella immaginaria scuola intitolata a "Marilyn Monroe" il giovane professore (nel film, Nanni Moretti) viene accolto dal preside che gli fa vedere i locali e le aule. Gli illustra il funzionamento dell'Istituto e gli presenta lo psicoterapeuta. Il professore si stupisce e si complimenta con il preside: "Visti i problemi, sempre più gravi, degli adolescenti - dice il professore - questo è proprio un servizio utile, bravo!". Ma il preside lo interrompe: "Ma cosa ha capito, caro professore, lo psicoterapeuta è per voi insegnanti!" Nanni Moretti aveva visto lontano. Infatti, il settimanale "l'Espresso" di alcune settimane fa, è uscito con una copertina a effetto, intitolata "E' scoppiato il professore" (dal termine inglese burnout, consumato, esaurito, esausto), e con un pezzo di Fiamma Tinelli, sul disagio e sullo stress degli insegnanti. L'articolo contiene una intervista al dottor Vittorio Lodolo D'Oria (medico Inpdap e membro delle commissioni incaricate di valutare le domande di pensionamento anticipato per motivi di salute), che racconta: "Il campanello d'allarme è suonato un anno fa, quando abbiamo tirato le fila di uno studio sulle condizioni di stress di diverse categorie di lavoratori. Il confronto fra le categorie parlava chiaro: gli insegnanti che chiedono l'inidoneità alla professione per motivi psichiatrici (e non fisici) sono il 49,2 per cento. Il doppio degli impiegati, due volte e mezzo le richieste del personale sanitario, il triplo di operai e manovali. Era il segnale - dice il medico - che in questa categoria qualcosa non andava. Per questo abbiamo deciso di continuare a indagare".

 
             Insegnare stanca

La Fondazione Iard (Ente accreditato della Regione Lombardia per la formazione professionale), in seguito all'allarme lanciato dal dottor Vittorio Lodolo D'Oria (vedi nota precedente), ha svolto una indagine su 1.252 docenti di scuola elementare, media e superiore, da cui si evince che gli insegnanti malpagati, malconsiderati, soggetti a frustrazione continua, si ammalano con più facilità di altri lavoratori, vanno incontro a crisi depressive, ad attacchi di panico e fanno largamente uso di psicofarmaci. La cosa sta facendo scalpore. Interviste e analisi sul problema si rincorrono ma, come al solito, viene dato poco spazio alla voce della scuola. Ci chiediamo, se dalla scuola materna al liceo, cresce il malessere degli insegnanti, non sarebbe opportuno capirne le ragioni? Il ministro dell'Istruzione non avrebbe la responsabilità di intervenire in fretta e con la massima serietà sulle cause, che altro non sono - come risulta dalla stessa indagine - le peggiorate condizioni di lavoro e il disconoscimento del ruolo sociale dei docenti?

 
             E' sempre facile parlar male dei docenti

Il professor Umberto Galimberti, docente all'università di Venezia, ha rilasciato, a seguito dell'indagine della Fondazione Iard (vedi nota precedente) , una intervista sugli insegnanti di scuola, di cui, è inutile dirlo, parla malissimo ("l'Espresso" del 16/10/2003). Li definisce ignoranti, privi di interesse educativo, senza alcuna attrattiva, incapaci di comunicare con gli studenti. "Un allievo è fortunato - dice il professore - se nel pool di 9 docenti di una scuola secondaria ne trova uno in grado di fargli da modello…" Degli insegnanti "affaticati e stressati" afferma che non sono adatti a insegnare e che sarebbe meglio cacciarli. Suggerisce, inoltre, una specializzazione in psicologia piuttosto che "gli inutili Siss" (definiti erroneamente al maschile, ritenuti "corsi di aggiornamento", attribuiti alla volontà del ministro Moratti).
A che cosa servono le interviste - e le relative analisi "da bar" - fatte da chi non conosce gli argomenti di cui parla?
Anche il sistema universitario ha palesi disfunzioni (ma se ne parla meno), e molti docenti sono demotivati e poco propensi al dialogo.
I dati e le indagini ci dicono che l'università produce, in modo preoccupante, dispersione, demotivazione, abbandoni in misura superiore alla scuola. Bisognerebbe farlo sapere al professor Galimberti.

 
             Burnout: niente paura… partono i corsi di aggiornamento

Il Cirm (Consorzio Italiano per la Ricerca Medica) ma anche la Fondazione Iard organizzano corsi di aggiornamento, accreditati dalla Regione Lombardia, per prevenire la sindrome del burnout negli insegnanti, o nei futuri insegnanti.
Leggiamo dal materiale informativo Cirm: "Il burnout è una condizione individuale caratterizzata da affaticamento fisico ed emotivo, apatia nei rapporti interpersonali, sentimento di frustrazione professionale, perdita del controllo degli impulsi. Se non riconosciuto e opportunamente trattato, il burnout rischia di trasformarsi in patologia psichiatrica conclamata.
Dall'analisi di 3.049 accertamenti per inabilità al lavoro relativi a dipendenti della Pubblica Amministrazione residenti a Milano nel periodo 1992-2001, la categoria degli insegnanti risulta essere la più colpita da malattie mentali a seguito di una sindrome del burnout trascurata. Per fornire gli strumenti di prevenzione e contrasto del fenomeno, la Regione Lombardia ha finanziato con fondi sociali europei il corso Strategie e tecniche di prevenzione della sindrome del burnout negli insegnanti.
Leggiamo inoltre: "i corsi non solo sono preventivi e terapeutici, ma sono corsi di vera e propria formazione della figura professionale di esperto/a in strategie e tecniche di prevenzione della sindrome di burnout negli insegnanti… grazie a una maggiore conoscenza di sé e della propria situazione lavorativa la figura formata sarà in grado di affrontare con più consapevolezza e preparazione le numerose e inevitabili situazioni stressogene presenti nell'ambito lavorativo, riconoscendo i sintomi della sindrome del burnout negli insegnanti e di mettere in atto strategie adeguate per farvi fronte... Grazie alle competenze acquisite (la figura formata) potrà intervenire per migliorare il funzionamento organizzativo ed educativo della scuola…" e tante altre simili amenità!
Insomma, peggiorate le condizioni di lavoro degli insegnanti, si vorrebbe fare del disagio un business!

 
             A proposito di stato giuridico dei docenti

Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil e le segreterie nazionali dei sindacati scuola, hanno chiesto un incontro urgente alla Presidenza della Commissione cultura della Camera dei Deputati, in merito ai progetti di legge 4091 e 4095, contenenti le proposte di modifica di stato giuridico dei docenti di scuola (di cui abbiamo parlato nel n.1 delle notecidi).
I sindacati sono in allarme perché vedono una grave ingerenza legislativa in materie che la legislazione vigente demanda alla contrattazione delle parti. Sono pronti a giornate di manifestazioni e agitazioni per salvaguardare il loro ambito di negoziazione e le rappresentanze sindacali unitarie dentro le scuole. Intanto, in Commissione cultura si stanno svolgendo i lavori per produrre dai due progetti di legge, un unico testo. Le Associazioni professionali, dal canto loro, si stanno preparando all'audizione parlamentare che dovrebbe svolgersi tra breve.
Sarebbe utile, a questo proposito, capire una volta per tutte dove deve finire l'intervento legislativo e dove deve iniziare quello della contrattazione. Come sarebbe utile capire quali siano le finalità della nuova scuola, le linee guida e il progetto culturale prima di parlare di funzione e di ruolo degli insegnanti e prima di ragionare di standard professionali.

 
             Il ministro dell'Istruzione e la legge finanziaria

Il 14 ottobre, in VII Commissione del Senato (all'ordine del giorno: il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2004), il ministro dell'Istruzione ha dichiarato che "il rapporto docenti-alunni nella scuola italiana è tra i più bassi d'Europa, che va perciò attuata una politica di contenimento e di razionalizzazione della spesa per il personale della scuola, finalizzati a un allineamento graduale e parziale agli standard europei. Il fenomeno - ha sottolineato il ministro -, non più sostenibile, della continua lievitazione del numero dei posti al di fuori di ogni compatibilità economica, era stato già affrontato dalla legge finanziaria per il 1998, che aveva previsto una riduzione del personale della scuola del 3% nel biennio 1997-99, con destinazione del 50% del risparmio allo stesso personale. Ha aggiunto ancora il ministro che la legge finanziaria del 2000 aveva previsto un ulteriore taglio dell'1%. Che tali previsioni avrebbero determinato un taglio di 32.000 posti, che non solo non furono fatti dal governo precedente, ma che, per una serie di deroghe, portarono a un ulteriore aumento di 30.000 posti".
Ha infine detto: "L'obiettivo della legge finanziaria 2002 è stato invece perseguito, intervenendo sulle inefficienze e sulla naturale contrazione dovuta al calo demografico. Inoltre le iniziative di contenimento e di razionalizzazione sono state accompagnate da un miglioramento della qualità dell'offerta formativa e da mirati incrementi di organici finalizzati all'ampliamento e al miglioramento del servizio. Come, per esempio, i posti di sostegno"
Al di là dei punti di vista, l'unica dichiarazione inequivocabile è che i finanziamenti per l'istruzione arriveranno dai tagli e dalle razionalizzazioni. Non è quindi imprudente, nè eccessivo, cominciare a preoccuparsi del tempo scuola e dei posti di lavoro!

 
             Scuola, Fondazione Italianieuropei e Corriere della Sera

La Fondazione Italianieuropei ha organizzato giovedì 16 ottobre un dibattito informale (ad inviti) sulla scuola. La notizia viene ripresa il giorno dopo dal "Corriere della Sera" che, tra le tante dichiarazioni possibili, sceglie di segnalarne tre. La prima, naturalmente del presidente della Fondazione, Massimo D'Alema: "Un centrosinistra che pensa di tornare al governo non può pensare di fare come la Moratti, usare il metodo del punto e a capo". La seconda, di Claudio Gentili: "la politica deve riprendere il suo ruolo, dopo 15 anni di supplenza delle parti sociali". La terza, di Vittorio Campione: "ancor oggi il 95% delle risorse va alle spese del personale. Senza cambiare questo dato non si possono fare investimenti". Il messaggio politico è chiaro.
A quell'incontro ha partecipato anche il presidente nazionale del Cidi, Domenico Chiesa, i cui orientamenti sui nodi fondamentali delle politiche scolastiche sono noti a tutti e risultano difficilmente conciliabili con quelli che emergono dalla lettura dell'articolo di Dario Di Vico.

 
             L'efficacia e l'equità della scuola italiana

Howard Gardner, alcuni anni fa, invitato ad un Convegno nazionale del Cidi, rispose che non poteva partecipare (nello stesso periodo gli sarebbe nato un figlio), ma rinunciava con grande dispiacere perché avrebbe voluto conoscere da vicino il funzionamento del sistema scolastico italiano. Infatti, anche se da riformare, riteneva che la scuola italiana fosse fra le migliori del mondo, efficace nei risultati e, particolarmente, equa con tutti gli alunni. Così ci scrisse Gardner, alcuni anni fa.

 
             Iniziative

Bari 22 ottobre Questioni di scuola

Udine 23 - 24 ottobre La riforma della scuola secondaria superiore

Brescia 27 ottobre Giovani, resistenze, memoria storica nella scuola di oggi

Firenze 29 ottobre Dove va la scuola?

Ascoli Piceno 6-7-8 novembre Valutare bene conviene...


 

 


A norma della legge sulla privacy, questo messaggio non è da considerarsi Spam poichè reca un'opzione di cancellazione.
Nel rispetto della legge 675/96 sulla privacy, a tutele di persone e altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, il tuo indirizzo e-mail proviene da richieste di informazioni o da elenchi (newsgroup)
Per cancellarsi è sufficiente inviare un'e-mail all'indirizzo mail@cidi.it.