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  a cura di Emma Colonna N.85 del 8 maggio 2010   
     
 

È stato presentato alla Camera dalla Lega il disegno di legge sulla scuola regionale: concorsi, graduatorie, valutazione, organico. Al di là della relativa retromarcia del ministro sulle graduatorie limitate ai residenti, se questo testo dovesse diventare legge, non solo ci troveremmo di fronte a un vero e proprio terremoto, ma sarebbe la fine della scuola italiana, cioè di una scuola con le stesse caratteristiche su tutto il territorio nazionale, che garantisce lo stesso impianto pedagogico e didattico a tutti i suoi alunni, dalle Alpi alla Sicilia. Ogni regione avrebbe la sua scuola. È questo che vogliamo? È questo quello che c’è scritto nella nostra Costituzione? È questo quello che si meritano i nostri ragazzi, l’accentuazione delle differenze da una regione all’altra? oppure è vero esattamente il contrario, e cioè che bisogna tendere tutti quanti insieme verso una scuola migliore e di qualità per tutti?
Ma la cosa ancora più grave è che la scuola potrebbe costituire la prima tappa di un progetto più generale di smantellamento dello Stato repubblicano: una specie di prova generale. Alla scuola regionale potrebbero seguire scelte altrettanto gravi in tutti gli altri campi. Tutto ciò ci allarma moltissimo, e ci fa sentire fortemente il peso della nostra responsabilità nei prossimi mesi.

 
     
  Istituti tecnici

Certificazione delle competenze e Accordo con le Regioni

Tempo pieno: cronaca di una morte annunciata

Indicazioni nazionali licei, un documento del Cidi

Gli insegnanti, ovvero la truppa della scuola

Università e scuola per un canone della letteratura europea

Alba Sasso, Assessore della Regione Puglia


Iniziative
     
  Istituti tecnici  
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Dopo le Indicazioni nazionali per i licei, qualche giorno fa sono state pubblicate le Linee guida sugli Istituti tecnici. Si tratta di schede di lavoro per singole discipline precedute da una introduzione e seguite da un glossario (sul sito del MIUR, osservazioni e proposte entro fine maggio). Anche in questo caso, invitiamo i colleghi a leggere i documenti ed esprimere il proprio parere.

 
 
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  Certificazione delle competenze e Accordo con le Regioni  
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Anche sul fronte del biennio e del completamento dell’obbligo di istruzione c’è una certa fibrillazione. Infatti, è stato mandato alle scuole (nota e DM) un modello per la certificazione delle competenze alla fine dell’obbligo.
Inoltre, quasi contemporaneamente, il MIUR ha firmato un Accordo con la Conferenza Unificata e il Ministero del Lavoro sui percorsi di istruzione e formazione professionale.

 
 
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  Tempo pieno: cronaca di una morte annunciata  
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Con la C.M. n. 37 del 13 aprile 2010 è tornata violentemente all’ordine del giorno la dolorosa questione degli organici, e con essa continua ad abbattersi sulla scuola italiana la scure dei tagli. Ci risiamo: migliaia e migliaia di posti in meno in tutta Italia, spesso anche di fronte ad un aumento considerevole degli alunni. La prima a farne le spese è la scuola a tempo pieno, un po’ dovunque: basta scorrere le cronache di questi giorni per rendersi conto che in tutta Italia la situazione, a partire dal 1° settembre, sarà veramente insostenibile. E del resto non c’è niente di nuovo, lo sapevamo: prima l’eliminazione delle compresenze, poi la contrazione ulteriore dell’organico, ed ecco che il modello pedagogico e didattico è snaturato.

 
 
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  Indicazioni nazionali licei, un documento del Cidi  
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Pur avendo messo in discussione la natura stessa del questionario sulle Indicazioni per i licei diffuso dall’Amministrazione, il Cidi non si è voluto sottrarre alla necessità di esprimere la propria opinione su una questione così importante. Perciò, oltre ad aver spinto i propri associati a rispondere al questionario, ha sintetizzato in un documento mandato all’ANSAS la propria perplessità e l’atteggiamento fortemente critico nei confronti di tutta questa operazione. Intanto, a maggioranza, il CNPI ha espresso il prescritto parere sulle Indicazioni per i licei. Si è dissociata la delegazione Cgil-Cidi, che, con una dichiarazione, ha motivato il proprio voto contrario.

 
 
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  Gli insegnanti, ovvero la truppa della scuola  
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Gli alunni delle seconde e quinte classi di scuola primaria e quelli della prima classe di scuola secondaria di I grado sono sottoposti in questi giorni alle prove INVALSI di italiano e matematica, previste dal Sistema Nazionale di Valutazione. Le prove dovrebbero essere riservate, mentre le schede inviate alle scuole contengono quest’anno novità rilevanti relativamente alla parte di raccolta di informazioni di contesto.
Intanto le schede potranno essere scaricate dal sito dell’Invalsi digitando il codice scuola, la classe e il nome dello studente. In genere, quando si fanno prove anonime, si indicano gli alunni con numeri o altri simboli, definiti dal correttore della prova, l’unico a conoscere la correlazione tra simbolo e nominativo. Perché allora viene richiesto il nome dello studente?
Inoltre si è costruita una classifica delle professioni cui far riferimento per il lavoro dei genitori. Se i dirigenti vengono equiparati ai docenti universitari e agli ufficiali militari, gli insegnanti rientrano nella categoria degli impiegati e della … truppa! Come dire: gli insegnanti svolgono attività puramente esecutive e, come la truppa, non vengono coinvolti nei processi di cambiamento che li riguardano. Salvo poi chiedere ai docenti di rinnovare il proprio patrimonio professionale per insegnare ai ragazzi ad attivare quelle competenze necessarie per un mondo del lavoro che privilegia sempre più il creative work.
Ciò che sorprende è la visione della società assolutamente fuori del tempo e dallo spazio.

 
 
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  Università e scuola per un canone della letteratura europea  
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È questo il titolo di un progetto del Cidi e della Ciid finanziato con il sostegno della Commissione europea e portato avanti insieme al Dipartimento di studi europei e interculturali della Facoltà di Lettere della Sapienza di Roma. Partirà a settembre 2010 e prevede la costituzione di gruppi di ricerca università-scuola per l’individuazione di percorsi didattici, l’organizzazione di seminari di approfondimento per docenti e di incontri/conferenze con gli studenti, la predisposizione di questionari per docenti e studenti, la messa a punto di una antologia della letteratura europea e, alla fine del lavoro, l’organizzazione di un convegno internazionale.
Gli interessati possono scrivere a ciid@cidi.it

 
 
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  Alba Sasso, Assessore della Regione Puglia  
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Alba Sasso, già presidente nazionale del Cidi e parlamentare, è stata nominata Assessore all’Istruzione nella giunta Vendola, in Puglia. Siamo felicissimi per lei ma anche per tutto il CIDI e soprattutto per la scuola pugliese, che potrà avvalersi della sua competenza e della grande conoscenza del mondo della scuola che lei esprime. Finalmente una donna competente, colta, saggia e appassionata, al posto giusto. Sarà una esperienza molto impegnativa. Siamo sicuri che Alba ci proverà: a mettere insieme le energie migliori, a mettere in campo politiche virtuose, a elevare la qualità della scuola di una regione del Sud, a sostenere l’università e la ricerca, a far sentire la sua presenza in quel tavolo istituzionale Stato-Regioni, che sempre di più diventerà il baricentro delle politiche sull’istruzione. Ce la farà? Questo non dipenderà solo da lei e da chi la aiuterà in questa impresa. Certamente noi speriamo che la Puglia possa diventare per la scuola un laboratorio di buone pratiche e di buona politica e dimostrare che c’è ancora nella nostra scuola una parte pensante, vitale e non rassegnata che è in grado di far valere tutto il peso della sua capacità. Tutto il Cidi augura ad Alba Sasso buon lavoro, sperando di poter continuare a condividerne ragionamenti, riflessioni, passioni.

 
 
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  Iniziative  
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Firenze 9 maggio 5° Seminario nazionale sul curricolo verticale
Genova 6-27 maggio Rassegna cinematografica: I diritti di tutti
Torino 27-28 maggio Gli alunni stranieri nella scuola dell'infanzia: risorsa o emergenza

 
 
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